sabato 16 novembre 2024

Vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria

 Domenica 17 Novembre 2024

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO


Vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria

Quando si chiede ad un bambino della seconda metà del ventesimo secolo che cosa sia per lui la fine del mondo, risponde in termini di catastrofe e di annientamento, così come suggeriscono la bomba atomica e l’inquinamento. 
Ma quando si interroga Gesù sulla fine dei tempi, risponde in termini di pienezza e di ritorno. 
Egli afferma con forza che il Figlio dell’uomo ritornerà; non, come è già venuto, per annunciare il regno (Mc 1,15) e il tempo della misericordia (Gv 3,17), ma perché tutto si compia (1Cor 15,28). 
Allora ognuno troverà il proprio posto (1Cor 14,2-3) e otterrà la sua ricompensa in funzione delle proprie opere (Mt 16,27). 
La predicazione di Gesù è carica di questa preoccupazione: aprire gli occhi agli uomini sui segni premonitori di questa fine del mondo che non sarà una caduta nel nulla, ma un ingresso nella gloria. 
Ma ciò che resta e resterà nascosto, è la data di questo istante. 
Questo è un segreto del Padre. Egli non l’ha ancora svelato. 
Ecco perché la Parola (il Figlio) non lo sa. Il Padre non ha ancora espresso questo pensiero, per via della sua pazienza infinita e della sua bontà illimitata (2Pt 3,9). I
nutile insistere (At 1,6-7) e chiedere: “Perché?”. 
Per il momento, questo non ci riguarda e non è nemmeno utile per noi saperlo.
 La sola cosa che conta è sapere che questo ritorno di Cristo ci sarà e che bisogna prepararsi ad esso, altrimenti ci si ritroverà irrimediabilmente esclusi dal Regno (Mt 25,11-12; Lc 13,25).

Intenzioni Sante Messe

SABATO   16       
Ore 18.30:   Def. Fam. Bedin Fulvio; Spanesi Ugo; Cavinato Ottorino e Mozzo Antonietta; Bedin Marcello e genitori; Bragagnolo Renato, Beghin Palma e Suor Giulia.

DOMENICA  17      XXXIII Domenica del T.O
Ore 9.30: Badan Bruno e Diego; Dalle Fratte Ivo e Giuseppe; Gallo Pericle; Lella Erasmo; Nalesso Dino, Adelina, Luigi e Bruno
Ore 11.00:  Pro Populo.

Lunedì  18       Ore  8.00:   ; Ore 20.00: Salviato Ottorino (settimo).

MARTEDì  19   Ore  15.00:  .     
        
MERCOLEDì  20 Ore  8.00:  .     

GIOVEDì  21   Ore  15.00:  Cavinato Gino e Ida.

VENERDì  22   Ore  8.00:
  .
SABATO 23 Ore 18.30:  Rizzato Rizzieri; Schiavo Virginia (Teresa); Cavinato Antonio e Stocco Onorina; Cavinato Maria  (trigesimo).

DOMENICA  24 Cristo Re dell’Universo. 
Ore 9.30.  Nicoletti Lino e Fam. Def., Zanon Regina e Pasquale, Carraro Maria, Marchetto Bruno, Massarotto Gino e Settimo Livia;  Cherubin Livia; Favaro Gastone e Fam. Def. . 
Ore 11.00:  Pro Populo.


 
Avvisi

· Oggi, è terza domenica del mese, secondo l’impegno di carità che ci siamo dati raccogliamo gli alimenti per i poveri.

· Oggi, dopo la messa delle ore 9.30, coi ministri straordinari porteremo la Comunione agli ammalati.

· Oggi, nel pomeriggio, alle ore 14.00, in sala Borsi, le volontarie del NOI Donne organizzano la Tombola per i nonni della terza età.

· Mercoledì 20 novembre, alle ore 21.00, in sala Borsi, ci sarà il secondo incontro per i genitori dei ragazzi dell’Ultima Quaresima (ragazzi di 5^ elementare).

· Giovedì  21 novembre, alle ore 20.45, in sala Borsi, ci sarà l’incontro del Consiglio Parrocchiale per la Gestione Economica (CPGE).

· Domenica prossima con la festa di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo concluderemo l’anno liturgico. Alle ore 9.30, P. Giovanni celebrerà la Santa Messa con noi prima di ritornare in Togo nella sua missione. Ho pensato  ad una raccolta speciale proprio per i suoi ragazzi quelli ai quali lui si impegna a dare una solida istruzione con la scuola e col pranzo ogni giorno… sono centinaia i ragazzi che proprio per la sua opera riescono ad ottenere un diploma, qualcuno anche a frequentare l’università tutti ad uscire dall’analfabetismo. Vogliamo quindi sostenerlo col nostro aiuto, al termine delle messe domenica prossima troverete alle porte della chiesa i cesti per la vostra offerta.


