sabato 17 giugno 2023

La messe è molta, gli operai pochi!

   18  giugno 2023 

La messe è molta, 

 gli operai  pochi!



C
risto comincia la sua azione apostolica raccogliendo attorno a sé dei discepoli, che diventeranno i diffusori del suo insegnamento. Gesù, davanti all’enormità del compito e l’esiguo numero di coloro che sono chiamati a svolgerlo, si impietosisce delle folle che sono “come pecore senza pastore” e dona poteri ai suoi apostoli e li manda per il mondo.
Il motivo principale della riunione e della successiva dispersione degli apostoli è il grande amore di Dio per l’uomo. Lo scopo del ministero apostolico è il regno di Dio: “Predicate che il regno dei cieli è vicino”.
Al momento dell’Ascensione, Cristo dirà agli apostoli: “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni” (Mt 28,19). Tutti i popoli devono essere ammaestrati per poter accedere al regno di Dio, che è il bene più grande. È così che Cristo propone la redenzione universale. Ognuno di noi, sacerdote, religioso, religiosa o laico, è chiamato e mandato da Dio. Può dunque essere apostolo e far conoscere nel mondo d’oggi, per mezzo della sua vita, la verità di Cristo.
Lavorare per Cristo e con Cristo è un grande privilegio e, insieme, un dovere. “Cristiano, non dimenticare la grande dignità di cui sei stato rivestito!”, diceva san Leone Magno. Prendendo coscienza di questa verità, ci uniremo ai dodici apostoli per annunciare: “È vicino a voi il regno di Dio” (Lc 10,9).
 
 

Intenzioni Sante Messe

DOMENICA 18      XI Domenica del Tempo Ordinario. Ore 9.30. Maggiolo Fabio, Ruggero e Argio (anniv.); Gallo Pericle; Scapin Sante, Marianna e Regina; Dalle Fratte Ivo. Ore 11.00: Filippi Carlo e Calabresi Teresa.

Lunedì  19 Ore 8.00:  Pezzin Marilena. Ore 20.30: Saggion Giovanni (settimo).

MARTEDì  20 Ore 18.00:  Aristo Albino.

MERCOLEDì   21 Ore  8.00:  Rosso Lino e Fam. Def..

GIOVEDì  22 Ore 18.00:  Scapin Igino e Palmira.

VENERDì  23 Ore 8.00: .

SABATO  24 Ore 19.00:  Salmaso Virginio e Reffo Armida; Cavinato Gino e Rosso Dante; Cavinato Gino e Ida; Cavinato Albano, Dirce, Giovanni, Lucia e Suor Luisa.

DOMENICA 25 XII Domenica del Tempo Ordinario. Ore 9.30. Nicoletti Lino e Fam. Def., Zanon Regina e Pasquale, Carraro Maria, Marchetto Bruno, Massarotto Gino e Settimo Livia; Fabian Adriano; Bedin Corrado, Amelia e Figli; Badan Bruno; Fassina Giuseppe. Ore 11.00. Cavinato Leonunzio; Secondo l’intenzione degli appartenenti alla classe del 1963.

Incontri

Martedì ore 21.00 Incontro-prove per  il gruppo della Corale parrocchiale.

Avvisi

· Oggi, terza domenica del mese, raccogliamo gli alimenti per i poveri che fanno riferimento alla nostra parrocchia. Ringrazio tutti coloro che portano il loro dono per i poveri, ringrazio anche coloro che lasciano il loro dono nella cesta che si trova vicino alla cassa del supermercato vicino alla chiesa.

· Oggi celebriamo la Giornata di Sostegno per le Attività pastorali della Diocesi, al termine delle messe, prima di uscire, troverete i cesti per la vostra offerta.

· La prossima sarà una settimana intensa per i giovanissimi che stanno preparando il Grest Parrocchiale, a questi giovani va tutta la nostra simpatia e il nostro incoraggiamento a fare bene.

· La prossima settimana l’orario della messa quotidiana di martedì e giovedì, viene spostato dalle ore 15.00 alle ore 18.00, per evitare di celebrare nelle ore più calde del giorno.

· Domenica 25 giugno, dalle ore 15.30 alle ore 18.30 la chiesa resterà aperta secondo l’iniziativa ’chiese aperte’ per una preghiera di sostegno per tutti coloro che sono coinvolti in prima persona nella terza sessione del Sinodo Diocesano. Domenica 25 ci sarà la votazione di ogni proposta con i relativi emendamenti

· Domenica  25 giugno celebriamo la Giornata Mondiale per la Carità del Papa, troverete quindi tra i banchi le buste per la vostra offerta; vi chiedo, come sempre, di essere generosi.

· Domenica 25 giugno, dopo la messa delle ore 9.30, coi ministri straordinari porteremo la Comunione agli ammalati.

