Che cosa significa essere cristiano?
Andare a Messa, battezzare i propri figli, fare la comunione a Pasqua, rispettare i comandamenti?
Nel Vangelo di oggi, Cristo svela la falsità della religiosità dei farisei servendosi dell’esempio dei sacerdoti dell’Antico Testamento: “Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo; ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno”.
Viene da pensare ai genitori e agli educatori: non basta parlare o insegnare, bisogna dare il buon esempio. Quante volte un padre alcolizzato, una madre negligente o degli educatori poco adatti avviano i bambini alla menzogna?
Quello che dovrebbe essere il comportamento del vero cristiano appare nell’insegnamento di san Paolo ai Tessalonicesi. Chiamato da Cristo sulla via di Damasco, san Paolo scoprì, per un’improvvisa folgorazione, tutto il mistero di Cristo e capì che l’essere cristiano consiste nello spirito di apostolato. Egli stesso, pieno dello Spirito di Cristo risorto, lo trasmise agli altri.
Essere cristiani vuol dire questo: non tanto rispettare ciecamente delle formule o dei precetti, ma donare Cristo agli altri, mediante una vita cristiana onesta, perché, grazie all’apostolato della preghiera, della sofferenza e delle opere, il cristiano possa divenire una forza vivente del Vangelo di Cristo.
Questo è l’insegnamento di Gesù ed è così che deve vivere chi vuole essere cristiano.
SABATO 04 Ore 18.30:
DOMENICA 05 XXXI Domenica del Tempo Ordinario.
MERCOLEDì 08 Ore 8.00: Padre Nazzareno
GIOVEDì 09 Ore 15.00: Don Gino.
VENERDì 10 Ore 8.00: Don Stefano.
SABATO 11 Ore 18.30: Agostini Sereno e Dorina; Caon Pierina, Pedron Sergio e Veneranda; Agostini Tarcisio; Scapin Nives, Milena e Luciano; Nicoletti Arturo (anniversario) e Spinello Irma; Bertapelle Marcello.
DOMENICA 12 XXXII Domenica del Tempo Ordinario.
· Domenica 12 novembre, celebriamo la Giornata del Ringraziamento; una domenica per dire ‘Grazie’ al Signore per tutti i doni che mette dentro la nostra esistenza. Una giornata quindi in cui tutti siamo chiamati ad esprimere la nostra gratitudine per i benefici che quotidianamente riceviamo. Invito chi desidera partecipare con qualche prodotto del proprio orto o campo a portare il materiale in sacrestia sabato 11 novembre nella mattinata.
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Ora a voi questo monito, o sacerdoti. Se non mi ascolterete e non vi darete premura di dare gloria al mio nome, dice il Signore degli eserciti, manderò su voi la maledizione.
Voi invece avete deviato dalla retta via
e siete stati d’inciampo a molti
con il vostro insegnamento;
avete distrutto l’alleanza di Levi,
dice il Signore degli eserciti.
Perciò anche io vi ho reso spregevoli
e abietti davanti a tutto il popolo,
perché non avete seguito le mie vie
e avete usato parzialità nel vostro insegnamento.
Non abbiamo forse tutti noi un solo padre? Forse non ci ha creati un unico Dio? Perché dunque agire con perfidia l’uno contro l’altro, profanando l’alleanza dei nostri padri?
Parola di Dio
né i miei occhi guardano in alto;
non vado cercando cose grandi
né meraviglie più alte di me.
come un bimbo svezzato in braccio a sua madre,
come un bimbo svezzato è in me l’anima mia.
da ora e per sempre.
Avremmo desiderato trasmettervi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita.
Voi ricordate infatti, fratelli, il nostro duro lavoro e la nostra fatica: lavorando notte e giorno per non essere di peso ad alcuno di voi, vi abbiamo annunciato il vangelo di Dio.
Proprio per questo anche noi rendiamo continuamente grazie a Dio perché, ricevendo la parola di Dio che noi vi abbiamo fatto udire, l’avete accolta non come parola di uomini ma, qual è veramente, come parola di Dio, che opera in voi credenti.
Parola di Dio
Uno solo è il Padre vostro, quello celeste
e uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Dicono e non fanno.
