Gli scribi e i farisei gli condussero una donna
sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e
gli dissero: «Maestro, questa donna è stata
sorpresa in flagrante adulterio.
Ora Mosè,nella Legge, ci ha comandato di lapidare
donne come questa.
Tu che ne dici?».
Dicevano questo per metterlo alla prova e
per avere motivo di accusarlo. […]
Gesù… disse loro: «Chi di voi è senza peccato,
getti per primo la pietra contro di lei».
E, chinatosi di nuovo, scriveva per
terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno
per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là inmezzo.
Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna,
dove sono? Nessuno ti ha condannata?».
E della rispose: «Nessuno, Signore».
E Gesù disse: «Neanch'io ti condanno; va’ e d’ora in
poi non peccare più».
IN AZIONE
Marianella viene uccisa tre anni dopo il santo Oscar Romero: da lui aveva imparato la denuncia audace, intransigente ma disarmata.
Da Romero aveva appreso anche il CORAGGIO della fede: come lui aveva ricevuto prima avvertimenti e poi pesanti minacce di morte.
E tuttavia, senza voler andar in cerca del martirio, continuò la sua battaglia non violenta contro una situazione che chiaramente violava i diritti umani, cioè la dignità dovuta ad ogni figlio di Dio.
Le armi della sua coraggiosa lotta furono la penna e la parola, la fede e la preghiera, l’umiltà e la vicinanza al popolo.
Marianella è oggi testimone, per tutti i laici cristiani, di come si possa vivere la propria vocazione a trasformare le “spade in aratri”, coniugando cuore e intelligenza, carità e competenza professionale.
Scrisse il giornalista Paolo Giuntella: “Alla fine la ragione della croce, apparentemente perdente nella storia, vincerà la ragione della spada e riscatterà la storia dell’uomo”, riscatterà l’orgoglio e l’indifferenza.
Questa è la speranza che animava Marianella, questo è il coraggio della fede che non fa girare dall’altra parte quando agli occhi si presentano situazioni di ingiustizia!
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