sabato 15 luglio 2023

La Parola di Dio seme della vita \ 6 luglio

   16 luglio 2023 

C'è una terra buona per portare cento frutti.


Il Vangelo ci racconta - se si eccettua l’ultima frase - la storia di una catastrofe. Tutto comincia nella speranza e, nonostante questo, non tarda ad essere ridotto ad un nulla: gli uccelli mangiano il seme; il terreno pietroso gli impedisce di mettere le radici; le piante spinose lo soffocano... tutto segue il suo corso disperante.
Tuttavia, in mezzo a questa catastrofe, Dio annuncia il suo “ma”: in mezzo al campo di concentramento di Auschwitz, padre Kolbe - morendo nel "bunker della fame" - loda ancora Dio onnipotente.
Nella parabola del seminatore si incontra il “ma” di Dio: ci sono poche speranze, ma vi è almeno una terra buona per portare cento frutti.
È con gli occhi di Gesù che bisogna leggerle questo genere di storie catastrofiche. E bisogna leggerle con Gesù fino in fondo.
La prima parte mostra che tutto è vano. Eppure la storia di questa sconfitta porta ad una conclusione inattesa. Dio, nella sua infinita misericordia, non lascia che il seminatore soccomba come un personaggio tragico.
Forse abbiamo qui, davanti a noi, una legge che vale per tutte le azioni di Dio nel mondo. Poiché la causa di Dio nel mondo è spesso povera e poco appariscente. Quando la si prende a cuore, si può soccombere alla tentazione della disperazione. Ma le storie di Dio hanno un lieto fine. Anche se all’inizio nulla lascia presagirlo.
Forse Gesù non racconta solo questa storia alle persone che sono sulle rive del lago. Forse la racconta a se stesso per consolarsi. Si chiede: cosa sarà di ciò che intraprendo? Si scontra con la cecità, il rifiuto, la pedanteria e la violenza. Non è ignaro delle sconfitte. “Ma” la sua parola porta i suoi frutti nel cuore degli uomini.
 
 

Intenzioni Sante Messe

DOMENICA  16      XV Domenica del Tempo Ordinario. Ore 9.30. Gallo Pericle; Dalle Fratte Ivo; Scapin Nives, Baldin Luciano e Milena; Ore 11.00:  Cavinato Ottorino (anniversario).

Lunedì  17            Ore 8.00:  Tonello Silvano.

MARTEDì  18 Messa delle vacanze. Ore  9.00:  .

MERCOLEDì   19 Ore 8.00:  .

GIOVEDì  20      Ore 18.00:  Bragagnolo Renato e Palma.

VENERDì  21       Ore 8.00:  .

SABATO  22   Ore 19.00:  Rizzato Rizzieri; Schiavo Virginia (Teresa); Defunti Fam. Bevilaqua; Cavinato Albano, Dirce, Giovanni, Lucia e Suor Luisa; Cavarzan Angela.

DOMENICA 23 XVI Domenica del Tempo Ordinario. Ore 9.30. Betto Gianfranco (anniversario); Maggiolo Fabio, Ruggero e nonni; Ore 11.00: Fabian Adriano .

Avvisi

·  Oggi, è la terza domenica del mese, secondo l’impegno di carità che ci siamo dati raccogliamo gli alimenti per i poveri che fanno riferimento alla nostra parrocchia; trovate quindi alle porte della chiesa i cesti per il vostro dono per i poveri. Ringrazio tutti coloro che portano il loro dono, ringrazio anche coloro che lasciano il loro dono nella cesta che si trova vicino alla cassa nel supermercato vicino alla chiesa.

·  Dopo la messa delle ore 9.30, coi ministri straordinari porteremo la Comunione agli ammalati.

· Anche la prossima settimana, propongo per i ragazzi che sono a casa da scuola la messa delle vacanze martedì alle ore 9.00.

