sabato 24 febbraio 2024

 25 febbraio 2024 

La fede pone a tacere la paura

La trasfigurazione occupava un posto importante nella vita e nell’insegnamento della Chiesa primitiva.
 Ne sono testimonianze le narrazioni dettagliate dei Vangeli e il riferimento presente nella seconda lettera di Pietro (2Pt 1,16-18).
Per i tre apostoli il velo era caduto: essi stessi avevano visto ed udito. Proprio questi tre apostoli sarebbero stati, più tardi, al Getsemani, testimoni della sofferenza di nostro Signore.
L’Incarnazione è al centro della dottrina cristiana. 
Possono esserci molti modi di rispondere a Gesù, ma per la Chiesa uno solo è accettabile. Gesù è il Figlio Unigenito del Padre, Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero. La vita cristiana è una contemplazione continua di Gesù Cristo. 
Nessuna saggezza umana, nessun sapere possono penetrare il mistero della rivelazione. Solo nella preghiera possiamo tendere a Cristo e cominciare a conoscerlo.
“È bello per noi stare qui”, esclama Pietro, il quale “non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento”. 
La fede pone a tacere la paura, soprattutto la paura di aprire la nostra vita a Cristo, senza condizioni. 
Tale paura, che nasce spesso dall’eccessivo attaccamento ai beni temporali e dall’ambizione, può impedirci di sentire la voce di Cristo che ci è trasmessa nella Chiesa.


Intenzioni Sante Messe

SABATO  24         Ore 18.30:  Salmaso Virginio e Reffo Armida; Rizzato Rizzieri; Schiavo Virginia (Teresa); Salviato Valeria; Angelo e Fernanda.

DOMENICA  25      II Domenica di Quaresima
Ore 9.30: Gorgi Aquino; Pezzin Marilena; Scapin Sante, Marianna e Regina; Nicoletti Lino e Fam. Def, Zanon Regina, Zanon Pasquale e Carraro Maria, Marchetto Bruno, Massarotto Gino e Settimo Livia; Favaro Onorino e Bussolaro Maria; Scapin Vittorio, Mazzon Rita e figli.
Ore 11.00: Pro Populo.

Lunedì  26       Ore 8.00:  .

MARTEDì  27     Ore  15.00:  
.
MERCOLEDì 28 Ore  8.00:  .

GIOVEDì  29      Ore 15.00:  .

VENERDì       01.03    Ore 8.00:  
.
SABATO  02 Ore 18.30: Dalla Bona Ruggero; Virgis Elio e Pasquali Ada; Dalle Fratte Genesio e Fam. Def.; Cavinato Gino e Ida.

DOMENICA 03 III Domenica di Quaresima
Ore 9.30:  Fabian Adriano; Mazzon Bruno e genitori; Scapin Bruno, Mario e Anna.
Ore 11.00: Pro Populo.


Incontri
Martedì ore 21.00   Incontro-prove per  il gruppo della Corale parrocchiale.


Avvisi.

· Oggi, alle ore 15.00, in Centro Parrocchiale, l’incontro per i genitori e i ragazzi del Primo Discepolato 2^ e 3^ tappa  (genitori e ragazzi di 3^e 4^ elementare).

· Venerdì 1 marzo è il primo venerdì del mese, nella mattinata, coi ministri straordinari porteremo la Comunione agli ammalati.

· Domenica 3 marzo, terza domenica di quaresima, alla messa delle ore 9.30, coi ragazzi dell’Ultima Quaresima, faremo la prima Grande Intercessione, invito a partecipare numerosi alla messa.

· Oggi, alle ore 16.00, nella chiesa dell’Opera della Provvidenza, a Sarmeola, il vescovo Claudio, presiederà la celebrazione eucaristica di conclusione del Sinodo Diocesano. Allo stesso tempo dà inizio al rinnovo degli organismi di comunione (Consigli Pastorali Parrocchiali e Consigli parrocchiali di Gestione Economica) delle parrocchie della Diocesi. Da oggi quindi e per tutte le domeniche di marzo troverete vicino all’espositore della buona stampa le informazioni essenziali su cosa sono questi due Consigli, quale sia il loro ruolo all’interno della comunità cristiana, quali debbano essere le caratteristiche dei consiglieri e tutti avranno la possibilità di nominare alcune persone che a loro parere sono adatte a svolgere il compito di consigliere. Per tutto il mese di marzo quindi ognuno avrà la possibilità di scrivere/nominare su dei foglietti appositi uno o più nomi di persone dai 18 anni in su che formeranno la lista dei nominati per le elezioni dei nuovi  Consigli parrocchiali. Dopo Pasqua coloro che sono stati nominati saranno convocati per accettare o meno la loro candidatura e domenica 12 maggio ci saranno le votazioni per l’elezione dei nuovi consigli.


