I profeti
chiamarono il Messia “principe della pace” (Is 9,5); affermarono che una pace
senza fine avrebbe caratterizzato il suo regno (Is 9,6; 11,6). In occasione
della nascita di Cristo, gli angeli del cielo proclamarono la pace sulla terra
agli uomini di buona volontà (Lc 2,14). Gesù stesso dice: “Vi lascio la pace,
vi do la mia pace. Non come la dà il mondo” (Gv 14,27).
Sul monte degli
Ulivi, contemplando la maestà di Gerusalemme, Gesù, con le lacrime agli occhi e
con il cuore gonfio, rimproverò il suo popolo: “Se avessi compreso anche tu, in
questo giorno, la via della pace!” (Lc 19,42).
La pace è il dono apportato dal
Redentore.
Egli ci ha procurato questo dono per mezzo della sua sofferenza e
del suo sacrificio, della sua morte e della sua risurrezione. San Paolo
afferma: “Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani siete
diventati vicini grazie al sangue di Cristo.
Egli infatti è la nostra pace,
colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione
che era frammezzo, cioè l’inimicizia” (Ef 2,13-14). Quando, risuscitato dai
morti, si mostrò agli apostoli, Gesù offrì loro innanzi tutto la pace, prezioso
dono del riscatto. Quando si mostrò a loro, disse ai suoi discepoli: “Pace a
voi!”.
Vedendoli spaventati e sperduti, li rassicurò dicendo loro che era
proprio lui, risuscitato dai morti, e ripeté loro: “Pace a voi!”.
Gesù ha voluto
fare questo dono prezioso del riscatto - la pace - e l’ha fatto, non solo agli
apostoli, ma anche a tutti quelli che credevano e avrebbero creduto in lui. È
per questo che mandò gli apostoli a proclamare il Vangelo della redenzione in
tutti i paesi del mondo, dando loro il potere di portare la pace dell’anima per
mezzo dei sacramenti del battesimo e del pentimento, per mezzo dell’assoluzione
dai peccati. Inoltre, in quell’occasione, Cristo soffiò sugli apostoli e disse
loro: “Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete, i peccati saranno rimessi
e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi” (Gv 20,21-23).
E il salmo ci
rassicura: “Grande pace per chi ama la tua legge” (Sal 119,165).
Intenzioni Sante Messe
SABATO 06 Ore 19.00: Agostini Francesca, Innocente e Genoveffa; Dalle Fratte Genesio e Def. Fam. Ruffato; Latova Ester (anniv. ) e Bazzato Mario; Cavinato Gino, Ida e Agostini Tarcisio (anniv.); Virgis Elio e Pasquali Ada; Tosato Giuseppe e Pellizzon Iolanda; Cavinato Emilio.
DOMENICA 07 II Domenica di Pasqua., in Albis o della Divina Misericordia.
Ore 9.30: Maggiolo Fabio, nonni e Dalla Bona Ruggero; Fabian Adriano; Sato Armando e Bruna; Bedin Ferdinando, Tecla e Santa.
Lunedì 08.04 Ore 8.00: Scapin Palmira e Igino .
MARTEDì 08 Ore 15.00: Varosi Marcella e Rossetto Giuliano; Demo Dino.
MERCOLEDì 10 Ore 8.00: Fra Daniele .
GIOVEDì 11 Ore 15.00: Don Gino.
VENERDì 12 Ore 8.00: Secondo l’intenzione dell’offerente.
SABATO 13 Ore 19.00: Caon Pierina, Pedron Sergio e Veneranda; Agostini Sereno e Dorina; Cavinato Silvio; Def. Fam. Rizzato Romano; Gallo Luigi e Rina; Cavinato Ottorino e Mozzo Antonietta.
DOMENICA 14 III Domenica di Pasqua..
Ore 9.30: Scapin Samuele e Arino; Dalle Fratte Ivo e Giuseppe; Ballan Anna e Cavinato Carlo.
Ore 11.00: Pro Populo.
Incontri
Martedì ore 21.00 Incontro-prove per il gruppo della Corale parrocchiale.
· Oggi, Domenica in Albis (deponendis), dieci ragazzi/e che hanno ricevuto la Cresima e l’Eucaristia nella Veglia Pasquale depongono, al termine della celebrazione, la loro veste bianca.
Altri sette ragazzi/e dello stesso gruppo hanno ricevuto oggi i sacramenti della Cresima e dell’Eucaristia: ringraziamo il Signore per il dono dello Spirito effuso in pienezza su questi ragazzi/e e assicuriamo loro tutta la nostra simpatia e il nostro ricordo nella preghiera.
· Domenica 14 aprile, celebriamo la 100^giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Ci sentiamo un po’ legati dal titolo della nostra parrocchia a questa importante istituzione ecclesiale che si occupa di tener vivo il rapporto cultura e fede. Al termine delle celebrazioni troverete, alla porta della chiesa, il cesto per la vostra offerta.
· Domenica 14 aprile alle ore 10.45, in sala Borsi, Incontro per genitori e ragazzi del Primo Discepolato 1^ tappa (genitori dei ragazzi di 2^ elementare).