 

La Messe è molta, 

ma gli operai sono pochi


Forse un po’ troppo abituati a ricevere questa informazio- ne, ai nostri orecchi suona scontato che Dio non è muto, ma parla; non comanda, ma promette; non chiede, ma vuole donarsi; non impone, ma invita. Eppure sono le caratteristiche fondamentali del suo agire, mai ovvie, e che richiedono all’uomo di porsi in ascolto, di rispondere al suo appello, coinvolgendo la propria libertà e responsabilità. Così è stato per Mosè, chiamato ad annunciare la prosperità per il suo popolo nella sequela di Dio (I Lettura), così per i dodici primi discepoli, invitati da Gesù ad annunciare il Regno con la stessa umiltà e potenza del Signore (Vangelo). L’invito di Dio è gratuito, è l’espressione della sua volontà di comunione con l’uomo per renderlo collaboratore nell’opera di salvezza; chiede a chi lo accoglie la medesima gratuità per la quale ogni offerta non è una imposizione, ma dono libero e liberante. Solo così è possibile giungere all’estrema offerta di sé, a immagine di quella di Cristo che, quando eravamo ancora peccatori, ha donato la sua vita per noi (II Lettura).

don Tiberio Cantaboni



Rendiamo grazie al Padre che ha fatto di noi un regno di sacerdoti e una nazione santa.
Invochiamo la sua misericordia perché continui a donare alla sua Chiesa pastori che, con dedizione e compassione, consumino la loro vita per il gregge del Signore


Prima lettura      Es 19,2-6
Sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa.
 
Dal libro dell’Èsodo
 
In quei giorni, gli Israeliti, levate le tende da Refidìm, giunsero al deserto del Sinai, dove si accamparono; Israele si accampò davanti al monte.
Mosè salì verso Dio, e il Signore lo chiamò dal monte, dicendo: «Questo dirai alla casa di Giacobbe e annuncerai agli Israeliti: “Voi stessi avete visto ciò che io ho fatto all’Egitto e come ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatti venire fino a me. Ora, se darete ascolto alla mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me una proprietà particolare tra tutti i popoli; mia infatti è tutta la terra! Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa”».
Parola di Dio

 
Salmo responsoriale     Sal 99
 
Noi siamo suo popolo, gregge che egli guida.
 
Acclamate il Signore, voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza.
 
Riconoscete che solo il Signore è Dio:
egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo.
 
Buono è il Signore,
il suo amore è per sempre,
la sua fedeltà di generazione in generazione.
 
 
Seconda lettura     Rm 5,6-11
Se siamo stati riconciliati per mezzo della morte del Figlio, molto più saremo salvati mediante la sua vita.
 
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
 
Fratelli, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi.
Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.
A maggior ragione ora, giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui. Se infatti, quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, grazie al quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione.
Parola di Dio

 
Canto al Vangelo (Mc 1,15)
 
Alleluia, alleluia.
Il regno di Dio è vicino:
convertitevi e credete nel Vangelo.
 
 
Vangelo     Mt 9,36-10,8
Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, li mandò.
 
+ Dal Vangelo secondo Matteo
 
In quel tempo, Gesù, vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!».
Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì.
Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».
Parola del Signore





  San Gregorio Barbarigo 

Gregorio conosce presto la sofferenza quando a soli due anni perde la madre a causa della peste. Il padre, senatore della Repubblica di Venezia – dove il futuro Santo era nato nel 1625 – lo manda nel 1643 assieme all’ambasciatore veneziano Alvise Contarini a Münster in Germania, dove si preparava la pace di Westfalia che doveva porre fine alla sanguinosa Guerra dei Trent’anni. Qui avviene un incontro decisivo per la vita del giovane Gregorio: quello con il cardinale Fabio Chigi, futuro Papa Alessandro VII. Terminati gli studi a Padova, Gregorio a 30 anni diviene sacerdote. Alessandro VII lo fa venire a Roma e allo scoppio della peste gli affida il coordinamento del soccorso ai malati, che Gregorio Barbarigo porta avanti con molto amore e dedizione.

Vescovo e pastore come San Carlo Borromeo

La fiducia di Alessandro VII si rinnova poi nel metterlo alla guida della diocesi di Bergamo nel 1657. Anni dopo, nel 1664, gli verrà affidata quella di Padova. Il suo “stile” sarà in entrambi i casi quello ispirato a San Carlo Borromeo, modello per Gregorio che, prima di tutto, vende tutti i suoi averi per darli ai poveri. Visita in lungo e in largo le parrocchie delle diocesi a lui affidate, assiste i moribondi, fa diffondere tra il popolo la stampa cattolica, alloggia nelle case della poveri. Di giorno insegna catechismo ai bambini e di notte prega. Nel suo cuore centrale è anche la formazione dei sacerdoti per la quale si impegna a fondo nel Seminario di Padova, che arriva a essere considerato uno dei migliori d’Europa.