PERDERE TUTTO PER IL PADRE, E DAL PADRE TUTTO RICEVERE

N o! Il Dio di Abramo non è come i tanti dei che chiedevano sacrifici umani! È però un Dio che ci chiede di perdere tutto. Perché? Per poterci benedire! Ma non solo: per fare di noi, come fece di Abramo, una benedizione per tutti. Questo “perdere” era arduo per i discepoli di Gesù, che man mano vedevano sempre più deluse le loro attese umane sul Maestro. Allora Gesù li porta sul Tabor, per fare loro assaporare la bellezza del posto che nella sua Pasqua sta per preparare per loro, per noi tutti. Quel posto è il suo posto, la sua vita filiale, che è un perdere tutto per il Padre, e dal Padre tutto ricevere. «È bello per noi essere qui», dice Pietro! È bello assaporare il nostro posto nel cuore di Dio! Come è bello scoprire che ormai nessuno ci può condannare! Sì, è bello scoprire l’ampiezza dell’amore divino! Così illuminati, possiamo riprendere con più ardore e con più gioia il cammino esigente della Quaresima che ci porterà alla vittoria pasquale di Gesù. Perché diventiamo insieme benedizione per tutti.
 Fr. Antoine-Emmanuel, Frat. Monast. di Gerusalemme, Firenze



Nella Trasfigurazione di Gesù Cristo la voce del Padre dichiara che egli è «Figlio di Dio». 
Questo mistero viene rivelato ai discepoli prima che la Passione, e l’infamia della croce, vengano a nascondere la gloria del Figlio di Dio
 
Prima lettura       Gen 22,1-2.9.10-13.15-18
Il sacrificio del nostro padre Abramo.
 
Dal libro della Gènesi
 
In quei giorni, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò».
Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito».
Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio.
L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».
Parola di Dio
 
Salmo responsoriale   Sal 115
 
Camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi.
 
Ho creduto anche quando dicevo:
«Sono troppo infelice».
Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.
 
Ti prego, Signore, perché sono tuo servo;
io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.
A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.
 
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo,
negli atri della casa del Signore,
in mezzo a te, Gerusalemme.
 
Seconda lettura     Rm 8,31-34
Dio non ha risparmiato il proprio Figlio.
 
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
 
Fratelli, se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui?
Chi muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che giustifica! Chi condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi!
Parola di Dio
 

Canto al Vangelo (Mc 9,7)
 
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dalla nube luminosa, si udì la voce del Padre:
«Questi è il mio Figlio, l’amato: ascoltatelo!».
 
  
Vangelo   Mc 9,2-10
Questi è il Figlio mio, l'amato.
 
+ Dal Vangelo secondo Marco
 
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.
Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.
Parola del Signore


25 febbraio 2024 - 2a domenica di Quaresima

Porsi in ascolto con fiducia

Accolgo gli eventi della vita fidandomi della fedeltà del Signore. 