 

Gesù è il divino seminatore

Il profeta Isaia (I Lettura) evidenzia che la parola di Dio è come la pioggia che fa germogliare la terra: è viva, efficace, ha la forza di fecondare, è creatrice. Essa parte da Dio, opera meraviglie nella storia e, simile a un messaggero, ritorna solamente dopo aver compiuto la sua missione. Il salmista ci invita a lodare e a ringraziare Dio che corona l’anno con i suoi benefici, saziandoci con il frumento eucaristico e dissetandoci con l’acqua viva della sua Parola. Nel Vangelo ci viene presentata la parabola del seminatore. Gesù Cristo, Verbo incarnato, senza risparmio, a piene mani, semina continuamente la sua Parola nei solchi dell’umanità, perché porti frutti di giustizia e di pace. Rendiamoci disponibili ad ascoltare, accogliere, custodire e comprendere la sua Parola, perché porti molto frutto per noi e per i nostri fratelli, diventando terreno buono. La Parola ispirata dell’apostolo Paolo (II Lettura) alimenta in noi la speranza, facendoci considerare le sofferenze del tempo presente come le doglie del parto che annunciano cieli nuovi e terra nuova, «la vita del mondo che verrà». Lo Spirito Santo ci renda seminatori costanti e gioiosi della Parola.

Gesù rende lode al Padre per avere riservato i segreti della grazia e della gioia del Vangelo ai piccoli, cioè a coloro che si accontentano di essere guardati e giudicati dagli occhi di Dio, negandola invece ai presuntuosi, che, chiusi nella loro superbia, si considerano sapienti e dotti. 


Prima lettura      Is 55,10-11
La pioggia fa germogliare la terra.
 
Dal libro del profeta Isaìa
 
Così dice il Signore:
«Come la pioggia e la neve scendono dal cielo
e non vi ritornano senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme a chi semina
e il pane a chi mangia,
così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata».
Parola di Dio
 
 
Salmo responsoriale       Sal 64
 
Tu visiti la terra, Signore, e benedici i suoi germogli.
 
Tu visiti la terra e la disseti,
la ricolmi di ricchezze.
Il fiume di Dio è gonfio di acque;
tu prepari il frumento per gli uomini.
 
Così prepari la terra:
ne irrìghi i solchi, ne spiani le zolle,
la bagni con le piogge e benedici i suoi germogli.
 
Coroni l’anno con i tuoi benefici,
i tuoi solchi stillano abbondanza.
Stillano i pascoli del deserto
e le colline si cingono di esultanza.
 
I prati si coprono di greggi,
le valli si ammantano di messi:
gridano e cantano di gioia!
 
 
Seconda lettura    Rm 8,18-23
L’ardente aspettativa della creazione è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio.
 
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
 
Fratelli, ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi. L’ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio.
La creazione infatti è stata sottoposta alla caducità – non per sua volontà, ma per volontà di colui che l’ha sottoposta – nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio.
Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo.
Parola di Dio
 
Canto al Vangelo (Mt 13,19.23) 
 
Alleluia, alleluia.
Il seme è la parola di Dio,
il seminatore è Cristo:
chiunque trova lui, ha la vita eterna.
 
 
 
Vangelo          Mt 13,1-23
Il seminatore uscì a seminare.
 
+ Dal Vangelo secondo Matteo
 
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono.
Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice:
“Udrete, sì, ma non comprenderete,
guarderete, sì, ma non vedrete.
Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,
sono diventati duri di orecchi
e hanno chiuso gli occhi,
perché non vedano con gli occhi,
non ascoltino con gli orecchi
e non comprendano con il cuore
e non si convertano e io li guarisca!”.
Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!
Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».
Parola del Signore.
 