· Domenica 14 aprile, dopo la messa delle ore 9.30, coi ministri straordinari porteremo la Comunione agli ammalati.
· Domenica 14 aprile, alle ore 15.00, in Centro Parrocchiale, ci sarà l’incontro per genitori e ragazzi del Primo Discepolato 2^ e 3^ tappa (3^ e 4^ elementare).
OFFERTE
Colletta quaresimale ’Un Pane per amor di Dio’, 24.03 : € 863,24; Domenica di Pasqua 31.03 € 526,49; Settimana e candele votive € 84,27.
La fede che vince il mondo
La fede che vince il mondo si rivela e si esprime nell’amore (II Lettura). Generato in Cristo mediante il battesimo, il credente è testimone lieto del suo Signore tra i limiti e le incertezze dei giorni. Custodisce gelosamente le parole di Gesù e agisce di conseguenza. La fede è il principio della vita in Cristo, la carità ne è il compimento. Descrive questa realtà il quadro lucano della Chiesa delle origini (I Lettura), dove risalta la fierezza di essere credenti e la bellezza di essere comunità. La fede nel Risorto, testimoniata senza alcun timore e con gioia, è la ragione del proprio esistere e si traduce nella premura vicendevole della fraternità, perché nessuno manchi alla festa. Le mani e il fianco, che Gesù risorto mostra ai discepoli e che fa toccare all’apostolo Tommaso con i suoi dubbi e le sue resistenze, sono il sigillo della misura infinita dell’amore misericordioso di Dio (Vangelo). Nella luce della Pasqua comprendiamo l’alta e intensa confessione di fede dell’apostolo: «Mio Signore e mio Dio!». La rugiada salvifica, che sgorga dalle piaghe del Risorto, lo ha guarito dalla sua incredulità; linfa ristoratrice, che è pace e perdono per chi crede e ama.
don Giuliano Saredi, ssp
Prima
lettura At 4,32-35
Un cuore solo e
un’anima sola.
Dagli Atti
degli Apostoli
La moltitudine
di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola e
nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto
era comune.
Con grande
forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e
tutti godevano di grande favore.
Nessuno infatti
tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano,
portavano il ricavato di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi
degli apostoli; poi veniva distribuito a ciascuno secondo il suo bisogno.
Parola di Dio
Salmo
responsoriale Sal 117
Rendete grazie
al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è
per sempre».
Dica la casa di
Aronne:
«Il suo amore è
per sempre».
Dicano quelli
che temono il Signore:
«Il suo amore è
per sempre».
La destra del
Signore si è innalzata,
la destra del
Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma
resterò in vita
e annuncerò le
opere del Signore.
Il Signore mi
ha castigato duramente,
ma non mi ha
consegnato alla morte.
La pietra
scartata dai costruttori
è divenuta la
pietra d’angolo.
Questo è stato
fatto dal Signore:
una meraviglia
ai nostri occhi.
Questo è il
giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci
in esso ed esultiamo!
Seconda
lettura 1Gv 5,1-6
Chiunque è
stato generato da Dio vince il mondo.
Dalla prima
lettera di san Giovanni apostolo
Carissimi,
chiunque crede che Gesù è il Cristo, è stato generato da Dio; e chi ama colui
che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato.
In questo
conosciamo di amare i figli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi
comandamenti. In questo infatti consiste l’amore di Dio, nell’osservare i suoi
comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi.
Chiunque è
stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il
mondo: la nostra fede.
E chi è che
vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? Egli è colui che è
venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con l’acqua soltanto, ma con
l’acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che dà testimonianza, perché lo
Spirito è la verità.
Parola di Dio
Sequenza
Alla vittima
pasquale,
s’innalzi oggi
il sacrificio di lode.
L’Agnello ha
redento il suo gregge,
l’Innocente ha
riconciliato
noi peccatori
col Padre.
Morte e Vita si
sono affrontate
in un
prodigioso duello.
Il Signore
della vita era morto;
ma ora, vivo,
trionfa.
«Raccontaci,
Maria:
che hai visto
sulla via?».
«La tomba del
Cristo vivente,
la gloria del
Cristo risorto,
e gli angeli
suoi testimoni,
il sudario e le
sue vesti.
Cristo, mia
speranza, è risorto:
precede i suoi
in Galilea».
Sì, ne siamo
certi:
Cristo è
davvero risorto.
Tu, Re
vittorioso,
abbi pietà di
noi.
Canto al
Vangelo (Gv 20,29)
Alleluia,
alleluia.
Perché mi hai
veduto, Tommaso, tu hai creduto;
beati quelli
che non hanno visto e hanno creduto!
Vangelo Gv 20,19-31
Otto giorni
dopo venne Gesù.
+ Dal Vangelo secondo
Giovanni
La sera di quel
giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove
si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e
disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i
discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro
di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto
questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui
perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non
saranno perdonati».