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
Parola del Signore
l canto della fede nella risurrezione
Infatti, se si centra la Commemorazione di tutti i fedeli defunti nella sola dimensione del ricordo, sono il pianto e il silenzio a prevalere più che il canto. Invece, alla luce della fede cristiana nella risurrezione, la comunità accompagna i defunti e li consegna alla misericordia del Padre proprio attraverso canti che esprimono la speranza e l’affidamento.
Infatti, i componimenti che hanno scandito nei secoli il giorno del 2 novembre e le messe di suffragio riferiscono, nei loro testi e nelle loro melodie, la fede nella risurrezione, l’evento che origina e orienta il canto della Chiesa: inseriti nella vita di Cristo anche noi risorgeremo e ci uniremo definitivamente al grande coro dei redenti (Ap 14). Lungo il pellegrinaggio terreno la liturgia ci permette di partecipare di questo mistero con accenti di fiducia e serenità. Per questo, le antiche antifone gregoriane restano punto di riferimento per un approccio ai repertori musicali del giorno dei defunti:
Requiem æternam, Lux æternam, In paradisum (solo per citare alcuni titoli fra i più noti) sono brani che esprimono i temi del “riposo senza fine” e della “luce senza tramonto”, temi tra i più antichi della cristianità e che ricorrono nelle iscrizioni funerarie già dal IV secolo.
Nei canti tradizionali più recenti, praticati tra il popolo, si ricalca invece la richiesta della ricompensa eterna: La pace dei Santi concedi, Signore, / ai morti aspettanti l’eterna mercè; poi si continua con la supplica dell’intercessione di Maria: O Madre Maria, de’ figli conforto, / conducili al porto di luce e beltà. Anche l’intervento della Madre del Signore, che invochiamo nel pregare «per noi adesso e nell’ora della nostra morte», entra, dunque, nei temi dei canti della tradizione popolare.
Così, sia nei canti liturgici che in quelli popolari, risalta che ad accogliere i defunti in cielo vi è tutto il paradiso, il cui “coro degli angeli” si unisce al coro delle nostre voci.
M° Sergio Mi
Calendario liturgico: (6-12 novembre 2023)
6 L Nella tua grande bontà, rispondimi, Signore. A chi l’ha invitato a un banchetto Gesù ricorda che non basta dare tutto, ma donare senza nulla attendere. S. Leonardo; S. Protasio; S. Severo di Barcellona. Rm 11,29-36; Sal 68; Lc 14,12-14.
7 M Custodiscimi, Signore, nella pace. Dio non viola la nostra libertà: la sua mensa è pronta per coloro che accettano il suo invito. S. Prosdocimo; S. Baldo; S. Ercolano. Rm 12,5-16a; Sal 130; Lc 14,15-24.
8 M Felice l’uomo pietoso, che dona ai poveri. Gesù è chiaro sulle esigenze della sequela: i suoi discepoli devono essere pronti ad abbracciare la croce. S. Goffredo; S. Chiaro; B. Giovanni Duns Scoto. Rm 13,8-10; Sal 111; Lc 14,25-33.
9 G Dedicazione della Basilica Lateranense (f, bianco). Un fiume rallegra la città di Dio. Le azioni e le parole di Gesù sono finalizzate a far comprendere che lui è il fondatore e il vero tempio della Nuova Alleanza. S. Elisabetta della Trinità. Ez 47,1-2.8-9.12 opp. 1Cor 3,9c-11.16-17; Sal 45; Gv 2,13-22.
10 V S. Leone Magno (m, bianco). Agli occhi delle genti il Signore ha rivelato la sua giustizia. I figli della luce devono agire nel mondo con la stessa scaltrezza che i malfattori usano nelle loro trasgressioni. S. Oreste; S. Andrea Avellino. Rm 15,14-21; Sal 97; Lc 16,1-8.
11 S S. Martino di Tours (m, bianco). Ti voglio benedire ogni giorno, Signore. .Gesù non condanna chi ha dei beni, ma mette in guardia coloro che vogliono servire Dio dal farne il bene più grande. S. Teodoro Studita; S. Marina di Omura. Rm 16,3-9.16.22-27; Sal 144; Lc 16,9-15.
12 D XXXII Domenica del T.O. / A. XXXII sett. del T.O. / A - IV sett. del Salterio. S. Giosafat; S. Macario. Sap 6,12-16; Sal 62; 1Ts 4,13-18; Mt 25,1-13.
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