L’evangelista Matteo, riprendendo un’immagine del libro di Isaia, ci dice quello che è Gesù per noi: la luce.
È tra tutte queste esperienze penose che ci raggiunge la buona parola: non vedete solo le tenebre, guardate anche la luce con cui Dio rischiara la vostra vita. Egli ha mandato Gesù per condividere con voi le vostre pene. Voi potete contare su di lui che è al vostro fianco, luce nell’oscurità.
Non siamo noi che diamo alla nostra vita il suo senso ultimo.
Intenzioni Sante Messe
DOMENICA 22 III Domenica del Tempo Ordinario. Ore 9.30: .Favaro Agnese, Bertapelle Pietro, Agnese, Gemma, Delfina e Mario; Rizzato Dina; Mitarotonda Margherita (anniversario); Bedin Olinda e Filippi Ennio.
Lunedì 23 Ore 8.00: .
MARTEDì 24 Ore 15.00: .
MERCOLEDì 25 Ore 8.00: .
GIOVEDì 26 Ore 15.00: .
VENERDì 27 Ore 8.00: .
SABATO 28 Ore 18.30: Salmaso Virginio e Reffo Armida.
DOMENICA 29 IV Domenica del Tempo Ordinario. Ore 9.30: Nicoletti Lino e Fam. Def., Zanon Regina e Pasquale, Carraro Maria, Marchetto Bruno, Massarotto Gino e Settimo Livia; Bertapelle Luca, Armando e Maria; Badan Bruno.
Incontri
Martedì ore 21.00 Incontro-prove per il gruppo della Corale parrocchiale.
Avvisi
· Nel pomeriggio, alle ore 14.30, in sala Borsi, ci sarà la Tombola per i nonni della terza età; anima il gruppo di sempre: NOI donne di Cavino.
· Nel pomeriggio, alle ore 16.00, in chiesa, la lettura continua di tre piccoli libri della Bibbia - Antico Testamento, i libri di: Rut, Giona ed Ester; invito tutti a partecipare.
· Siamo nella Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani: ci uniamo alla preghiera della chiesa e delle diverse confessioni perché siano vinte le divisioni e si giunga all’unica chiesa con un unico pastore. Seguiremo, quando è possibile, nelle liturgie feriali la proposta che viene offerta dal Segretariato per l’unità dei Cristiani.
· Martedì 24 gennaio, alle ore 20.45, in sala Borsi, ci sarà l’incontro per i genitori del 1° Discepolato 2^ tappa ( ragazzi di 4^ elementare).
· Sabato 28 gennaio, alle ore 16.45, in chiesa, ci sarà, una liturgia penitenziale per i ragazzi/e del Primo Discepolato Ultima Quaresima, (ragazzi di 5^ elementare).
· Sabato 28 gennaio, alla messa prefestiva ci saranno i Riti di Consegna per alcuni ragazzi/e del Primo Discepolato 2^ tappa (ragazzi/e di 4 elementare).
· Domenica 29 gennaio, celebriamo la Giornata mondiale dei malati di lebbra, ci uniamo quindi alla preghiera di tutti i credenti perché il Signore ci aiuti a vincere questa malattia che, pur essendo curabile, mette distanza tra le persone e le fa vivere come estranee a motivo del facile contagio. Pregheremo quindi durante la celebrazione e raccoglieremo il nostro aiuto concreto per coloro che , in prima linea, curano i malati di lebbra. Al termine delle messe nel piazzale antistante la chiesa i volontari del Gruppo Missionario vi propongono l’acquisto del Miele della solidarietà, vi chiedo di essere generosi, come sempre; tutto ciò che si raccoglie in questa giornata viene devoluto all’AIFO che si occupa della cura della lebbra in tutto il mondo.
Gesù cerca operai per il suo Regno di luce
Gesù inizia la sua predicazione, riprendendo il forte monito di Giovanni Battista: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino» (Vangelo). Convertirsi significa cambiare radicalmente mentalità, abbandonare la strada del peccato e seguire la via di Dio. Il peccato rende schiavi e fa abitare in “tenebre” e “ombra di morte”. È come un “giogo” che opprime, una “sbarra” sulle spalle e un “bastone” che picchia (I Lettura). Gesù viene a portare il “regno dei cieli”: regno di “grande luce”, di libertà e vita, di gioia e vera letizia. Per questa sua meravigliosa missione Gesù sceglie dei collaboratori. Comincia a chiamare due coppie di fratelli pescatori. Essi subito lasciano tutto per diventare pescatori di uomini. Anche oggi Gesù continua a chiamare collaboratori per l’annuncio e la diffusione del Regno. Affida questo compito in modo specifico ai vescovi, presbiteri, diaconi e missionari. Tuttavia, è un compito per tutti i battezzati, quindi anche tuo. L’apostolo Paolo (II Lettura) soffre per le divisioni tra i cristiani di Corinto. Siamo nei giorni di «preghiera per l’unità dei cristiani». Prega e soffri anche tu, perché la divisione tra i cristiani abbia fine e il mondo creda!