Tommaso, uno
dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano
gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non
vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei
chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni
dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne
Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a
Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e
mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose
Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu
hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in
presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti
in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il
Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Parola del
Signore
ll canto pasquale dell’Alleluia
L’alleluia è l’acclamazione che lega e contraddistingue tutto il Tempo di Pasqua. È il grido di lode a Dio intonato solennemente nella “Madre di tutte le Veglie”; è il canto pasquale per eccellenza, perché esprime la gioia dirompente della Chiesa per la risurrezione di Gesù Cristo dalla morte, motivo e centro della nostra fede.
Ogni volta che si proclama il Vangelo (ad eccezione della Quaresima) si acclama con l’alleluia la Parola vivente che non passa, che dà significato ai nostri giorni, che ci spalanca l’eternità. Essendo un’acclamazione piena di gioia, esige che si canti e non si reciti, dal momento che il canto è la manifestazione della gioia della fede.
Tanti i compositori che lungo i secoli hanno musicato l’alleluia nelle più svariate forme, da quelle monodiche del gregoriano (con poche note o con ampi melismi) a quelle polifoniche (semplici o complesse), fino a coinvolgere coro e orchestra. Qualunque forma si adotti, è importante sottolineare ciò che le unifica: l’esultanza nella fede e la comunanza nella lode a Dio.
Così, se vogliamo acclamare Dio, canteremo l’alleluia con più convinzione ed entusiasmo, manifestando il motivo della fede cristiana all’unisono spirituale. Questa raccomandazione, non nuova, ha lontane radici e trova conferma nella pratica liturgica d’Oriente e d’Occidente. Nella Bibbia e nei testi liturgici troviamo altre espressioni di esultanza e di invito alla lode (Grande è il Signore e degno d’ogni lode…, Benedite il Signore… ecc.), ma nessuna di queste condensa in un’unica parola l’espressività dell’alleluia.
Anche per questo, la liturgia cristiana ha conservato l’uso del termine ebraico, senza ricorrere a traduzioni che avrebbero sminuito la forza dell’acclamazione, così come per l’amen e l’osanna. Un piccolo termine, dunque, ma dal grande significato teologico.
M° Sergio Militello
La finalità del consigliare e il metodo del discernimento comunitario
Dal momento che la Chiesa «inserita nel tempo che scorre dalla Pentecoste alla Parusia e, attenta ai “segni dei tempi”, deve annunciare e offrire il Vangelo della salvezza agli uomini del proprio tempo» (Antonio Mattiazzo, Il Consiglio pastorale, p. 23), il CPP si presenta come il primo e principale luogo dove la parrocchia attua il discernimento comunitario al fine di dare forma cristiana alla vita quotidiana.
Nel prendere consapevolezza che la finalità del consigliare è praticare il metodo del discernimento comunitario, sul quale la Diocesi, nello scorso mandato 2018- 2023, si è sperimentata sia attraverso il Sinodo dei Giovani che il Sinodo diocesano, il CPP svolge il suo compito di consigliare la parrocchia e il parroco che la presiede.
Il CPP richiede cura nella scelta dei membri che compongono gli Organismi, nell’assunzione del metodo di lavoro, nel confrontarsi su alcuni temi che interpellano la parrocchia e nel prendere decisioni per la loro attuazione concreta.
Nel TERRITORIO
Calendario liturgico: (8-14 aprile 2024)
8 L ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE (s, bianco). Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà. Il “sì” eterno del Figlio al Padre riecheggia nella disponibilità di Maria al volere di Dio. S. Amanzio. Is 7,10-14; 8,10c; Sal 39; Eb 10,4-10; Lc 1,26-38.
9 M Il Signore regna, si riveste di maestà. Per comprendere Gesù dobbiamo lasciarci guidare dallo Spirito, non dalle nostre logiche. S. Demetrio; S. Liborio. At 4,32-37; Sal 92; Gv 3,7-15.
10 M Il povero grida e il Signore lo ascolta. Con il battesimo entriamo nel mistero del Padre che ha tanto amato il mondo da dare il Figlio. S. Palladio; S. Maddalena di Canossa. At 5,17-26; Sal 33; Gv 3,16-21.
11 G S. Stanislao (m, rosso). Ascolta, Signore, il grido del povero. Gesù non è un profeta come gli altri: si presenta come l’unico e il legittimo rivelatore del Padre. S. Gemma Galgani. At 5,27-33; Sal 33; Gv 3,31-36.
12 V Una cosa ho chiesto al Signore: abitare nella sua casa. Il Signore parte dalla realtà terrena del pane e del pesce per rivelare il mistero della sua divinità. S. Giulio I; S. Zeno; S. Giuseppe Moscati. At 5,34-42; Sal 26; Gv 6,1-15.
13 S Su di noi sia il tuo amore, Signore. Nelle parole di Gesù riecheggia l’autoproclamazione di Dio nell’Esodo “Io sono”. S. Martino I (mf); S. Ermenegildo; B. Ida. At 6,1-7; Sal 32; Gv 6,16-21.
14 D III Domenica di Pasqua / B. III sett. di Pasqua - III sett. del Salterio. Ss. Tiburzio, Valeriano e Massimo; S. Lamberto. At 3,13-15.17-19; Sal 4; 1Gv 2,1-5a; Lc 24,35-48.
Elide Siviero
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