sabato 5 giugno 2021

SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO - 6 giugno 2021

 6 giugno 2021

SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO (ANNO B)

COME RENDEREMO GRAZIE PER UN COSÌ GRANDE DONO?

Gesù ci ha promesso di stare con noi fino alla fine del mondo (Mt 28,20).
 Egli ha mantenuto la sua parola in molti modi.
 Egli è con noi nella sua parola, che è sempre una parola viva e santa, che conduce al Padre chi ad essa si affida. 
Egli è presente, ancora di più, nel sacramento del suo corpo e del suo sangue.
E ciò merita certo una festa. Questo sacramento ci colma, innanzi tutto perché fa arrivare fino a noi l’“incarnazione” del Verbo divino: Dio continua a venire per restare.
 Non ci abbandonerà più. In secondo luogo, questo sacramento ci nutre: alimenta in noi quella vita divina che è la nostra vera vita, poiché è eterna. Questo sacramento, infine, ci fa vedere, sotto forma di pane e di vino, colui che gli apostoli hanno visto, ma, proprio come Gesù di Nazaret non era visto da tutti come il Messia, il sacramento del suo corpo e del suo sangue non convince tutti. 
Per chi si ferma alle apparenze, tale sacramento non costituisce una prova, poiché ciò che si vede non basta. Infatti si vede solo ciò che si lascia vedere. 
Per il credente invece, cioè per chi si lascia raggiungere dall’amore di Dio, questo sacramento è il più grande fra i segni, il segno che mette in comunione con Gesù stesso. 
Il credente è da esso trasfigurato, il suo peccato è purificato, grazie ad esso pregusta il banchetto promesso: quello delle nozze del Figlio.
 

Intenzioni Sante Messe

DOMENICA  06        SS. Corpo e Sangue di Cristo. Ore 9.00

:  Bertapelle Armando; Caon Giuseppe e Fam. Def.; Bedin Luigi, Assunta e Tecla; Favaro Agnese; Secondo l’intenzione dell’offerente.
Ore 11.00: Pro Populo.

LUNEDì  07 Ore  8.00:  .

MARTEDì  08 Ore 15.00:  .

MERCOLEDì  09 Ore 8.00:  .

GIOVEDì  10 Ore 15.00:  .

VENERDì  11 Ore 20.30:  Secondo l’intenzione dell’offerente.

SABATO  12 Ore 19.00:  Agostini Sereno e Dorina; Cavinato Gino, Ida e Agostini Tarcisio; Cavinato Ottorino; Schiavo Virginia (Teresa); Rizzato Rizzieri.

DOMENICA  13 XI Domenica del Tempo Ordinario. Ore 9.00:  Nicoletti Lino, Marchetto Bruno, Massarotto Gino e Settimo Livia; Caon Zita; Morosinotto Franco; Dalle Fratte Ivo; Favaro Agnese; Sgarbossa Antonio; Bedin Olinda. Ore 11.00: Pro Populo. Ore 19.30 al capitello di S. Antonio in Via Lardona: Def. Fam. Cavinato; Perusin Andrea.

  

Avvisi

· Lunedì 7 giugno, alle ore 21.00, invito i giovanissimi che hanno dato la loro disponibilità per il Grest, in sala Borsi, organizziamo i diversi gruppi di lavoro e formazione per il Grest; che quest’anno si intitola ‘SPLASH’ (vuole ricordare l’acqua… l’acqua del Battesimo!), accoglierà i ragazzi dalla 1 elementare alla terza media (a numero chiuso, solo 75!) e si svolgerà dal 19 al 30 luglio.

· Venerdì 11 giugno cade la festa del Sacro Cuore di Gesù, nostro patrono, quest’anno non è ancora possibile per noi organizzare la Sagra paesana, invito tutti però alla celebrazione Eucaristica in cui pregheremo perché il Sacro Cuore effonda su noi tutti la sua pace e la sua benedizione.

· Domenica 13 giugno, dopo la messa delle ore 9.00, coi ministri straordinari porteremo la Comunione agli ammalati.

