sabato 30 marzo 2024

Pasqua di risurrezione : “Vide e credette”.

 31 marzo 2024   

              PASQUA di RISUREZIONE

“Vide e credette”.


Che cos’è che fa correre l’apostolo Giovanni al sepolcro? Egli ha vissuto per intero il dramma della Pasqua, essendo molto vicino al suo maestro. Ci sembra perciò inammissibile un’affermazione del genere: “Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura”. Eppure era proprio così: non meravigliamoci allora di constatare l’ignoranza attuale, per molti versi simile. Il mondo di Dio, i progetti di Dio sono così diversi che ancor oggi succede che anche chi è più vicino a Dio non capisca e si stupisca degli avvenimenti.
“Vide e credette”. Bastava un sepolcro vuoto perché tutto si risolvesse? 
Credo che non fu così facile. 
Anche nel momento delle sofferenze più dure, Giovanni rimane vicino al suo maestro. 
La ragione non comprende, ma l’amore aiuta il cuore ad aprirsi e a vedere. È l’intuizione dell’amore che permette a Giovanni di vedere e di credere prima di tutti gli altri. 
La gioia di Pasqua matura solo sul terreno di un amore fedele. Un’amicizia che niente e nessuno potrebbe spezzare. È possibile? Io credo che la vita ci abbia insegnato che soltanto Dio può procurarci ciò.
 È la testimonianza che ci danno tutti i gulag dell’Europa dell’Est e che riecheggia nella gioia pasquale alla fine del nostro millennio.
 

Intenzioni Sante Messe

SABATO  30         Veglia Pasquale.    Ore 21.00: Salmaso Virginio e Reffo Armida; Maggiolo Luigino (settimo).

DOMENICA  31      Domenica di Pasqua. Ore 9.30: Libralon Annamaria; Caon Zita; Salviato Valeria; Bertapelle Marcello; Cavinato Carlo e Damian Rosa; Sato Armando e Bruna; Morosinotto Franco, Igino Ester, Luigi e Alice. Ore 11.00: Pro Populo.

Lunedì  01.04 Lunedì dell’Angelo. Ore 9.30:  Nalesso Dino, Adelina, Luigi e Bruno; Betto Gianfranco e Fam. Def..

MARTEDì  02        Ore  15.00:  Braghetto Odino; Suor Luigina Scapin.

MERCOLEDì   03  Ore  8.00:  .

GIOVEDì  04        Ore 15.00: Scapin Palmira e Igino .

VENERDì  05     Ore 8.00:.

SABATO  06 Ore 19.00:  Agostini Francesca, Innocente e Genoveffa; Dalle Fratte Genesio e Def. Fam. Ruffato; Latova Ester (anniv. ) e Bazzato Mario; Cavinato Gino, Ida e Agostini Tarcisio (anniv.); Virgis Elio e Pasquali Ada; Tosato Giuseppe e Pellizzon Iolanda; Cavinato Emilio.

DOMENICA 07 II Domenica di Pasqua., in Albis o della Misericordia.   Ore 9.30:  Maggiolo Fabio, nonni e Dalla Bona Ruggero; Fabian Adriano; Sato Armando e Bruna; Bedin Ferdinando, Tecla e Santa.


Incontri

Martedì ore 21.00 Incontro-prove per  il gruppo della Corale parrocchiale.

Avvisi.

· Nella notte è cambiato l’orario, abbiamo mandato avanti le lancette dell’orologio di un’ora. Sapete che per noi cambia solo l’orario della messa festiva del sabato che sarà non più alle ore 18.30 ma  alle 19.00.

· Domani, giorno di Pasquetta ci sarà una sola santa Messa alle ore 9.30.

· La festa che celebriamo  è così grande e solenne che per otto giorni è come se fossimo sempre dentro la Pasqua, abbiamo otto giorni utili per farci gli auguri e per dirci l’un l’altro: ’Cristo è Risorto, ha vinto la morte’ questo vuol dire ’Buona Pasqua’!.

· Domenica prossima è la  Domenica in Albis (deponendis), domenica in cui coloro che avevano celebrato i sacramenti dell’Iniziazione Cristiana nella Veglia Pasquale deponevano le vesti bianche (Albae) indossate in quell’occasione. Anche i nostri dieci ragazzi/e che hanno ricevuto la Cresima e l’Eucaristia nella Veglia deporranno, la prossima domenica, al termine della celebrazione, la loro veste bianca. Altri sette loro compagni la prossima domenica riceveranno i sacramenti della Cresima e dell’Eucaristia nella stessa celebrazione, li accompagniamo tutti con la nostra preghiera.

· Domenica prossima proprio per questo ci sarà una sola santa messa alle ore 9.30.

A tutti soprattutto a chi non potrà partecipare alle liturgie, Buona Pasqua!

 

Alleluia! Cristo è risorto e trionfa

«Cristo è risorto! Alleluia»: è l’Evangelo, cioè la bella e grande notizia, che la Chiesa annuncia ogni anno; è l’inizio dell’era nuova inaugurata da Cristo, e che continua attraverso la Chiesa. Pasqua è la vittoria di Cristo che trionfa sul peccato e sulla morte. Pasqua è la letizia del cielo che si riversa sulla terra. Pasqua è la luce della speranza che rischiara e dissipa le nostre tenebre. Pasqua è la vita nuova che sboccia nel cuore dell’uomo che vuole fiorire alla vita buona in Dio. La nostra vita testimonia la fede nel Risorto? La nostra fede fa di noi dei viventi nella grazia? L’invito di Paolo è un appello pressante: «Se siete risorti con Cristo cercate le cose di lassù, non quelle della terra. La vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio» (Col 3,1-3). Pasqua è segno di vittoria, di pace, di trasformazione interiore. Sono doni che Dio elargisce a chi si apre a lui con tutto il cuore. Lasciamo esplodere oggi la nostra gioia e splenda in noi la luce e la gloria del Signore risorto.
don Donato Allegrett



Prima lettura    At 10,34a.37-43
 
Dagli Atti degli Apostoli
 
In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui.
E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti.
E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome».
Parola di Dio
 
 
Salmo responsoriale    Sal 117
 Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo.
 
Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
 
La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.
 
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
 
 
Seconda lettura 
  Col 3,1-4
Cercate le cose di lassù, dove è Cristo
 
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
 
Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra.
Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.
Parola di Dio
 
 
Sequenza
Alla vittima pasquale,
s’innalzi oggi il sacrificio di lode.
L’Agnello ha redento il suo gregge,
l’Innocente ha riconciliato
noi peccatori col Padre.
 
Morte e Vita si sono affrontate
in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto;
ma ora, vivo, trionfa.
 
«Raccontaci, Maria:
che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente,
la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni,
il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto:
precede i suoi in Galilea».
 
Sì, ne siamo certi:
Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso,
abbi pietà di noi.


 Canto al Vangelo (1Cor 5,7-8)

Alleluia, alleluia.
Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato:
facciamo festa nel Signore.

 
 Vangelo     Gv 20,1-9
Egli doveva risuscitare dai morti.
 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
 
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
Parola del Signore











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INIZIATIVE   IN PARROCCHIA 



 

 

 

La  finalità del consigliare e il metodo del discernimento comunitario

           Dal momento che la Chiesa «inserita nel tempo che scorre dalla Pentecoste alla Parusia e, attenta ai “segni dei tempi”, deve annunciare e offrire il Vangelo della salvezza agli uomini del proprio tempo» (Antonio Mattiazzo, Il Consiglio pastorale, p. 23), il CPP si presenta come il primo e principale luogo dove la parrocchia attua il discernimento comunitario al fine di dare forma cristiana alla vita quotidiana.

  Nel prendere consapevolezza che la finalità del consigliare è praticare il metodo del discernimento comunitario, sul quale la Diocesi, nello scorso mandato 2018- 2023, si è sperimentata sia attraverso il Sinodo dei Giovani che il Sinodo diocesano, il CPP svolge il suo compito di consigliare la parrocchia e il parroco che la presiede.

Il CPP richiede cura nella scelta dei membri che compongono gli Organismi, nell’assunzione del metodo di lavoro, nel confrontarsi su alcuni temi che interpellano la parrocchia e nel prendere decisioni per la loro attuazione concreta.




Nel TERRITORIO 




Siamo creati per risorgere!

«Gesù è risorto!». Questo grido del primo giorno fu un’esplosione di gioia, ma anche una professione di fede. Il mistero pasquale è culmine di divina filiazione. L’azione risuscitante è dunque una reale generazione. Gesù diventò in pienezza ciò che era fin dalla sua origine: il Figlio nato da Dio nello Spirito Santo (Lc 1,35).
L’eterna felicità di Gesù è essere il Generato dal Padre e saperlo. Ogni peccato che un uomo commette va contro la risurrezione di Gesù. Tutti gli errori e tutte le deficienze che si possono deplorare in teologia provengono, almeno in parte, dalla mancanza o scarsità di attenzione per la risurrezione di Gesù. Nel pensiero cristiano, come nella vita, rapportarsi alla risurrezione è fondamentale. L’uomo è stato definito un essere-per-la-morte. È anche un essere-per-la-risurrezione. Nel disegno creatore, è destinato a morire con quel Cristo che il Padre risuscita.

È così che l’uomo è immortale: non già indenne da morte, ma creato per risorgere, attraverso la morte. La risurrezione è l’ultima tappa: lo fu per Gesù, lo sarà per la Chiesa. La storia di Gesù e della Chiesa si compie nella risurrezione.

 E tuttavia, è anche di lì che tutto comincia, sia per Gesù che per la Chiesa. La Chiesa parte dalla risurrezione di Cristo e muove verso la risurrezione di Cristo, progredendo nella partecipazione alla vita divina di lui fino ad esserne riempita. La Chiesa sarà «glorificata» con lo stesso atto che glorifica il Salvatore.
La Pasqua di Gesù è il mistero dell’incarnazione nel suo compimento totale. Il cristianesimo nasce nello stesso luogo dove ha il suo ultimo compimento. Quando Gesù risorge, rivive lui stesso e diventa moltitudine, come un chicco di grano che dà molto frutto (Gv 12,24).

La Chiesa nasce nella risurrezione di Gesù, perché anche il Cristo, di cui vive, nasce nella sua Pasqua.
Nella sua risurrezione, Gesù nasce Figlio di Dio nello Spirito Santo. Nel Cristo risuscitato la fede trova il Padre che per noi genera Cristo e ci dona lo Spirito Santo.

 François-Xavier Durrwell c.ss.r.


Calendario liturgico: (1-7 aprile 2024)

1 L Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio. La tomba è vuota. Il Risorto si rivela alle donne e a tutti coloro che lo cercano. S. Maria Egiziaca; S. Ugo di Grenoble. At 2,14.22-33; Sal 15; Mt 28,8-15.


2 M Dell’amore del Signore è piena la terra. Il Risorto, incontrandola, chiama per nome Maria di Magdala e le affida la missione dell’annuncio. S. Francesco da Paola; S. Abbondio. At 2,36-41; Sal 32; Gv 20,11-18.