Nella Galilea delle genti, il popolo vide una grande luce.
Il popolo che camminava nelle tenebre
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia,
hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la preda.
Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino,
come nel giorno di Mádian.
Parola di Dio
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario.
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.
Siate tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi.
Infatti a vostro riguardo, fratelli, mi è stato segnalato dai familiari di Cloe che tra voi vi sono discordie. Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: «Io sono di Paolo», «Io invece sono di Apollo», «Io invece di Cefa», «E io di Cristo».
È forse diviso il Cristo? Paolo è stato forse crocifisso per voi? O siete stati battezzati nel nome di Paolo?
Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma ad annunciare il Vangelo, non con sapienza di parola, perché non venga resa vana la croce di Cristo.
Parola di Dio
Alleluia, alleluia.
Gesù predicava il vangelo del Regno
e guariva ogni sorta di infermità nel popolo.
Venne a Cafàrnao perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa
«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta».
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.
Parola del Signore.
VIDEO
Giona
I contenuti
A
differenza degli altri libri profetici, Giona non contiene oracoli né
visioni. Non è nemmeno da classificare tra i libri che trasmettono ricordi
"storici". È piuttosto un racconto didattico, una novella, che ha per
protagonista un profeta, Giona appunto, che si oppone alla missione affidatagli
da Dio. Si distingue dal contesto narrativo il c. 2, una preghiera
simile ad alcune di quelle che si trovano nel libro dei Salmi. La preghiera
presenta Giona nel "profondo degli inferi" (2,3), cioè come morto,
e poi liberato da Dio che gli ha ridonato la vita. Per questo, nei vangeli,
Gesù parla del "segno di Giona", per preannunciare la propria morte e
risurrezione (Mt 12,38-42; Lc 11,29-32).
Il contenuto del
libro di Giona può essere così riassunto:
Missione di Giona e suo rifiuto (1,1-16)
Preghiera di Giona (2,1-11)
Predicazione a Ninive e conversione dei suoi abitanti (3,1-10)
Ira di Giona e misericordia di Dio (4,1-11).
Le caratteristiche
Il
libro di Giona è
pervaso da un tono ironico, dovuto all'abilità narrativa dell'autore.
L'originalità dello scrittore sacro appare anche nella conclusione
interlocutoria (4,10-11): si tratta di una
domanda a cui il lettore è chiamato a rispondere. Essa fa emergere
l'universalità dell'amore e della misericordia di Dio. Diventa così chiaro che
la parola divina di condanna, anche quella rivolta ai popoli nemici d'Israele
("Ninive sarà distrutta": 3,4), non mira tanto
alla punizione, quanto alla conversione.
Giona
Ma il Signore scatenò sul mare un forte vento e vi
fu in mare una tempesta così grande che la nave stava per sfasciarsi. I
marinai, impauriti, invocarono ciascuno il proprio dio e gettarono in mare
quanto avevano sulla nave per alleggerirla. Intanto Giona, sceso nel luogo più
in basso della nave, si era coricato e dormiva profondamente. Gli
si avvicinò il capo dell'equipaggio e gli disse: "Che cosa fai così
addormentato? Àlzati, invoca il tuo Dio! Forse Dio si darà pensiero di noi e
non periremo".
Quindi dissero fra di loro: "Venite, tiriamo a
sorte per sapere chi ci abbia causato questa sciagura". Tirarono a sorte e
la sorte cadde su Giona. Gli domandarono: "Spiegaci dunque chi sia la
causa di questa sciagura. Qual è il tuo mestiere? Da dove vieni? Qual è il tuo
paese? A quale popolo appartieni?". Egli rispose: "Sono Ebreo e
venero il Signore, Dio del cielo, che ha fatto il mare e la
terra". Quegli uomini furono presi da grande timore e gli
domandarono: "Che cosa hai fatto?". Infatti erano venuti a sapere che
egli fuggiva lontano dal Signore, perché lo aveva loro raccontato .
Essi gli dissero: "Che cosa dobbiamo fare di
te perché si calmi il mare, che è contro di noi?". Infatti il mare
infuriava sempre più. Egli disse loro: "Prendetemi e gettatemi in
mare e si calmerà il mare che ora è contro di voi, perché io so che questa
grande tempesta vi ha colto per causa mia".
Quegli uomini cercavano a forza di remi di
raggiungere la spiaggia, ma non ci riuscivano, perché il mare andava sempre più
infuriandosi contro di loro. Allora implorarono il Signore e dissero:
"Signore, fa' che noi non periamo a causa della vita di quest'uomo e non
imputarci il sangue innocente, poiché tu, Signore, agisci secondo il tuo
volere". Presero Giona e lo gettarono in mare e il mare placò la sua
furia. Quegli uomini ebbero un grande timore del Signore, offrirono
sacrifici al Signore e gli fecero promesse.
