Il Vangelo di Giovanni pone l’accento in particolare sull’incarnazione.
Tutta la nostra vita nella Chiesa è il compimento della nostra risposta a Cristo.
DOMENICA 10 IV Domenica di Quaresima.
Lunedì 11 Ore 8.00: Secondo l’intenzione dell’offerente.
MERCOLEDì 13 Ore 8.00: Secondo l’intenzione dell’offerente.
GIOVEDì 14 Ore 15.00: Secondo l’intenzione dell’offerente.
VENERDì 15 Ore 8.00: Rosso Lino (anniversario).
DOMENICA 17 V Domenica di Quaresima.
Martedì ore 21.00 Incontro-prove per il gruppo della Corale parrocchiale.
· Oggi, dalle 11.00 alle 17.00, i ragazzi dell’Ultima quaresima, coi loro genitori, vivranno un incontro prolungato di ritiro al Santuario della Madonna delle Grazie di Villafranca Padovana. Li accompagniamo con la nostra preghiera.
· Nel pomeriggio, alle ore 14.30, in sala Borsi, le volontarie del NOI donne propongono la Tombola per i nonni della terza età.
· Martedì 12 marzo, alle ore 20.45, presso il cinema Aurora di Campodarsego, il Vescovo Claudio consegna ai consigli pastorali delle parrocchie del Vicariato la lettera post-sinodale.
· Domenica 17 marzo è la terza domenica del mese, secondo l’impegno di carità che ci siamo dati faremo la raccolta degli alimenti per i poveri, troverete quindi alla porta della chiesa i cesti per il vostro dono.
· Domenica 17 marzo, quinta domenica di quaresima, alla messa delle ore 9.30, coi ragazzi dell’Ultima Quaresima, faremo la terza Grande Intercessione, invito a partecipare numerosi a questa celebrazione.
· Il vescovo Claudio a conclusione del Sinodo chiede alle comunità parrocchiali della diocesi, di rinnovare gli organismi di comunione (Consigli Pastorali Parrocchiali (CPP) e i Consigli parrocchiali di Gestione Economica (CPGE); trovate quindi vicino all’espositore della buona stampa i fogliettini nei quali scrivere fino a tre nomi di persone che a vostro parere possono essere Consiglieri…
Per grazia siamo stati salvati
In realtà essa richiama piuttosto alla serietà, alla determinazione, al chiaro orientamento verso un ottenimento importante, che nulla ha a che vedere con la mestizia fine a sé stessa e con lo sconforto; richiama invece alla determinazione del volto di Gesù in cammino verso Gerusalemme. Ecco perché, a richiamarci questa verità, la liturgia interviene, nel mezzo del cammino quaresimale, con la domenica “Laetare”, la domenica che ci invita alla gioia, perché Dio con Cristo ci chiama alla risurrezione e ci manifesta la sua straordinaria ricchezza di grazia (II Lettura).
Volgere lo sguardo a Cristo, come un tempo il popolo d’Israele faceva verso quel serpente innalzato nel deserto, significa richiamarci la destinazione della nostra vita, che passa certamente attraverso lo schianto della morte, ma volge verso la luce della risurrezione.
don Tiberio Cantaboni
Con l’esilio e la liberazione del popolo si manifesta l’ira e la misericordia del Signore.
Il Signore, Dio dei loro padri, mandò premurosamente e incessantemente i suoi messaggeri ad ammonirli, perché aveva compassione del suo popolo e della sua dimora. Ma essi si beffarono dei messaggeri di Dio, disprezzarono le sue parole e schernirono i suoi profeti al punto che l’ira del Signore contro il suo popolo raggiunse il culmine, senza più rimedio. Quindi [i suoi nemici] incendiarono il tempio del Signore, demolirono le mura di Gerusalemme e diedero alle fiamme tutti i suoi palazzi e distrussero tutti i suoi oggetti preziosi.
Il re [dei Caldèi] deportò a Babilonia gli scampati alla spada, che divennero schiavi suoi e dei suoi figli fino all’avvento del regno persiano, attuandosi così la parola del Signore per bocca di Geremìa: «Finché la terra non abbia scontato i suoi sabati, essa riposerà per tutto il tempo della desolazione fino al compiersi di settanta anni».