3 M Gioisca il cuore di chi cerca il Signore. Il volto, prima triste, dei discepoli di Emmaus torna alla gioia nel riconoscere Gesù allo spezzare il pane. S. Sisto I; S. Luigi Scrosoppi. At 3,1-10; Sal 104; Lc 24,13-35.

4 G O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra! Il Crocifisso non è morto ma è Vivente, gli apostoli lo incontrano, mangiano con lui e ne diventano testimoni. S. Isidoro; S. Francesco Marto. At 3,11-26; Sal 8; Lc 24,35-48.

5 V La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo. Nell’episodio della pesca miracolosa il gran numero di pesci non squarcia la rete, segno che la missione è universale. S. Vincenzo Ferrer; S. Irene; S. Giuliana. At 4,1-12; Sal 117; Gv 21,1-14.

6 S Ti rendo grazie, Signore, perché mi hai risposto. Gesù invia gli Undici, prima increduli, per annunciare a tutti il suo Vangelo. S. Pietro da Verona; B. Caterina da Pallanza. At 4,13-21; Sal 117; Mc 16,9-15.

7 D II domenica di Pasqua / B (o della divina Misericordia). II sett. di Pasqua - II sett. del Salterio. S. Giovanni B. de La Salle. At 4,32-35; Sal 117; 1Gv 5,1-6; Gv 20,19-31.

Lucia Giallorenzo

sabato 23 marzo 2024

LA SETTIMANA SANTA: domenica delle Palme, giovedì, venerdì e sabato santo

 24-30  aprile    SETTIMANA SANTA 


  OSANNA AL FIGLIO DI DAVID 


È allo stesso tempo l’ora della luce e l’ora delle tenebre.

L’ora della luce, poiché il sacramento del Corpo e del Sangue è stato istituito, ed è stato detto: “Io sono il pane della vita... Tutto ciò che il Padre mi dà verrà a me: colui che viene a me non lo respingerò... E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto mi ha dato, ma lo risusciti l’ultimo giorno” (Gv 6,35-39). Come la morte è arrivata dall’uomo così anche la risurrezione è arrivata dall’uomo, il mondo è stato salvato per mezzo di lui. Questa è la luce della Cena.
Al contrario, la tenebra viene da Giuda. Nessuno è penetrato nel suo segreto. Si è visto in lui un mercante di quartiere che aveva un piccolo negozio, e che non ha sopportato il peso della sua vocazione. Egli incarnerebbe il dramma della piccolezza umana. O, ancora, quello di un giocatore freddo e scaltro dalle grandi ambizioni politiche.
Lanza del Vasto ha fatto di lui l’incarnazione demoniaca e disumanizzata del male.
Tuttavia nessuna di queste figure collima con quella del Giuda del Vangelo. Era un brav’uomo, come molti altri. È stato chiamato come gli altri. Non ha capito che cosa gli si faceva fare, ma gli altri lo capivano? Egli era annunciato dai profeti, e quello che doveva accadere è accaduto. Giuda doveva venire, perché altrimenti come si sarebbero compiute le Scritture? Ma sua madre l’ha forse allattato perché si dicesse di lui: “Sarebbe stato meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!”? Pietro ha rinnegato tre volte, e Giuda ha gettato le sue monete d’argento, urlando il suo rimorso per aver tradito un Giusto. Perché la disperazione ha avuto la meglio sul pentimento? Giuda ha tradito, mentre Pietro che ha rinnegato Cristo è diventato la pietra di sostegno della Chiesa. Non restò a Giuda che la corda per impiccarsi. Perché nessuno si è interessato al pentimento di Giuda? Gesù l’ha chiamato “amico”. È veramente lecito pensare che si trattasse di una triste pennellata di stile, affinché sullo sfondo chiaro, il nero apparisse ancora più nero, e il tradimento più ripugnante? Invece, se questa ipotesi sfiora il sacrilegio, che cosa comporta allora l’averlo chiamato “amico”? L’amarezza di una persona tradita? Eppure, se Giuda doveva esserci affinché si compissero le Scritture, quale colpa ha commesso un uomo condannato per essere stato il figlio della perdizione?
Non chiariremo mai il mistero di Giuda, né quello del rimorso che da solo non può cambiare nulla. Giuda Iscariota non sarà più “complice” di nessuno.
 

Intenzioni Sante Messe


SABATO  23         Ore 18.30: 
               Def Fam. Bevilaqua e Ilario; Bedin Giuseppe; Sgarbossa Paola (settimo).

DOMENICA  24      Domenica delle Palme.
 Ore 9.30:  Nicoletti Lino e Fam. Def., Zanon Regina e Pasquale, Carraro Maria, Marchetto Bruno, Massarotto Gino e Settimo Livia; Maggiolo Fabio, nonni e Dalla Bona Ruggero; Cavinato Palmira e Fam. Def.; Secondo l’intenzione dell’offerente; Sato Armando e Bruna; Morosinotto Franco, Miozzo Aurelio, Gemma, Renato, Giovannina e Giovanni. 
                     Ore 11.00: Pro Populo.

Lunedì  25       Ore 15.00:  .    Ore 20.30: .

MARTEDì  26 Ore  15.00:  Scapin Giancarlo.    Ore 20.30:  Tosato Giovanni, Modesto e Amelia.

MERCOLEDì 27   Ore  15.00:  .

GIOVEDì  28 Messa in Cena Domini.   Ore 20.30:  Bertapelle Marcello.


VENERDì  29 
Via Crucis . Ore 15.00; 
Ore 20.30: Solenne Liturgia della Croce.