Un nuovo cammino di salvezza

Siamo nel contesto della conclusione dell’anno liturgico e nelle celebrazioni e feste che caratterizzano questo tempo possiamo vedere come l’immagine di un mondo che sta finendo e sul quale il Signore pronuncia il suo giudizio. Il Vangelo descrive tutto questo con il linguaggio popolare di impressionanti fenomeni, cari alla tradizione biblica: «Il sole si oscurerà, le stelle cadranno dal cielo, le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte». Questo può essere visto anche come il momento in cui il Signore traccia alle nostre comunità, per il nuovo anno liturgico che inizieremo, il cammino della salvezza, che le conduce “alla vita eterna”, e il cammino della conversione, che le preserva “dalla vergogna” della condanna (I Lettura). Sarà il tuo cammino e il cammino della tua comunità. Quanto all’affermazione che neppure il Figlio conosce il momento della fine del mondo («Quanto a quel giorno… nessuno lo sa, né gli angeli del cielo né il Figlio, eccetto il Padre»), essa vuole indicare che lo svelare questa fine non rientra nella missione di Gesù, ma spetta solo al Padre. È lui il Signore del tempo e della storia. Lui solo ne conosce l’inizio e la fine.
don Primo Gironi, ssp, biblista


PRIMA LETTURA (Dn 12,1-3)
In quel tempo sarà salvato il tuo popolo.

Dal libro del profeta Daniele

In quel tempo, sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo.
Sarà un tempo di angoscia, come non c’era stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro.
Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna.
I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre.
Parola di Dio


SALMO REPONSORIALE (Sal 15)


Rit: Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.

Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.


SECONDA LETTURA (Eb 10,11-14.18)
Cristo con un’unica offerta ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.

Dalla lettera agli Ebrei

Ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e a offrire molte volte gli stessi sacrifici, che non possono mai eliminare i peccati.
Cristo, invece, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi. Infatti, con un’unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.
Ora, dove c’è il perdono di queste cose, non c’è più offerta per il peccato.
Parola di Dio


Canto al Vangelo (Lc 21,36)

Alleluia. Alleluia.
Vegliate in ogni momento pregando,
perché abbiate la forza di comparire davanti al Figlio dell’uomo.


VANGELO (Mc 13,24-32)
Il Figlio dell'uomo radunerà i suoi eletti dai quattro venti.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In quei giorni, dopo quella tribolazione,
il sole si oscurerà,
la luna non darà più la sua luce,
le stelle cadranno dal cielo
e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».
Parola del Signore





MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
VIII GIORNATA MONDIALE DEI POVERI
Domenica XXXIII del Tempo Ordinario      17 novembre 2024
 
La preghiera del povero sale fino a Dio (cfr Siracide 21,5)
 