Nell’anno primo di Ciro, re di Persia, perché si adempisse la parola del Signore pronunciata per bocca di Geremìa, il Signore suscitò lo spirito di Ciro, re di Persia, che fece proclamare per tutto il suo regno, anche per iscritto: «Così dice Ciro, re di Persia: “Il Signore, Dio del cielo, mi ha concesso tutti i regni della terra. Egli mi ha incaricato di costruirgli un tempio a Gerusalemme, che è in Giuda. Chiunque di voi appartiene al suo popolo, il Signore, suo Dio, sia con lui e salga!”».
Parola di Dio
là sedevamo e piangevamo
ricordandoci di Sion.
Ai salici di quella terra
appendemmo le nostre cetre.
coloro che ci avevano deportato,
allegre canzoni, i nostri oppressori:
«Cantateci canti di Sion!».
in terra straniera?
Se mi dimentico di te, Gerusalemme,
si dimentichi di me la mia destra.
se lascio cadere il tuo ricordo,
se non innalzo Gerusalemme
al di sopra di ogni mia gioia.
Morti per le colpe, siamo stati salvati per grazia.
Con lui ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere nei cieli, in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù.
Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone, che Dio ha preparato perché in esse camminassimo.
Parola di Dio
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito;
chiunque crede in lui ha la vita eterna.
Dio ha mandato il Figlio perché il mondo si salvi per mezzo di lui.
«Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
Parola del Signore
10 marzo 2024 - 4a domenica di Quaresima
Percepire il profumo di una presenza
Riconosco il Signore che mi fa visita in modo sorprendente nello straniero.UNA VOCE DAL VENEZUELA
Tante volte Dio si manifesta, sorprendendo inaspettatamente, in persone e luoghi “imprevisti”. È il caso del re Ciro che diventa motivo di salvezza: persiano, straniero, diverso, sconosciuto. Qui nell’area di Pacaraima, tra Brasile e Venezuela, la diversità è il nostro pane quotidiano: è luogo di frontiera, immigrazione, sfida, accoglienza dell’umanità sofferente, è area indigena. Il contatto e confronto con i popoli originari, la condivisione delle loro lotte, la difesa della vita, della terra madre, mi sta permettendo di fare un cammino di destrutturazione e di apertura. La conoscenza di altre culture permette di allargare la visione, di incontrare rivelazioni inaspettate. È affascinante per me scoprire tanta ricchezza negli incontri quotidiani, scoprire la forza che muove tanti migranti a non perdersi d’animo, a sperare, a camminare... e scoprire la capacità di organizzazione e la tenacia nella lotta di questi popoli, piccoli Davide contro Golia. Lasciamoci sorprendere dal diverso e inaspettato: è la novità della buona notizia.
Don Mattia Bezze, Fidei donum
ENTRO NEL TESTO
2 Cronache 36,14-16.19-23
In quei giorni, tutti i capi di Giuda, i sacerdoti e il popolo moltiplicarono le loro infedeltà, imitando in tutto gli abomini degli altri popoli, e contaminarono il tempio, che il Signore si era consacrato a Gerusalemme. Il Signore, Dio dei loro padri, mandò premurosamente e incessantemente i suoi messaggeri ad ammonirli, perché aveva compassione del suo popolo e della sua dimora. Ma essi si beffarono dei messaggeri di Dio, disprezzarono le sue parole e schernirono i suoi profeti al punto che l'ira del Signore contro il suo popolo raggiunse il culmine, senza più rimedio. Quindi [i suoi nemici] incendiarono il tempio del Signore, demolirono le mura di Gerusalemme e diedero alle fiamme tutti i suoi palazzi e distrussero tutti i suoi oggetti preziosi. Il re [dei Caldèi] deportò a Babilonia gli scampati alla spada, che divennero schiavi suoi e dei suoi figli fino all'avvento del regno persiano, attuandosi così la parola del Signore per bocca di Geremia: «Finché la terra non abbia scontato i suoi sabati, essa riposerà per tutto il tempo della desolazione fino al compiersi di settanta anni». Nell'anno primo di Ciro, re di Persia, perché si adempisse la parola del Signore pronunciata per bocca di Geremia, il Signore suscitò lo spirito di Ciro, re di Persia, che fece proclamare per tutto il suo regno, anche per iscritto: «Così dice Ciro, re di Persia: "Il Signore, Dio del cielo, mi ha concesso tutti i regni della terra. Egli mi ha incaricato di costruirgli un tempio a Gerusalemme, che è in Giuda. Chiunque di voi appartiene al suo popolo, il Signore, suo Dio, sia con lui e salga!"».