SABATO  30 Veglia Pasquale . Ore 21.00: Salmaso Virginio e Reffo Armida; Maggiolo Luigino (settimo).


DOMENICA 31 Domenica di Pasqua. 
Ore 9.30: Libralon Annamaria; Caon Zita; Salviato Valeria; Bertapelle Marcello; Cavinato Carlo e Damian Rosa; Sato Armando e Bruna; Morosinotto Franco, Igino Ester, Luigi e Alice. 
                    Ore 11.00: Pro Populo.

Incontri

Martedì ore 21.00 Incontro-prove per  il gruppo della Corale parrocchiale.

Avvisi.

· Oggi, dalle ore 15.00 alle 18.00 e poi lunedì e martedì 25 e 26 marzo nel pomeriggio ci sarà l’Adorazione al Santissimo in preparazione alla Pasqua. Vi invito a scegliere un’ora per stare con Gesù eucaristia. L’adorazione inizia alle ore 15.30, e termina alle ore 20.30 con la S. Messa.Durante l’adorazione sarò a disposizione per le confessioni.

· Mercoledì 27 marzo, alle ore 15.30, confessione dei ragazzi di 1^, 2^ e 3^ media.

· Giovedì, 28 marzo, alle ore 17.30, confessioni per i ragazzi dell’Ultima quaresima.

· Giovedì, alle ore 20.30, la S. Messa nella Cena del Signore con la lavanda dei piedi. In questa celebrazione realizziamo la colletta “Un Pane per amor di Dio”, tutti porteranno ai piedi del presbiterio la propria offerta per i poveri. Questa offerta va preparata e decisa insieme a casa. Al termine della messa vi invito a fermarvi per l’adorazione Eucaristicasarebbe bello poter far compagnia a Gesù per tutta la notte, nella bacheca della buona stampa lascio un foglio per iscriversi, almeno due persone per ora per tutta la notte.

· Venerdì è giorno di Passione, alle ore 15.00 la Via Crucis, alle ore 20.30: Solenne liturgia della Croce, nella quale realizzeremo la Colletta per la Terra Santa.

· Sabato 30 marzo, sarò a disposizione per le confessioni dalle ore 8.30 alle 11.00 e dalle 15.30 alle 19.00. Invito tutti a partecipare alla Veglia Pasquale che inizierà alle ore 21.00,  e nella quale nove ragazzi riceveranno i sacramenti...




 Commemorazione dell'ingresso di Gesù in Gerusalemme
 
ANTIFONA
 
Osanna al Figlio di Davide!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore,
il Re d'Israele!
Osanna nell'alto dei cieli. (Mt 21,9)
  
Fratelli e sorelle,
fin dall’inizio della Quaresima
abbiamo cominciato a preparare i nostri cuori
attraverso la penitenza e le opere di carità̀.
Oggi siamo qui radunati affinché con tutta la Chiesa
possiamo essere introdotti al mistero pasquale
del nostro Signore Gesù Cristo, il quale,
per dare reale compimento alla propria passione e risurrezione,
entrò nella sua città, Gerusalemme.
Seguiamo perciò̀ il Signore,
facendo memoria del suo ingresso salvifico con fede e devozione,
affinché́, resi partecipi per grazia del mistero della croce,
possiamo aver parte alla risurrezione e alla vita eterna.
 
 
Preghiamo.
Accresci, o Dio, la fede di chi spera in te
e concedi a noi tuoi fedeli,
che oggi innalziamo questi rami in onore di Cristo trionfante,
di rimanere uniti a lui, per portare frutti di opere buone.
Per Cristo nostro Signore. R. Amen.
 
VANGELO  (Mc 11,1-10)
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
 
+ Dal Vangelo secondo Marco
 
Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli e disse loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. E se qualcuno vi dirà: “Perché fate questo?”, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito”».
Andarono e trovarono un puledro legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo slegarono. Alcuni dei presenti dissero loro: «Perché slegate questo puledro?». Ed essi risposero loro come aveva detto Gesù. E li lasciarono fare.
Portarono il puledro da Gesù, vi gettarono sopra i loro mantelli ed egli vi salì sopra. Molti stendevano i propri mantelli sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi. Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano:
«Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!
Osanna nel più alto dei cieli!».
Parola del Signore.
 
 
 
 
Prima lettura     Is 50,4-7
Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi, sapendo di non restare deluso. (Terzo canto del Servo del Signore)
 
Dal libro del profeta Isaìa
 
Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo,
perché io sappia indirizzare
una parola allo sfiduciato.
Ogni mattina fa attento il mio orecchio
perché io ascolti come i discepoli.
Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio
e io non ho opposto resistenza,
non mi sono tirato indietro.
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori,
le mie guance a coloro che mi strappavano la barba;
non ho sottratto la faccia
agli insulti e agli sputi.
Il Signore Dio mi assiste,
per questo non resto svergognato,
per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di non restare confuso.
Parola di Dio
 
 
Salmo responsoriale    Sal 21
 
Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?
 
Si fanno beffe di me quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
«Si rivolga al Signore; lui lo liberi,
lo porti in salvo, se davvero lo ama!».
 
Un branco di cani mi circonda,
mi accerchia una banda di malfattori;
hanno scavato le mie mani e i miei piedi.
Posso contare tutte le mie ossa.
 
Si dividono le mie vesti,
sulla mia tunica gettano la sorte.
Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, vieni presto in mio aiuto.
 
Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all’assemblea.
Lodate il Signore, voi suoi fedeli,
gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe,
lo tema tutta la discendenza d’Israele.
 