· Domenica 13 giugno, alle ore 9.00, accoglieremo nella nostra comunità parrocchiale col Battesimo: Riccardo Zannini di Cristian e Laura Santini e Luca Carlesso di Michele ed Elisa Santini; alle ore 11.00, accoglieremo anche Gioele Bertapelle di Daniele e Cristina Frasson; a questi bambini e ai loro genitori i nostri più sinceri auguri di ogni bene.

· Domenica 13 giugno per noi della provincia e della diocesi di Padova è la festa di S. Antonio, come  è ormai tradizione vogliamo onorare  il Santo dei miracoli  con una celebrazione  al capitello di Via Lardona,  ci diamo appuntamento allora alle ore 19.30, per la celebrazione della messa in memoria di S. Antonio.





 
Gesù istituisce l’Eucaristia durante la cena pasquale. 
Dando il suo Corpo e versando il suo Sangue egli precede le azioni del nemico facendo della sua morte un’offerta a Dio. 
Ogni celebrazione eucaristica attualizza l’unico sacrificio di Cristo Salvatore, il sacrificio della Croce, ed è per questo anche memoriale del suo amore smisurato


Prima lettura    Es 24,3-8
Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi.
 
Dal libro dell’Èsodo
 
In quei giorni, Mosè andò a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo rispose a una sola voce dicendo: «Tutti i comandamenti che il Signore ha dato, noi li eseguiremo!».
Mosè scrisse tutte le parole del Signore. Si alzò di buon mattino ed eresse un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d’Israele. Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore.
Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l’altra metà sull’altare. Quindi prese il libro dell’alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: «Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto».
Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: «Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!».
Parola di Dio
 
 
Salmo responsoriale
 
  Sal 115
 
Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore.

 
Che cosa renderò al Signore,
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.
 
Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.
Io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.
 
A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo.
 
 
Seconda lettura      Eb 9,11-15
Il sangue di Cristo purificherà la nostra coscienza.
 
Dalla lettera agli Ebrei
 
Fratelli, Cristo è venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso una tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano d’uomo, cioè non appartenente a questa creazione. Egli entrò una volta per sempre nel santuario, non mediante il sangue di capri e di vitelli, ma in virtù del proprio sangue, ottenendo così una redenzione eterna.
Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano purificandoli nella carne, quanto più il sangue di Cristo – il quale, mosso dallo Spirito eterno, offrì se stesso senza macchia a Dio – purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte, perché serviamo al Dio vivente?
Per questo egli è mediatore di un’alleanza nuova, perché, essendo intervenuta la sua morte in riscatto delle trasgressioni commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l’eredità eterna che era stata promessa.
Parola di Dio
 
Sequenza

[Sion, loda il Salvatore,
la tua guida, il tuo pastore
con inni e cantici.
 
Impegna tutto il tuo fervore:
egli supera ogni lode,
non vi è canto che sia degno.
 
Pane vivo, che dà vita:
questo è tema del tuo canto,
oggetto della lode.
 
Veramente fu donato
agli apostoli riuniti
in fraterna e sacra cena.
 
Lode piena e risonante,
gioia nobile e serena
sgorghi oggi dallo spirito.
 
Questa è la festa solenne
nella quale celebriamo
la prima sacra cena.
 
È il banchetto del nuovo Re,
nuova Pasqua, nuova legge;
e l'antico è giunto a termine.
 
Cede al nuovo il rito antico,
la realtà disperde l'ombra:
luce, non più tenebra.
 
Cristo lascia in sua memoria
ciò che ha fatto nella cena:
noi lo rinnoviamo.
 
Obbedienti al suo comando,
consacriamo il pane e il vino,
ostia di salvezza.
 
È certezza a noi cristiani:
si trasforma il pane in carne,
si fa sangue il vino.
 
Tu non vedi, non comprendi,
ma la fede ti conferma,
oltre la natura.
 
È un segno ciò che appare:
nasconde nel mistero
realtà sublimi.
 