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Per i  bambini













 

LA STIMA DEI PADRI DELLA CHIESA

                Nella liturgia il canto accomuna tutti coloro che professano la fede, facendo avvertire – come dicevano i Padri della Chiesa – quell’«una vox» (unica voce) che contraddistingue l’espressione della preghiera comunitaria. L’intento omiletico dei Padri non si rivolgeva tanto all’aspetto tecnico del canto (riconosciuto necessario), quanto in primo luogo alla sua efficacia spirituale. In particolare, nel promuovere il canto dei salmi, essi si concentravano sulla formazione della comunità che, radunata per la preghiera, attingeva dal canto sacro (melopéa) la forza spirituale per crescere come membra armoniose del corpo di Cristo. Così, per esempio, si esprime Ignazio di Antiochia sul finire del I secolo: «Ciascuno di voi si studi di far coro. Nell’armonia della concordia e prendendo nell’unità il tono di Dio, per mezzo di Gesù Cristo a una sola voce inneggiate al Padre, ed egli vi ascolterà e vi riconoscerà, dalle vostre opere buone, membra del suo Figlio» (Lett. agli Efesini IV,1-2). Il canto è stimato dai Padri per le sue diverse valenze, tra le quali il ritmare e il permeare la vita quotidiana con la lode continua, la sua capacità di favorire lo spirito comunitario: «La salmodia procura il massimo dei beni, l’amore, in quanto introduce l’uso del canto comune come una specie di vincolo di concordia, e in quanto fonde armoniosamente la moltitudine nella sinfonia di un solo coro» (Basilio, In Ps. 1,2).
             L’efficacia spirituale del canto si condensa nel celebre detto agostiniano: «Canti la voce, canti la vita, cantino le opere», espressione che lega l’impegno del canto liturgico al rinnovamento della vita e, di conseguenza, alla testimonianza operosa (Agostino, Enarr. in Ps. 148,2). La circolarità di “voce-vita-opere” è sinonimo dell’armonia e bellezza della fede: il canto liturgico è, infatti, davvero espressione della fede che investe tutte le dimensioni e le circostanze dell’esistenza. Nel IV secolo Ambrogio di Milano usa, a questo riguardo, la significativa espressione «Fidei canora confessio» (la professione cantata della fede) per descrivere come la dolcezza del canto sia connaturale alla fede che loda Dio, «espressione di autentica devozione, gioia di libertà, grido di giubilo, suono di letizia» (Enarr. in Ps. 1).

M° Sergio Militello


Calendario liturgico: (16-16 luglio 2023)

17 L Il nostro aiuto è nel nome del Signore. Gesù è venuto a portare la pace del regno di Dio. Per seguire Gesù ci vogliono scelte decisive. S. Marcellina; S. Leone IV; S. Giacinto. 


18 M Voi che cercate Dio, fatevi coraggio. Il rimprovero di Gesù è rivolto alle città che non hanno saputo cogliere il tempo opportuno della conversione. S. Federico; S. Materno; S. Arnolfo.

19 M Misericordioso e pietoso è il Signore.
 Nella sua benevolenza il Padre ha deciso di rivelare ai piccoli i propri tesori, e di nasconderli ai sapienti e agli intelligenti. S. Macrina; S. Simmaco.

20 G Il Signore si è sempre ricordato della sua alleanza. Il giogo di Gesù è leggero e conduce alla libertà dal peccato e alla verità. S. Apollinare (mf); S. Aurelio.


21 V Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore. Il valore della misericordia supera il limite imposto dal sacrificio, in esso non c’è giudizio ma libertà e amore. S. Lorenzo da Brindisi (mf); S. Prassede; S. Alberico Crescitelli. 

22 S S. Maria Maddalena (f, bianco). Ha sete di te, Signore, l’anima mia.
 Il Signore dispone delle sue cose come vuole, nella sua bontà elargisce a ciascuno i suoi beni, da accogliere senza invidia. S. Gualtiero; B. Agostino da Biella.


23 D XVI Domenica del T.O. / A. XVI sett. del T.O. - IV sett. del Salterio. S. Brigida patr. d’Europa. Sap 12,13.16-19; Sal 85; Rm 8,26-27; Mt 13,24-43.

Lucia Giallorenzo


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