UNA VOCE DALLA PALESTINA

Personalmente ho visto troppe ingiustizie in Palestina: i missili passare sopra casa nostra, le incursioni violente degli israeliani soprattutto a tarda notte nelle case degli innocenti, la costruzione del muro e degli insediamenti, la morte inaudita dei bambini perché bloccati al checkpoint per troppe ore e di fronte a tanta ingiustizia ci si sente impotenti e inutili. Dinanzi agli eventi vissuti ho imparato dalla fede granitica della gente umile e povera di Betlemme: lavorando con loro mi ha sorpreso il senso dell’ospitalità, dell’aiuto reciproco, del saper essere resilienti e di accogliere con fede gli eventi della vita. Quel Al-hamdu lillah (rendiamo lode a Dio) pronunciato con fiducia filiale di fronte ai fatti belli ma anche dolorosi, ripetuto costantemente da loro, ancor oggi mi fa riflettere, mi provoca a sperare l’insperabile e a salvaguardare ciò che realmente conta: essere grata di tutto ciò che sono, perché ricevuto gratuitamente e chiamata a condividerlo per essere così pane spezzato per gli altri. Tutto questo chiede un continuo allenamento sia nell’ascoltare la Parola di Dio per discernere i suoi inviti, distinguendoli da quelli dell’ego e del nemico, sia nell’ascoltare il grido dei poveri, per non adagiarsi alle proprie sicurezze e sentirsi chiamati a collaborare nella realizzazione del sogno di Dio: riconoscersi fratelli e sorelle con la stessa dignità capaci di vivere insieme nella concordia e nella pace.

Sr. Lucia Corradin, suore Terziarie Francescane Elisabettine

ENTRO NEL TESTO

Genesi 22,1-2.9.10-13.15-18

In quei giorni, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò». Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito». Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio.  L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».

SO-STARE SU...

…un passaggio della mia vita in cui si è affacciato il non-senso…

…un’occasione in cui sono stato chiamato a rinunciare a qualcuno o qualcosa a cui ero profondamente legato…

…un’esperienza in cui mi sono messo con fiducia in ascolto dell’altro o dell’Altro e questo mi ha permesso di scoprirlo diverso dalle apparenze iniziali…

MI METTO IN ASCOLTO

Il nostro rapporto con Dio non è sempre sereno e pacifico; capita talvolta che parole, esperienze, eventi ci interroghino nel profondo, fino al punto di mettere in discussione quanto conosciamo di Dio e la Sua stessa presenza nella nostra vita. La richiesta che Dio fa ad Abramo sembra essere insensata e illogica: Isacco è il figlio tanto atteso e infine donato a lui (e Sara) nella vecchiaia, il suo sacrificio è del tutto contraddittorio e contrario alle promesse fatte da Dio. Eppure Abramo, pur non capendo ed essendo immerso nella notte del non senso e dell’incomprensibile, sceglie la fiducia in Lui. Possiamo immaginare quegli istanti in cui, tra le lacrime del padre e del figlio di fronte a quel sacrificio che stava per compiersi, l’esistenza sembra arrestarsi e ogni speranza futura svanire; ma proprio lì Abramo comprende che Dio non può volere la morte, ma la vita, e la vita in pienezza. Di fronte ai non-sensi della nostra vita ed epoca, e a ciò che fatichiamo a comprendere, specie in questo tempo di guerre ad ampio raggio, ma non solo, Dio ci invita a fidarci di Lui e a fare l’esperienza che, condividendo le nostre lacrime e sofferenze, e riconoscendoci tutti figli, padri, fratelli e sorelle tra noi, percepiamo, al modo di Abramo, che Dio non è Dio della morte, ma della vita piena, perché è il Padre sempre fedele alle sue promesse.

DIAMOCI UN SENSO

Alle nostre orecchie arrivano ogni giorno mille sollecitazioni diverse: rumori, musiche, voci… il fruscio delle foglie, il cinguettio degli uccelli, il rombo di un motore… Quanti stimoli ci raggiungono ad ogni istante e quanti ce ne sfuggono! Un mio amico si alza presto ogni mattino e prima di iniziare ogni altra attività ama donarsi quindici minuti per sentire i suoni del mondo che si risveglia. Lo riconcilia con la giornata che inizia. Gli basta semplicemente sentire, o meglio, ascoltare. Sì, perché con le orecchie si può anche ascoltare. Ascoltare è più che sentire: è fare posto; è lasciar depositare; è permettere a ciò che è fuori di entrare nel cuore, perché ne sia istruito. Ascoltare è in stretto rapporto con la parola e con colui che la proferisce. Secondo una bella definizione, noi siamo «Uditori della Parola» (K. Rahner): strutturalmente aperti all’ascolto di un Dio che comunica e si comunica nella storia.

Un'esperienza che trasforma

Siamo l’anello di una lunga catena
di donne determinate,
coraggiose, audaci, curiose,
sagge, sensibili e amanti della pace.

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