Cari fratelli e sorelle!
1. La preghiera del povero sale fino a Dio (cfr Sir 21,5). Nell’anno dedicato alla preghiera, in vista del Giubileo Ordinario 2025, questa espressione della sapienza biblica è quanto mai appropriata per prepararci all’VIII Giornata Mondiale dei Poveri, che ricorrerà il 17 novembre prossimo. La speranza cristiana abbraccia anche la certezza che la nostra preghiera giunge fino al cospetto di Dio; ma non qualsiasi preghiera: la preghiera del povero! Riflettiamo su questa Parola e “leggiamola” sui volti e nelle storie dei poveri che incontriamo nelle nostre giornate, perché la preghiera diventi via di comunione con loro e di condivisione della loro sofferenza.
2. Il libro del Siracide, a cui facciamo riferimento, non è molto conosciuto, e merita di essere scoperto per la ricchezza di temi che affronta soprattutto quando tocca la relazione dell’uomo con Dio e il mondo. Il suo autore, Ben Sira, è un maestro, uno scriba di Gerusalemme, che scrive probabilmente nel II secolo a.C. È un uomo saggio, radicato nella tradizione d’Israele, che insegna su vari campi della vita umana: dal lavoro alla famiglia, dalla vita in società all’educazione dei giovani; pone attenzione ai temi legati alla fede in Dio e all’osservanza della Legge. Affronta i problemi non facili della libertà, del male e della giustizia divina, che sono di grande attualità anche per noi oggi. Ben Sira, ispirato dallo Spirito Santo, intende trasmettere a tutti la via da seguire per una vita saggia e degna di essere vissuta davanti a Dio e ai fratelli.
3. Uno dei temi a cui questo autore sacro dedica maggior spazio è la preghiera. Egli lo fa con molto ardore, perché dà voce alla propria esperienza personale. In effetti, nessuno scritto sulla preghiera potrebbe essere efficace e fecondo se non partisse da chi ogni giorno sta alla presenza di Dio e ascolta la sua Parola. Ben Sira dichiara di aver ricercato la sapienza fin dalla giovinezza: «Quando ero ancora giovane, prima di andare errando, ricercai assiduamente la sapienza nella mia preghiera» (Sir 51,13).
4. In questo suo percorso, egli scopre una delle realtà fondamentali della rivelazione, cioè il fatto che i poveri hanno un posto privilegiato nel cuore di Dio, a tal punto che, davanti alla loro sofferenza, Dio è “impaziente” fino a quando non ha reso loro giustizia: «La preghiera del povero attraversa le nubi né si quieta finché non sia arrivata; non desiste finché l’Altissimo non sia intervenuto e abbia reso soddisfazione ai giusti e ristabilito l’equità. Il Signore certo non tarderà né si mostrerà paziente verso di loro” (Sir 35,21-22). Dio conosce le sofferenze dei suoi figli, perché è un Padre attento e premuroso verso tutti. Come Padre, si prende cura di quelli che ne hanno più bisogno: i poveri, gli emarginati, i sofferenti, i dimenticati... Ma nessuno è escluso dal suo cuore, dal momento
che, davanti a Lui, tutti siamo poveri e bisognosi. Tutti siamo mendicanti, perché senza Dio saremmo nulla. Non avremmo neppure la vita se Dio non ce l’avesse donata. E, tuttavia, quante volte viviamo come se fossimo noi i padroni della vita o come se dovessimo conquistarla! La mentalità mondana chiede di diventare qualcuno, di farsi un nome a dispetto di tutto e di tutti, infrangendo regole sociali pur di giungere a conquistare ricchezza. Che triste illusione! La felicità non si acquista calpestando il diritto e la dignità degli altri.
La violenza provocata dalle guerre mostra con evidenza quanta arroganza muove chi si ritiene potente davanti agli uomini, mentre è miserabile agli occhi di Dio. Quanti nuovi poveri produce questa cattiva politica fatta con le armi, quante vittime innocenti! Eppure, non possiamo indietreggiare. I discepoli del Signore sanno che ognuno di questi “piccoli” porta impresso il volto del Figlio di Dio, e ad ognuno deve giungere la nostra solidarietà e il segno della carità cristiana. «Ogni cristiano e ogni comunità sono chiamati ad essere strumenti di Dio per la liberazione e la promozione dei poveri, in modo che essi possano integrarsi pienamente nella società; questo suppone che siamo docili e attenti ad ascoltare il grido del povero e soccorrerlo» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 187).
5. In questo anno dedicato alla preghiera, abbiamo bisogno di fare nostra la preghiera dei poveri e pregare insieme a loro. È una sfida che dobbiamo accogliere e un’azione pastorale che ha bisogno di essere alimentata. In effetti, «la peggior discriminazione di cui soffrono i poveri è la mancanza di attenzione spirituale. L’immensa maggioranza dei poveri possiede una speciale apertura alla fede; hanno bisogno di Dio e non possiamo tralasciare di offrire loro la sua amicizia, la sua benedizione, la sua Parola, la celebrazione dei Sacramenti e la proposta di un cammino di crescita e di maturazione nella fede. L’opzione preferenziale per i poveri deve tradursi principalmente in un’attenzione religiosa privilegiata e prioritaria» (ivi, 200).
Tutto questo richiede un cuore umile, che abbia il coraggio di diventare mendicante. Un cuore pronto a riconoscersi povero e bisognoso. Esiste, infatti, una corrispondenza tra povertà, umiltà e fiducia. Il vero povero è l’umile, come affermava il santo vescovo Agostino: «Il povero non ha di che inorgoglirsi, il ricco ha l’orgoglio da combattere. Ascoltami perciò: sii un vero povero, sii virtuoso, sii umile» (Discorsi, 14, 4). L’umile non ha nulla da vantare e nulla pretende, sa di non poter contare su sé stesso, ma crede fermamente di potersi appellare all’amore misericordioso di Dio, davanti al quale sta come il figlio prodigo che torna a casa pentito per ricevere l’abbraccio del padre (cfr Lc 15,11-24). Il povero, non avendo nulla a cui appoggiarsi, riceve forza da Dio e in Lui pone tutta la sua fiducia. Infatti, l’umiltà genera la fiducia che Dio non ci abbandonerà mai e non ci lascerà senza risposta.