A Roma la missione per le Chiese orientali

Un altro momento clou dell’impegno di San Gregorio Barbarigo è quello per a riunificazione con le Chiesa orientali. Dopo essere stato vescovo di Bergamo e prima di svolgere il ministero a Padova, trascorre un altro periodo a Roma. Nel 1658 Alessandro VII lo crea cardinale. Sono gli anni in cui partecipa a diversi Conclavi. Innocenzo XI lo sceglie come suo consigliere e Gregorio lavora per la riunificazione con le Chiese orientali. Stimato dai Papi e amato dal popolo, Barbarigo muore a Padova nel 1697 e viene beatificato nel 1761. A proclamarlo Santo sarà, nel 1960, Giovanni XXIII, originario della zona di Bergamo e uno tra i firmatari, anni prima, degli appelli per la sua Canonizzazione.

 

Cavino e San Gregorio Barbarigo

 Fino ai primi del Novecento Cavino faceva parte della parrocchia di Arsego.
 La sua prima chiesa altro non era che l’oratorio dell’Addolorata, sostituito da una piccola chiesa nel 1894. Nel 1915 Cavino, che raggiungeva ormai i cinquecento abitanti, divenne curazia sussidiaria di Arsego con sacerdote fisso. 
Dopo pochi anni, nel 1919, fu costruito un tempio più grande inaugurato nel 1921 e intitolato al Sacro Cuore di Gesù. 
Negli anni seguenti si ultimarono campanile e fonte battesimale e nel 1925 Cavino divenne curazia autonoma. Già nel 1939 la chiesa non bastava più e si acquistò il terreno per un nuovo edificio. Il campanile fu terminato nel 1940, mentre per la chiesa, elevata a parrocchiale nel 1941, si dovette attendere il 1953. 
Durante le fasi critiche del conflitto, nel 1944, le urne dei beati Gregorio Barbarigo e Giordano Forzatè dalla cattedrale di Padova vennero portate al sicuro proprio nella parrocchiale di Cavino, dove rimasero fino al 1946. E a san Gregorio, per sciogliere un voto fatto durante la guerra, nel 1961 è stato dedicato un altare della nuova chiesa. 
Dopo la ristrutturazione del presbiterio, la chiesa è stata consacrata nel 2005. 
Nel 2000 era stata ampliata la scuola materna.
Completamento dell'ampliamento  allo stato di oggi 2012

Calendario liturgico: 19-25 Giugno 2023

19 L Il Signore ha rivelato la sua giustizia. Perdono, non vendetta. Porgere l’altra guancia è il modo più alto per imitare il Cristo crocifisso. S. Romualdo (mf); Ss. Gervasio e Protasio; S. Giuliana Falconieri. 2Cor 6,1-10; Sal 97; Mt 5,38-42.

20 M Loda il Signore, anima mia. Gesù ci chiede di essere perfetti nell’amore come il Padre che ama tutti senza riserve. S. Gobano; S. Giovanni da Matera; B. Margherita Ebner. 2Cor 8,1-9; Sal 145; Mt 5,43-48.

21 M S. Luigi Gonzaga (m, bianco). Beato l’uomo che teme il Signore. Nel raccoglimento il cuore si pone in ascolto del Signore, presenza trasformante nell’amore. S. Rodolfo; B. Tommaso di Orvieto. 2Cor 9,6-11; Sal 111; Mt 6,1-6.16-18.

22 G Le opere delle tue mani sono verità e diritto. Gesù insegna a pregare con la libertà dei figli dando priorità al regno di Dio e solo dopo ai bisogni quotidiani. S. Paolino di Nola (mf); Ss. Giovanni Fisher e Tommaso Moro (mf). 2Cor 11,1-11; Sal 110; Mt 6,7-15.

23 V Il Signore libera i giusti da tutte le loro angosce. Sono i tesori del cielo quelli che hanno valore: è stolto chi accumula solo beni terreni. S. Giuseppe Cafasso; S. Lanfranco; B. Maria R. Cimatti. 2Cor 11,18.21b-30; Sal 33; Mt 6,19-23.

24 S Natività di san Giovanni Battista (s, bianco). Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda. Elisabetta, donna anziana e sterile, ha partorito Giovanni che, per la misericordia di Dio, sarà dono per l’umanità. S. Teodolfo. Is 49,1-6; Sal 138; At 13,22-26; Lc 1,57-66.80.

25 D XII Domenica del T.O. / A. XII sett. del T.O. - IV sett. del Salterio. S. Massimo; S. Guglielmo di Montevergine. Ger 20,10-13; Sal 68; Rm 5,12-15; Mt 10,26-33.

Lucia Giallorenzo


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