Il primato è dato alla comunione.
È un monito a chi dirige la comunità, di non escludere nessuno, senza prima aver tentato ogni mezzo per correggerlo dal suo errore o dal suo peccato. Niente, infatti, è più delicato della correzione fraterna. La regola data da Cristo per la vita e la conduzione della comunità è quella di tenere presente la gradualità del procedere. Ognuno deve lasciarsi guidare dalla preoccupazione di salvaguardare, con ogni cura, la dignità della persona del fratello.
Il primato è dato, perciò, alla comunione. Deve essere salvata ad ogni costo, perché la comunione è tale solo se mette in opera ogni tentativo atto a convertire il peccatore.
Se il fratello persiste nell’errore, non sarà il giudizio della comunità in quanto tale a condannarlo, bensì il fatto che lui stesso si autoesclude dall’assemblea dei credenti. Così avviene nella scomunica pronunciata dalla Chiesa; essa non fa altro che constatare una separazione già avvenuta nel cuore e nel comportamento di un cristiano.
DOMENICA 10 XXIII Domenica del Tempo Ordinario.
MERCOLEDì 13 Ore 8.00: .
GIOVEDì 14 Ore 18.00: .
VENERDì 15 Ore 8.00: .
SABATO 16 Ore 19.00: Def. Fam. Bedin Fulvio; Cavinato Ottorino e Mozzo Antonietta; Caon Pierina, Pedron Sergio e Veneranda; Tonello Dante; Famiglia Tonello Raffaele e figlie; Famiglia Olindo Libralon e figli; Cavinato Dino; Libralon Mario e Cavinato Maria; Bedin Sonia (settimo).
DOMENICA 17 XXIV Domenica del Tempo Ordinario.
Ricominciano col mese di settembre le attività di tutti i gruppi parrocchiali; invito tutti i responsabili ad incontrare il proprio gruppo e ad abbozzare il proprio calendario con le diverse attività che poi possiamo mettere insieme e anche modificare, se necessario, per non sovrapporre le diverse iniziative che vengono svolte nella nostra piccola comunità.
Pienezza della legge è l'amore
padre Giovanni Crisci, frate cappuccino
Prima lettura Ez 33,1.7-9
«O figlio dell’uomo, io ti ho posto come sentinella per la casa d’Israele. Quando sentirai dalla mia bocca una parola, tu dovrai avvertirli da parte mia.
Se io dico al malvagio: “Malvagio, tu morirai”, e tu non parli perché il malvagio desista dalla sua condotta, egli, il malvagio, morirà per la sua iniquità, ma della sua morte io domanderò conto a te.
Ma se tu avverti il malvagio della sua condotta perché si converta ed egli non si converte dalla sua condotta, egli morirà per la sua iniquità, ma tu ti sarai salvato».
Parola di Dio
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere».
Pienezza della Legge è la carità.
Infatti: «Non commetterai adulterio, non ucciderai, non ruberai, non desidererai», e qualsiasi altro comandamento, si ricapitola in questa parola: «Amerai il tuo prossimo come te stesso».
La carità non fa alcun male al prossimo: pienezza della Legge infatti è la carità.
Parola di Dio
Dio ha riconciliato a sé il mondo in Cristo,
affidando a noi la parola della riconciliazione.
Se ti ascolterà avrai guadagnato il tuo fratello.
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».