 
Seconda lettura   Fil 2,6-11
Cristo umiliò se stesso, per questo Dio l’ha esaltato
 
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
 
Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio
l’essere come Dio,
ma svuotò se stesso
assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini.
Dall’aspetto riconosciuto come uomo,
umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome
che è al di sopra di ogni nome,
perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra,
e ogni lingua proclami:
«Gesù Cristo è Signore!»,
a gloria di Dio Padre.
Parola di Dio
 
Canto al Vangelo (Fil 2,8-9)
 
Gloria e lode a te, o Cristo!
Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte,
e alla morte di croce.
Per questo Dio l’ha esaltato
e gli ha dato il nome che è sopra ogni altro nome.
 
 
Vangelo    Mc 14,1-15,47
La passione del Signore
 
+ Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Marco
 
- Cercavano il modo di impadronirsi di lui per ucciderlo
Mancavano due giorni alla Pasqua e agli Àzzimi, e i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di catturare Gesù con un inganno per farlo morire. Dicevano infatti: «Non durante la festa, perché non vi sia una rivolta del popolo».
 
- Ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura
Gesù si trovava a Betània, nella casa di Simone il lebbroso. Mentre era a tavola, giunse una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo di puro nardo, di grande valore. Ella ruppe il vaso di alabastro e versò il profumo sul suo capo. Ci furono alcuni, fra loro, che si indignarono: «Perché questo spreco di profumo? Si poteva venderlo per più di trecento denari e darli ai poveri!». Ed erano infuriati contro di lei.
Allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché la infastidite? Ha compiuto un’azione buona verso di me. I poveri infatti li avete sempre con voi e potete far loro del bene quando volete, ma non sempre avete me. Ella ha fatto ciò che era in suo potere, ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura. In verità io vi dico: dovunque sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto».
 
- Promisero a Giuda Iscariota di dargli denaro
Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si recò dai capi dei sacerdoti per consegnare loro Gesù. Quelli, all’udirlo, si rallegrarono e promisero di dargli del denaro. Ed egli cercava come consegnarlo al momento opportuno.
 
- Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?
Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
 
- Uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà
Venuta la sera, egli arrivò con i Dodici. Ora, mentre erano a tavola e mangiavano, Gesù disse: «In verità io vi dico: uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà». Cominciarono a rattristarsi e a dirgli, uno dopo l’altro: «Sono forse io?». Egli disse loro: «Uno dei Dodici, colui che mette con me la mano nel piatto. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo, dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!».
 
- Questo è il mio corpo. Questo è il mio sangue dell’alleanza
E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
 
- Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai
Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Gesù disse loro: «Tutti rimarrete scandalizzati, perché sta scritto:
“Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse”.
Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». Pietro gli disse: «Anche se tutti si scandalizzeranno, io no!». Gesù gli disse: «In verità io ti dico: proprio tu, oggi, questa notte, prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». Ma egli, con grande insistenza, diceva: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dicevano pure tutti gli altri.
 
- Cominciò a sentire paura e angoscia
Giunsero a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego». Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate». Poi, andato un po’ innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell’ora. E diceva: «Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu». Poi venne, li trovò addormentati e disse a Pietro: «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora? Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Si allontanò di nuovo e pregò dicendo le stesse parole. Poi venne di nuovo e li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti, e non sapevano che cosa rispondergli. Venne per la terza volta e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Basta! È venuta l’ora: ecco, il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».
 
- Arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta
E subito, mentre ancora egli parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. Il traditore aveva dato loro un segno convenuto, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta». Appena giunto, gli si avvicinò e disse: «Rabbì» e lo baciò. Quelli gli misero le mani addosso e lo arrestarono. Uno dei presenti estrasse la spada, percosse il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio. Allora Gesù disse loro: «Come se fossi un brigante siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno ero in mezzo a voi nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Si compiano dunque le Scritture!». Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono. Lo seguiva però un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo, e lo afferrarono. Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo.
 
- Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?
Condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del palazzo del sommo sacerdote, e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco. I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. Molti infatti testimoniavano il falso contro di lui e le loro testimonianze non erano concordi. Alcuni si alzarono a testimoniare il falso contro di lui, dicendo: «Lo abbiamo udito mentre diceva: “Io distruggerò questo tempio, fatto da mani d’uomo, e in tre giorni ne costruirò un altro, non fatto da mani d’uomo”». Ma nemmeno così la loro testimonianza era concorde. Il sommo sacerdote, alzatosi in mezzo all’assemblea, interrogò Gesù dicendo: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?». Gesù rispose: «Io lo sono!
E vedrete il Figlio dell’uomo
seduto alla destra della Potenza
e venire con le nubi del cielo».
Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». Tutti sentenziarono che era reo di morte. Alcuni si misero a sputargli addosso, a bendargli il volto, a percuoterlo e a dirgli: «Fa’ il profeta!». E i servi lo schiaffeggiavano.
 
- Non conosco quest’uomo di cui parlate
Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle giovani serve del sommo sacerdote e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo guardò in faccia e gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù». Ma egli negò, dicendo: «Non so e non capisco che cosa dici». Poi uscì fuori verso l’ingresso e un gallo cantò. E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: «Costui è uno di loro». Ma egli di nuovo negava. Poco dopo i presenti dicevano di nuovo a Pietro: «È vero, tu certo sei uno di loro; infatti sei Galileo». Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quest’uomo di cui parlate». E subito, per la seconda volta, un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». E scoppiò in pianto.
 
- Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?
E subito, al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato. Pilato gli domandò: «Tu sei il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». I capi dei sacerdoti lo accusavano di molte cose. Pilato lo interrogò di nuovo dicendo: «Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!». Ma Gesù non rispose più nulla, tanto che Pilato rimase stupito.
A ogni festa, egli era solito rimettere in libertà per loro un carcerato, a loro richiesta. Un tale, chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio. La folla, che si era radunata, cominciò a chiedere ciò che egli era solito concedere. Pilato rispose loro: «Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Sapeva infatti che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba. Pilato disse loro di nuovo: «Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Ma essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.
 
- Intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo
Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa. Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. Poi presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.
 
- Condussero Gesù al luogo del Gòlgota
Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo. Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese.
 
- Con lui crocifissero anche due ladroni
Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. La scritta con il motivo della sua condanna diceva: «Il re dei Giudei». Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra.
 
- Ha salvato altri e non può salvare se stesso!
Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si facevano beffe di lui e dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.
 
- Gesù, dando un forte grido, spirò
Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Ecco, chiama Elia!». Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere». Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.
 
(Qui si genuflette e si fa una breve pausa)
 
Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!».
Vi erano anche alcune donne, che osservavano da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome, le quali, quando era in Galilea, lo seguivano e lo servivano, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme.
 
- Giuseppe fece rotolare una pietra all’entrata del sepolcro
Venuta ormai la sera, poiché era la Parascève, cioè la vigilia del sabato, Giuseppe d’Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anch’egli il regno di Dio, con coraggio andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, gli domandò se era morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare una pietra all’entrata del sepolcro. Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano a osservare dove veniva posto.
 Parola del Signore.
 

    GIOVEDI'  SANTO 


Gesù trascorre le ultime ore della sua vita terrena in compagnia dei suoi discepoli. Il Maestro manifesta un amore straordinario per gli apostoli, impartendo loro insegnamenti e raccomandazioni. Durante l’ultima Cena, Gesù ha mostrato - con le sue parole - l’amore infinito che aveva per i suoi discepoli e gli ha dato validità eterna istituendo l’Eucaristia, facendo dono di sé: egli ha offerto il suo Corpo e il suo Sangue sotto forma di pane e di vino perché diventassero cibo spirituale per noi e santificassero il nostro corpo e la nostra anima. Egli ha espresso il suo amore nel dolore che provava quando ha annunciato a Giuda Iscariota il suo tradimento ormai prossimo e agli apostoli la loro debolezza. Egli ha fatto percepire il suo amore lavando i piedi agli apostoli e permettendo al suo discepolo prediletto, Giovanni, di appoggiarsi al suo petto. Nella sua vita pubblica, Gesù ha raccomandato più di una volta ai suoi discepoli di non cercare di occupare il primo posto, ma di aspirare piuttosto all’umiltà del cuore. Ha detto e ripetuto che il suo regno, cioè la Chiesa, non deve essere ad immagine dei regni terreni o delle comunità umane in cui ci sono dei primi e degli ultimi, dei governanti e dei governati, dei potenti e degli oppressi. Al contrario, nella sua Chiesa, quelli che sono chiamati a reggere dovranno in realtà essere al servizio degli altri; perché il dovere di ogni credente è di non cercare l’apparenza, ma i valori interiori, di non preoccuparsi del giudizio degli uomini, ma di quello di Dio.
Nonostante l’insegnamento così chiaro di Gesù, gli apostoli continuarono a disputarsi i primi posti nel Regno del Messia.
Durante l’ultima Cena, Gesù non si è accontentato di parole, ma ha dato l’esempio mettendosi a lavare loro i piedi. E, dopo aver finito, ha detto: “Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri” (Gv 13,13-14).
La Cena si ripete nei secoli. Infatti Gesù ha investito gli apostoli e i loro successori del potere e del dovere di ripetere la Cena eucaristica nella santa Messa.
Cristo si sacrifica durante la Messa. Ma, per riprendere le parole di san Paolo, egli resta lo stesso “ieri, oggi e sempre” (Eb 13,8).
I credenti che partecipano al Sacrificio eucaristico cambiano, ma il loro comportamento nei confronti di Cristo è più o meno lo stesso di quello degli apostoli nel momento della Cena. Ci sono stati e ci sono tuttora dei santi e dei peccatori, dei fedeli e dei traditori, dei martiri e dei rinnegatori.
Volgiamo lo sguardo a noi stessi. Chi siamo? Qual è il nostro comportamento nei confronti di Cristo? Dio ci scampi dall’avere qualcosa in comune con Giuda, il traditore. Che Dio ci permetta di seguire san Pietro sulla via del pentimento. Il nostro desiderio più profondo deve però essere quello di avere la sorte di san Giovanni, di poter amare Gesù in modo tale che egli ci permetta di appoggiarci al suo petto e di sentire i battiti del suo cuore pieno d’amore; di giungere al punto che il nostro amore si unisca al suo in modo che possiamo dire con san Paolo: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Gal 2,20).