6. Ai poveri che abitano le nostre città e fanno parte delle nostre comunità dico: non perdete questa certezza! Dio è attento a ognuno di voi e vi è vicino. Non vi dimentica né potrebbe mai farlo. Tutti facciamo esperienza di una preghiera che sembra rimanere senza risposta. A volte chiediamo di essere liberati da una miseria che ci fa soffrire e ci umilia e Dio sembra non ascoltare la nostra
invocazione. Ma il silenzio di Dio non è distrazione dalle nostre sofferenze; piuttosto, custodisce una parola che chiede di essere accolta con fiducia, abbandonandoci in Lui e alla sua volontà. È ancora il Siracide che lo attesta: “Il giudizio di Dio sarà a favore del povero” (cfr 21,5). Dalla povertà, dunque, può sgorgare il canto della più genuina speranza. Ricordiamoci che «quando la vita interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l’entusiasmo di fare il bene. […] Questa non è la vita nello Spirito che sgorga dal cuore di Cristo risorto» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 2).
7. La Giornata Mondiale dei Poveri è diventata ormai un appuntamento per ogni comunità ecclesiale. È un’opportunità pastorale da non sottovalutare, perché provoca ogni credente ad ascoltare la preghiera dei poveri, prendendo coscienza della loro presenza e necessità. È un’occasione propizia per realizzare iniziative che aiutano concretamente i poveri, e anche per riconoscere e dare sostegno ai tanti volontari che si dedicano con passione ai più bisognosi. Dobbiamo ringraziare il Signore per le persone che si mettono a disposizione per ascoltare e sostenere i più poveri. Sono sacerdoti, persone consacrate, laici e laiche che, con la loro testimonianza, danno voce alla risposta di Dio alla preghiera di quanti si rivolgono a Lui. Il silenzio, dunque, si spezza ogni volta che un fratello nel bisogno viene accolto e abbracciato. I poveri hanno ancora molto da insegnare, perché in una cultura che ha messo al primo posto la ricchezza e spesso sacrifica la dignità delle persone sull’altare dei beni materiali, loro remano contro corrente evidenziando che l’essenziale per la vita è ben altro.
La preghiera, quindi, trova nella carità che si fa incontro e vicinanza la verifica della propria autenticità. Se la preghiera non si traduce in agire concreto è vana; infatti «la fede senza le opere è morta» (Gc 2,26). Tuttavia, la carità senza preghiera rischia di diventare filantropia che presto si esaurisce. «Senza la preghiera quotidiana vissuta con fedeltà, il nostro fare si svuota, perde l’anima profonda, si riduce ad un semplice attivismo» (BENEDETTO XVI, Catechesi, 25 aprile 2012). Dobbiamo evitare questa tentazione ed essere sempre vigili con la forza e la perseveranza che proviene dallo Spirito Santo che è datore di vita.
8. In questo contesto è bello ricordare la testimonianza che ci ha lasciato Madre Teresa di Calcutta, una donna che ha dato la vita per i poveri. La Santa ripeteva continuamente che era la preghiera il luogo da cui attingeva forza e fede per la sua missione di servizio agli ultimi. Quando, il 26 ottobre 1985, parlò nell’Assemblea Generale dell’ONU, mostrando a tutti la corona del Rosario che teneva sempre in mano disse: «Io sono soltanto una povera suora che prega. Pregando, Gesù mi mette nel cuore il suo amore e io vado a donarlo a tutti i poveri che incontro sul mio cammino. Pregate anche voi! Pregate, e vi accorgerete dei poveri che avete accanto. Forse nello stesso pianerottolo della vostra abitazione. Forse anche nelle vostre case c’è chi aspetta il vostro amore. Pregate, e gli occhi si apriranno e il cuore si riempirà di amore».
E come non ricordare qui, nella città di Roma, San Benedetto Giuseppe Labre (1748-1783), il cui corpo riposa ed è venerato nella chiesa parrocchiale di Santa Maria ai Monti. Pellegrino dalla
Francia a Roma, rifiutato da tanti monasteri, egli trascorse gli ultimi anni della sua vita povero tra i poveri, sostando ore e ore in preghiera davanti al Santissimo Sacramento, con la corona del rosario, recitando il breviario, leggendo il Nuovo Testamento e l’Imitazione di Cristo. Non avendo nemmeno una piccola stanza dove alloggiare, dormiva abitualmente in un angolo delle rovine del Colosseo, come “vagabondo di Dio”, facendo della sua esistenza una preghiera incessante che saliva fino a Lui.
9. In cammino verso l’Anno Santo, esorto ognuno a farsi pellegrino di speranza, ponendo segni tangibili per un futuro migliore. Non dimentichiamo di custodire «i piccoli particolari dell’amore» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 145): fermarsi, avvicinarsi, dare un po’ di attenzione, un sorriso, una carezza, una parola di conforto... Questi gesti non si improvvisano; richiedono, piuttosto, una fedeltà quotidiana, spesso nascosta e silenziosa, ma resa forte dalla preghiera. In questo tempo, in cui il canto di speranza sembra cedere il posto al frastuono delle armi, al grido di tanti innocenti feriti e al silenzio delle innumerevoli vittime delle guerre, rivolgiamo a Dio la nostra invocazione di pace. Siamo poveri di pace e tendiamo le mani per accoglierla come dono prezioso e nello stesso tempo ci impegniamo a ricucirla nel quotidiano.
10. Siamo chiamati in ogni circostanza ad essere amici dei poveri, seguendo le orme di Gesù che per primo si è fatto solidale con gli ultimi. Ci sostenga in questo cammino la Santa Madre di Dio Maria Santissima, che apparendo a Banneux ci ha lasciato il messaggio da non dimenticare: «Sono la Vergine dei poveri». A lei, che Dio ha guardato per la sua umile povertà, compiendo cose grandi con la sua obbedienza, affidiamo la nostra preghiera, convinti che salirà fino al cielo e sarà ascoltata.
 