Parola del Signore
Per i bambini
IL ROSARIO È «PREGHIERA DELLA CHIESA»
La veggente di Fatima, suor Lucia, espresse il suo desiderio che il Rosario venisse un giorno dichiarato «preghiera liturgica». Quello che possiamo affermare con certezza è che il Rosario, nel suo sviluppo secolare, ha ormai assunto il carattere pubblico di preghiera della Chiesa. All’inizio del secolo scorso, papa Leone XIII notava che «tra le molteplici forme di pietà verso Maria, la più stimata e praticata è quella così eccellente del santo Rosario», riconoscendo in esso un modo esemplare di professare «il nostro credo» e dando definitivamente a questa preghiera un ruolo pubblico nel culto della Chiesa. Sulla stessa linea, Pio XII affermerà che il Rosario non è una delle tante devozioni, ma «la devozione » della pietà popolare che «compendia tutto il Vangelo». Il periodo postconciliare vide numerosi tentativi di ridimensionamento del ruolo di Maria nella vita della Chiesa. A queste derive teologiche rispose il magistero dei papi. Così si pronunciò san Paolo VI: «Il Rosario è ormai una devozione della Chiesa». Nell’Esortazione apostolica Marialis cultus (1974), il Papa si contrappose al «gelo mariano » che si era instaurato a causa di una esposizione falsata della dottrina conciliare, e promosse un genuino culto verso la Madre di Dio. È noto a tutti che il magistero di san Giovanni Paolo II sia stato indiscutibilmente cristologico, ma con una decisa impronta mariana. Il suo contributo allo sviluppo della comprensione del Rosario è condensato nell’Enciclica Redemptoris Mater (1987), ma soprattutto nella Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae (2002). In un Angelus, all’inizio del suo pontificato (29 ottobre 1978), il papa descrisse il Rosario come «un commento-preghiera dell’ultimo capitolo della Costituzione Lumen gentium del Vaticano II».
Ai detrattori della preghiera del Rosario, papa Benedetto XVI chiariva che essa non si oppone alla liturgia, facendo intendere che, essendo una preghiera contemplativa accessibile a tutti, le è complementare. Recitare il Rosario significa «porre, come Maria, Gesù nel proprio cuore». Secondo papa Francesco, nel Rosario, «la preghiera dei semplici e dei santi», riceviamo lo stesso sguardo di fede e di amore di Maria nel contemplare i misteri di Cristo. In questa lode della Chiesa, celebriamo la misericordia di Dio che si attualizza di generazione in generazione sul modello del Magnificat «che anche noi siamo invitati a cantare come promessa di pienezza».
Calendario liturgico: (10 -17 Settembre 2023)
Col 1,24–2,3; Sal 61; Lc 6,6-11. 1
2 M Buono è il Signore verso tutti. Gesù sceglie i Dodici per farne i suoi collaboratori nell’opera redentrice. Ss. Nome di Maria (mf); S. Albeo; S. Guido.
Col 2,6-15; Sal 144; Lc 6,12-19.
13 M S. Giovanni Crisostomo (m, bianco). Buono è il Signore verso tutti. Le quattro beatitudini di Luca ci offrono un messaggio di speranza per chi soffre e si sente escluso. S. Maurilio; B. Claudio Dumonet.
Col 3,1-11; Sal 144; Lc 6,20-26.
14 GESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE (f, rosso). Non dimenticate le opere del Signore! Adorando la Croce chiediamo a Dio la fede per dare un senso alla nostra sofferenza. S. Gabriele T. Dufresse.
Nm 21,4b-9 opp. Fil 2,6-11; Sal 77; Gv 3,13-17.
15 V B.V. Maria Addolorata (m, bianco). Salvami, Signore, per la tua misericordia. Ai piedi della Croce, Maria diventa madre della Chiesa e madre nostra. S. Caterina da Genova.
Eb 5,7-9; Sal 30; Gv 19,25-27 opp. Lc 2,33-35.
16 S Ss. Cornelio e Cipriano (m, rosso). Sia benedetto il nome del Signore, da ora e per sempre. Non basta ascoltare la Parola, è ancor più necessario metterla in pratica. S. Eufemia; S. Ludmilla.
1Tm 1,15-17; Sal 112; Lc 6,43-49.
17 D XXIV Domenica del T.O. / A. XXIV sett. del T.O. - IV sett. del Salterio. S. Roberto Bellarmino. Sir 27,33 - 28,9 (NV); Sal 102; Rm 14,7-9; Mt 18,21-35.
Lucia Giallorenzo
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