  
  VENERDI'  SANTO 

La più grande lezione che Gesù ci dà nella passione, consiste nell’insegnarci che ci possono essere sofferenze, vissute nell’amore, che glorificano il Padre.
Spesso, è la “tentazione” di fronte alla sofferenza che ci impedisce di fare progressi nella nostra vita cristiana. Tendiamo infatti a credere che la sofferenza è sempre da evitare, che non può esserci una sofferenza “santa”. Questo perché non abbiamo ancora sufficientemente fatto prova dell’amore infinito di Dio, perché lo Spirito Santo non ci ha ancora fatto entrare nel cuore di Gesù. Non possiamo immaginarci, senza lo Spirito Santo, come possa esistere un amore più forte della morte, non un amore che impedisca la morte, ma un amore in grado di santificare la morte, di pervaderla, di fare in modo che esista una morte “santa”: la morte di Gesù e tutte le morti che sono unite alla sua.
Gesù può, a volte, farci conoscere le sofferenze della sua agonia per farci capire che dobbiamo accettarle, non fuggirle. Egli ci chiede di avere il coraggio di rimanere con lui: finché non avremo questo coraggio, non potremo trovare la pace del suo amore.
Nel cuore di Gesù c’è un’unione perfetta fra amore e sofferenza: l’hanno capito i santi che hanno provato gioia nella sofferenza che li avvicinava a Gesù.
Chiediamo umilmente a Gesù di concederci di essere pronti, quando egli lo vorrà, a condividere le sue sofferenze. Non cerchiamo di immaginarle prima, ma, se non ci sentiamo pronti a viverle ora, preghiamo per coloro ai quali Gesù chiede di viverle, coloro che continuano la missione di Maria: sono più deboli e hanno soprattutto bisogno di essere sostenuti.

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La celebrazione si svolge in tre momenti: Liturgia della Parola, Adorazione della Croce, Comunione eucaristica.
In questo giorno la santa comunione ai fedeli viene distribuita soltanto durante la celebrazione della Passione del Signore; ai malati, che non possono prendere parte a questa celebrazione, si può portare la comunione in qualunque ora del giorno.
Il sacerdote e il diacono indossano le vesti di color rosso, come per la Messa.
Si recano poi all’altare e, fatta la debita riverenza, si prostrano a terra o, secondo l’opportunità, s’inginocchiano. Tutti, in silenzio, pregano per breve tempo.


VEGLIA PASQUALE NELLA NOTTE SANTA 


Veglia della Notte santa, la Madre di tutte le veglie. 
Così S. Agostino definisce questa celebrazione. 
Essa si colloca al cuore dell'Anno liturgico, al centro di ogni celebrazione. 
Ad essa si preparavano i nuovi cristiani, in essa speravano i peccatori, tutti potevano di nuovo attingere dalla mensa ai "cancelli celesti". 
Essa rappresenta Totum pasquale sacramentum. 
Infatti in essa si celebrano non solo i fatti della risurrezione, ma anche quelli della passione di Cristo.

La Veglia è suddivisa in quattro parti:
- dopo il lucernario e il preconio pasquale (che costituiscono la prima parte di questa Veglia),
- la santa Chiesa medita le meraviglie che il Signore Dio fece fin dall'inizio per il suo popolo, confidando nella sua parola e nella sua promessa (seconda parte o liturgia della Parola),
- fino al momento in cui, avvicinandosi il giorno della risurrezione, con i nuovi membri rigenerati nel Battesimo (terza parte),
- viene invitata alla mensa che il Signore ha preparato per il suo popolo, memoriale della sua morte e risurrezione, finchè egli venga (quarta parte).
Nella liturgia della Luce: esprime la notte illuminata, la notte vinta dal giorno! Con l’accensione del fuoco nuovo si celebra la vittoria della luce di Cristo risorto su tutte le tenebre del peccato, della morte, della tristezza, dell’angoscia, del dubbio, della paura. Si svolge all’aperto. Poi, illuminati dalla sola luce del cero pasquale, simbolo di Gesù risorto, tutti entrano nella sala liturgica che dal buio passa lentamente alla luce, grazie alla progressiva accensione delle candele dei credenti al grido progressivo “Cristo luce del mondo!”, fino ad illuminarsi totalmente per il canto dell’Exultet che è l’annuncio della risurrezione di Gesù Cristo.
 La liturgia della Parola: offre una serie di immagini che diventano simboli del Battesimo. In essa meditiamo come nell'antica alleanza Dio salvò il suo popolo e, nella pienezza dei tempi, ha inviato il suo Figlio per la nostra redenzione.
Essa quindi invita la Chiesa a meditare sulle meraviglie che il Signore ha compiuto per il suo popolo fin dall’inizio della creazione del mondo, per giungere alla meraviglia finale della risurrezione di Cristo. Ogni lettura è seguita da un salmo di risposta e da un’orazione che rilegge alla luce di Cristo e della sua salvezza il brano proposto all’ascolto.
 L’alleluia pasquale: il Canto al Vangelo è più articolato e solenne che nelle domeniche dell’anno. É la nostra risposta a questa meravigliosa storia di salvezza che sfocia nella Risurrezione di Cristo: è espressione di una gioia incontenibile che in questa notte invade tutto il popolo di Dio perché Cristo è risorto.
 Vangelo: il brano evangelico propone il racconto della risurrezione di Cristo tratto da un Vangelo sinottico (Matteo, Marco o Luca). È il vertice della liturgia della Parola.
Segue l’omelia.
La liturgia Battesimale: la Veglia pasquale è vissuta in pienezza quando la comunità può presentare degli adulti o dei bambini per la rinascita battesimale. Ma anche quando questo non è possibile l’assemblea celebrante deve essere consapevole che il suo rinnovamento pasquale esige un impegno più grande nelle promesse battesimali.
È qui che si porta a compimento l’iniziazione cristiana prima di tutto con il sacramento della Cresima che è detta anche confermazione, perché conferma la grazia del Battesimo nella vita dei credenti e apre alla partecipazione dell’Eucaristia.
 La liturgia Eucaristica: è il vertice di tutto il cammino quaresimale e il cuore di tutta la Veglia: tutto converge nell’Eucaristia, vertice dell’Iniziazione Cristiana. Con l’Eucaristia noi entriamo in piena comunione con il corpo di Cristo e della Chiesa. E Gesù rimane per sempre presente con i suoi discepoli, nei segni del suo donarsi, perché essi imparino a passare ogni giorno da morte a vita nella carità.
 