Mangi carne, bevi sangue;
ma rimane Cristo intero
in ciascuna specie.
 
Chi ne mangia non lo spezza,
né separa, né divide:
intatto lo riceve.
 
Siano uno, siano mille,
ugualmente lo ricevono:
mai è consumato.
 
Vanno i buoni, vanno gli empi;
ma diversa ne è la sorte:
vita o morte provoca.
 
Vita ai buoni, morte agli empi:
nella stessa comunione
ben diverso è l’esito!
 
Quando spezzi il sacramento
non temere, ma ricorda:
Cristo è tanto in ogni parte,
quanto nell’intero.
 
È diviso solo il segno
non si tocca la sostanza;
nulla è diminuito
della sua persona.]
 
Ecco il pane degli angeli,
pane dei pellegrini,
vero pane dei figli:
non dev’essere gettato.
 
Con i simboli è annunziato,
in Isacco dato a morte,
nell'agnello della Pasqua,
nella manna data ai padri.
 
Buon pastore, vero pane,
o Gesù, pietà di noi:
nutrici e difendici,
portaci ai beni eterni
nella terra dei viventi.
 
Tu che tutto sai e puoi,
che ci nutri sulla terra,
conduci i tuoi fratelli
alla tavola del cielo
nella gioia dei tuoi santi.
 

Canto al Vangelo (Gv 6,51)

Alleluia, alleluia.

Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore,
se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.
Alleluia.
 
 
Vangelo    Mc 14,12-16.22-26
Questo è il mio corpo. Questo è il mio sangue.
 
+ Dal Vangelo secondo Marco

 
Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?».
Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi».
I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti.
E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
Parola del Signore



Venerdì 11 giugno 2021:
 Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù
 Il nostro Dio ha un «cuore di carne»

La solennità del Sacro Cuore ci introduce nel mistero di un Dio che non teme di confrontarsi con tutto l’umano. 
Il Verbo, fatto carne, assume fino in fondo ogni aspetto della vita umana in virtù di un’offerta compiuta una volta per sempre e in modo radicale. 
Il Cuore di Cristo rispecchia il mistero di Dio che entra nelle fibre più nascoste dell’Incarnazione.
 Il Cuore è garanzia dell’autenticità della sua reale umanità. 

Nulla è fittizio in Cristo; tutto è concretezza che si fa misericordia: «In Cristo, Dio ha assunto davvero un “cuore di carne”.
 Egli non ha soltanto un cuore divino, ricco di misericordia e di perdono, ma anche un cuore umano, capace di tutte le vibrazioni dell’affetto» (san Giovanni Paolo II). 
Il Sacro Cuore permette di sondare l’amore senza limiti del Verbo: la sua misericordia si estende al di là dei confini della Chiesa proprio perché il Cuore di Cristo apre un dialogo d’amicizia con ogni uomo (Dei Verbum 2). 
Chiediamoci: è ancora proponibile il culto del Sacro Cuore? 
Negli ultimi anni, infatti, sono emerse delle obiezioni contro questa devozione.
 Non di rado si sostiene che alla spiritualità del Sacro Cuore si dovrebbe sostituire quella eucaristica, sottintendendo che la spiritualità rivolta al mistero eucaristico sarebbe un frutto del Concilio Vaticano II, mentre la spiritualità del Sacro Cuore sarebbe un culto a carattere privato e superato, tipico di una mentalità preconciliare che ebbe il suo apice nell’enciclica Haurietis aquas di Pio XII (1956). 
Al contrario, noi affermiamo che tra Eucaristia e Sacro Cuore vi è perfetta corrispondenza, grazie all’unità dell’economia salvifica che trova nell’Incarnazione e nella Pasqua la sua massima espressione: «Il nostro Dio ha un cuore. 
Anzi un cuore di carne, si è fatto carne proprio per poter soffrire con noi ed essere con noi nelle nostre sofferenze» (Benedetto XVI).

 don Michele G. D’Agostino, ssp


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