SO-STARE SU...
…una mia esperienza di smarrimento…
…un’occasione in cui ho ricevuto una felice sorpresa da una persona da cui non me lo sarei aspettato…
…quando ho percepito che nella prova, Dio mi ha invitato a “salire” e ad avere uno sguardo di fiducia…
MI METTO IN ASCOLTO
Il popolo si è smarrito, ha dimenticato il suo Dio; per questo è stato punito e si trova nel frangente più critico e complicato della sua storia, costretto lontano dalla patria donatagli dal suo Signore, in una via cieca che sembra senza soluzioni. È in tale momento buio e disperato che si fa largo la sorpresa di Dio, il re straniero Ciro, che si rivela essere liberazione e salvezza per Israele, a tal punto che viene definito da Isaia col titolo di Messia, l’Unto, colui che, ricevuta l’unzione regale, è inviato da Dio a salvare il suo popolo. Dio guida gli eventi della storia singola e collettiva, veglia e indirizza i grandi corsi e tornanti delle vicende umane, nulla sfugge alla sua custodia. Tuttavia, spesso i piani divini sono assolutamente sorprendenti e impronosticabili, in quanto chi ritenevamo straniero, nemico e minaccioso si rivela come presenza e azione salvifica di Dio nella nostra vita. Capita anche che momenti “neri”, percepiti tali nel loro presente, siano poi da noi riconosciuti come doni di grazia, perché Dio fa accadere cose migliori di quanto faremmo noi seguendo i nostri progetti; oppure, altre volte Egli, che non determina tutto ma lascia spazio alla nostra libertà e ai limiti di questo mondo, prende le “righe storte” (dobbiamo ammettere che talvolta ci sono anche queste) della nostra vita e le “raddrizza”. Affiniamo il fiuto del nostro stupore per scorgere come Dio ogni giorno ci plasma.
DIAMOCI UN SENSO
L’olfatto ci comunica ciò che altri sensi sono incapaci di comunicarci. L’olfatto non tocca ma è toccato; non vede ma percepisce; non ode né gusta, ma avverte e riconosce. Ci introduce nel profondo della relazione, nell’intimità. Sa distinguere tra ciò che è impersonale e ciò che è personalissimo e unico: ognuno ha il proprio odore inconfondibile! Percependo i diversi odori della vita possiamo percepirne le sfumature. La vita è respiro, alito: ha delle fragranze che ci seducono ed altre che ci allontanano. Il nostro naso è sensibilissimo, ma ha anche la proprietà di assuefarsi presto. Per fortuna! Altrimenti come potremmo resistere a certe puzze. Di contro però, i buoni profumi, dopo qualche istante non li sentiamo più. Pregare «con il naso» è sviluppare la capacità di non perdere la sensibilità al buon «profumo di Cristo» (2Cor 2,15) e di saperlo riconoscere anche laddove si mescola ad altri odori che talvolta ci allontanano.
Un'esperienza che trasforma
Ma devo dire che le cose più importanti
non le ho imparate dai libri,
ma dalla vita, dal contatto con la gente,
coi poveri. I poveri sono davvero
i miei migliori maestri.
13 M Misericordioso e pietoso è il Signore. Attraverso le parole e le opere di Gesù impariamo a conoscere il Padre. Credere significa avere la vita eterna. S. Sabino; S. Cristina; S. Ansovino. Is 49,8-15; Sal 144; Gv 5,17-30.
14 G Ricordati di noi, Signore, per amore del tuo popolo. Gesù richiede a ciascuno di esaminare l’autenticità e la sincerità della propria fede. S. Matilde; S. Paolina; B. Giacomo Cusmano. Es 32,7-14; Sal 105; Gv 5,31-47.
16 S Signore, mio Dio, in te ho trovato rifugio. Continuano le controversie sull’identità di Gesù. Delle guardie non lo arrestano, affascinate dalle sue parole e un fariseo, Nicodemo, invita gli altri alla prudenza prima di giudicarlo. Ss. Ilario e Taziano; S. Eriberto; B. Giovanni Sordi. Ger 11,18-20; Sal 7; Gv 7,40-53.
17 D V domenica di Quaresima / B. V sett. di Quaresima - I sett. del Salterio. S. Patrizio; S. Geltrude. Ger 31,31-34; Sal 50; Eb 5,7-9; Gv 12,20-33.
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