Proprio in questa notte in cui dal Risorto viene generata la sua Chiesa, ecco che nascono i nuovi figli di Dio: nella Veglia pasquale vengono battezzati, cresimati e ricevono l’Eucaristia i catecumeni, proprio come nella Chiesa antica, perché è il Risorto che li ha chiamati e la madre Chiesa li partorisce. I sacramenti venivano dati in un’unica celebrazione, per significare la loro intrinseca unione. Il Battesimo dona la vita del Risorto, la Cresima la conferma in noi e ci profuma con l’amore del Padre, l’Eucaristia è il vertice a cui tende tutta la vita del cristiano: un sacramento che si rinnova ad ogni celebrazione eucaristica.
 
Per analogia con questa prassi, anche la nostra Chiesa di Padova ha scelto di portare a compimento l’Iniziazione Cristiana dei ragazzi nella notte di Pasqua.
Se si è capito che in questa notte di Veglia tutti noi veniamo associati al mistero del Signore crocifisso, morto e risorto, sarà importante condurre i nostri ragazzi a questo evento della loro vita proprio in una celebrazione che è unica, antica, solenne.
Non sono i sacramenti (Battesimo, Cresima e Prima ammissione all’Eucaristia) ad aver bisogno della Veglia, ma è la Veglia ad aver bisogno dei sacramenti! Celebrando i Sacramenti nella Veglia non si aggiungono “cose in più” ma si rende ancora più chiaro ciò che la Veglia esprime.
 La Veglia pasquale nasce come radice pasquale dei sacramenti dell’Iniziazione Cristiana che sono il dono di Cristo risorto ad ogni uomo e donna, la partecipazione reale alla sua Pasqua; potremmo dire – in negativo – che la Veglia pasquale ha smarrito la sua identità più autentica proprio quando li ha perduti. L’esilio dei sacramenti dalla Veglia pasquale ne ha causato la trasformazione e contrazione, fino a renderla solo una sorta di “meditazione sulla Pasqua”.
 La forza e la fruttuosità dei sacramenti dell’Iniziazione cristiana o si realizza nella loro forza di radicarci nella Pasqua del Signore o svanisce nel nulla.











 
INIZIATIVE   IN PARROCCHIA 




 

 I compiti del Consiglio Pastorale Parrocchiale 

Vengono descritti brevemente i compiti fondamentali del CPP.
 
 Individuare alcune priorità pastorali della parrocchia o dell’Unità pastorale, alla luce della situazione e delle esigenze della parrocchia stessa in sintonia con le linee orientative diocesane e in dialogo con il vicariato.
 
 Avere a cuore l’evangelizzazione, attraverso una molteplicità di azioni e attenzioni, perché le parrocchie rendano ancora accessibile a tutti, in modo ampio e popolare, l’annuncio del Vangelo. 

 Accogliere e attuare le indicazioni che il vescovo Claudio offrirà all’intera Diocesi a fine febbraio 2024. Queste linee orientative diocesane portano a compimento il lavoro dell’Assemblea sinodale e tracciano i passi futuri dell’intera Diocesi. 

 Favorire la sinodalità, mettendo quindi in atto quei processi che coinvolgono più soggetti con passaggi graduali per maturare scelte e cambiamenti significativi per la parrocchia. Sinodalità Indicazioni rinnovo Organismi di comunione 3 implica il riconoscere i doni e i carismi di tutti i battezzati, aprendo alla corresponsabilità ecclesiale di molti; vanno conseguentemente promossi anche i ministeri battesimali, come indicato dal Sinodo diocesano.

  Attivare una comunione reale che superi l’autoreferenzialità dei singoli ambiti pastorali, attraverso una programmazione unitaria, proteggendo la parrocchia da divisioni e fratture. La programmazione unitaria non riguarda solo la compilazione del calendario parrocchiale ma l’assumere un volto e uno stile condiviso, in cui le differenze diventano dono e ricchezza. 

 Ribadire il rapporto necessario che intercorre tra Consiglio Pastorale Parrocchiale e Consiglio Parrocchiale per la Gestione Economica: le scelte economiche esprimono un pensiero pastorale e svelano il volto della parrocchia. Come nello scorso rinnovo spetta al CPP, appena costituito, indicare i membri del CPGE, secondo le indicazioni che poi verranno presentate. 

   



Nel TERRITORIO 




È il sindaco di San Giorgio delle Pertiche, l’esponente leghista Daniele Canella, il più votato delle elezioni provinciali di sabato scorso. 
A risultati definitivi infatti la sua cifra ponderata totale è di 9.285 voti, più alta del primo dei dem Luigi Bisato che si è fermato a 8.559. I due si giocano la carica di vicepresidente, che lo statuto della Provincia assegna al «consigliere anziano»,   (dal Mattino di Padova)



Calendario liturgico: (25-31 marzo 2024)

25 L Il Signore è mia luce e mia salvezza. L’unzione a Betania è un gesto profetico che anticipa la sepoltura di Gesù. I gesti della carità esprimono la fede. S. Lucia Filippini. Is 42,1-7; Sal 26; Gv 12,1-11.


26 M La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza. Gesù sa chi lo tradirà e chi lo rinnegherà. Confidiamo in Dio per restare fedeli. Ss. Baronzio e Desiderio. Is 49,1-6; Sal 70; Gv 13,21-33.36-38.

27 M O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi. Nulla, neppure il tradimento di Giuda, ferma Gesù dal compiere la volontà del Padre. B. Francesco Faà di Bruno. Is 50,4-9a; Sal 68; Mt 26,14-25.

28-31 marzo: TRIDUO PASQUALE.