Roma, San Giovanni in Laterano, 13 giugno 2024, memoria di Sant’Antonio da Padova, Patrono dei poveri.
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           Le strutture che operano nel territorio comunale e convenzionate con il Comune di San Giorgio delle Pertiche, sono tre: una ubicata nella frazione di Cavino “San Giorgio Barbarigo”, una nella frazione di Arsego “San Giuseppe” e una nel capoluogo “San Giorgio” del Comune.
          Le tre scuole dell’Infanzia hanno organizzato per sabato 30 novembre 2024 una giornata scuole aperte per presentarsi alle famiglie.
Nel mese di gennaio 2025, infatti, sarà possibile presentare domanda di iscrizione dei bambini alle scuole dell’Infanzia – Primavera –
 








Calendario liturgico: (18-24 novembre 2024)

18 L
Al vincitore darò da mangiare dall’albero della vita. È la fede che ci consente di vedere nel profondo e di riconoscere il mistero.
Dedic. Basiliche dei Ss. Pietro e Paolo ap. (mf)   Ap 1,1-5a; 2,1-5a; Sal 1; Lc 18,35-43.

19 M  Il vincitore lo farò sedere con me, sul mio trono. Come Zaccheo, dobbiamo tradurre in gesti concreti e credibili la fede che professiamo.
S. Barlaam; S. Simone eremita; B. Giacomo Benfatti.    Ap 3,1-6.14-22; Sal 14; Lc 19,1-10.

20 M   Santo, santo, santo il Signore Dio, l’Onnipotente. Questo è il tempo dell’attesa. Verrà il giorno in cui Dio ci chiederà conto di come abbiamo impiegato i doni ricevuti.      S. Teonesto; S. Edmondo; B. Maria Fortunata Viti.    Ap 4,1-11; Sal 150; Lc 19,11-28.

21 G - Presentazione della B.V. Maria (m, bianco)
Hai fatto di noi, per il nostro Dio, un regno e sacerdoti. Cristo piange non per la sua sorte, ma per quella di chi non l’ha accolto.
S. Agapio; S. Gelasio I.    Ap 5,1-10; Sal 149; Lc 19,41-44.

22 V - S. Cecilia (m, rosso)     Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse! Anche oggi il Signore ci accoglie nella sua casa. Non anteponiamo nulla alla preghiera.     S. Benigno; Bb. Salvatore Lilli e c.
Ap 10,8-11; Sal 118; Lc 19,45-48.  

23 S     Benedetto il Signore, mia roccia. Cristo annuncia la vita del mondo futuro, una vita dentro quella del Dio eterno. 
S. Clemente I (mf); S. Colombano (mf); B. Margherita di Savoia.
Ap 11,4-12; Sal 143; Lc 20,27-40.

24 D - N.S. Gesù Cristo Re dell’Universo / B (s, bianco)
XXXIV sett. del T.O. - II sett. del Salterio. Ss. Andrea Dung-Lac e c.; S. Firmina.  Dn 7,13-14; Sal 92; Ap 1,5-8; Gv 18,33b-37.

E. Siviero.


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