2 Ma il
Signore dispose che un grosso pesce inghiottisse Giona; Giona restò nel ventre
del pesce tre giorni e tre notti. Dal ventre del pesce Giona pregò il
Signore, suo Dio, e disse:
"Nella mia angoscia ho invocato il Signore
ed egli mi ha risposto;
dal profondo degli inferi ho gridato
e tu hai ascoltato la mia voce.
Mi hai gettato nell'abisso, nel cuore del mare,
e le correnti mi hanno circondato;
tutti i tuoi flutti e le tue onde
sopra di me sono passati.
Io dicevo: "Sono scacciato
lontano dai tuoi occhi;
eppure tornerò a guardare il tuo santo tempio".
Le acque mi hanno sommerso fino alla gola,
l'abisso mi ha avvolto,
l'alga si è avvinta al mio capo.
Sono sceso alle radici dei monti,
la terra ha chiuso le sue spranghe
dietro a me per sempre.
Ma tu hai fatto risalire dalla fossa la mia vita,
Signore, mio Dio.
Quando in me sentivo venir meno la vita,
ho ricordato il Signore.
La mia preghiera è giunta fino a te,
fino al tuo santo tempio.
Quelli che servono idoli falsi
abbandonano il loro amore.
Ma io con voce di lode
offrirò a te un sacrificio
e adempirò il voto che ho fatto;
la salvezza viene dal Signore".
E il Signore parlò al pesce ed esso rigettò Giona sulla spiaggia.
3 Fu rivolta a Giona
una seconda volta questa parola del Signore: 2"Àlzati, va'
a Ninive, la grande città, e annuncia loro quanto ti dico". Giona si
alzò e andò a Ninive secondo la parola del Signore.
Ninive era una città molto grande, larga tre giornate di cammino. Giona
cominciò a percorrere la città per un giorno di cammino e predicava:
"Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta".
I cittadini di
Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, grandi e
piccoli. Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono,
si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere. Per
ordine del re e dei suoi grandi fu poi proclamato a Ninive questo decreto:
"Uomini e animali, armenti e greggi non gustino nulla, non pascolino, non
bevano acqua. Uomini e animali si coprano di sacco, e Dio sia invocato con
tutte le forze; ognuno si converta dalla sua condotta malvagia e dalla violenza
che è nelle sue mani. Chi sa che Dio non cambi, si ravveda, deponga il suo
ardente sdegno e noi non abbiamo a perire!".
Dio vide le loro
opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si
ravvide riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece.
4 Ma Giona ne
provò grande dispiacere e ne fu sdegnato. Pregò il Signore: "Signore, non
era forse questo che dicevo quand'ero nel mio paese? Per questo motivo mi
affrettai a fuggire a Tarsis; perché so che tu sei un Dio misericordioso e
pietoso, lento all'ira, di grande amore e che ti ravvedi riguardo al male
minacciato. Or dunque, Signore, toglimi la vita, perché meglio è per me
morire che vivere!". Ma il Signore gli rispose: "Ti sembra
giusto essere sdegnato così?".
Giona allora uscì dalla città e sostò a oriente di essa. Si fece lì una capanna
e vi si sedette dentro, all'ombra, in attesa di vedere ciò che sarebbe avvenuto
nella città. Allora il Signore Dio fece crescere una pianta di ricino al
di sopra di Giona, per fare ombra sulla sua testa e liberarlo dal suo male.
Giona provò una grande gioia per quel ricino.
Ma il giorno dopo, allo spuntare dell'alba, Dio mandò un verme a rodere la
pianta e questa si seccò. Quando il sole si fu alzato, Dio fece soffiare
un vento d'oriente, afoso. Il sole colpì la testa di Giona, che si sentì venire
meno e chiese di morire, dicendo: "Meglio per me morire che vivere".
Dio disse a Giona: "Ti sembra giusto essere così sdegnato per questa
pianta di ricino?". Egli rispose: "Sì, è giusto; ne sono sdegnato da
morire!". Ma il Signore gli rispose: "Tu hai pietà per quella
pianta di ricino per cui non hai fatto nessuna fatica e che tu non hai fatto
spuntare, che in una notte è cresciuta e in una notte è perita! E io non
dovrei avere pietà di Ninive, quella grande città, nella quale vi sono più di
centoventimila persone, che non sanno distinguere fra la mano destra e la
sinistra, e una grande quantità di animali?".
Ester
Presentazione dei personaggi (1,1a-3,6)
Minaccia contro gli
Minaccia contro gli
Minaccia contro gli Ebrei (3,7-5,14)
Rivincita degli
Rivincita degli
Rivincita degli Ebrei (6,1-10,3l).
Le caratteristiche
"In mezzo a tutte le razze che vi sono nel mondo si è mescolato un popolo ostile il quale, vivendo con leggi diverse da quelle di ogni altra nazione, trascura sempre i decreti del re, così da compromettere la pace delle nazioni da noi consolidata" (3,13d).
ESTER
Memucàn rispose alla presenza del re e dei prìncipi: "La regina Vasti ha mancato non solo verso il re, ma anche verso tutti i capi e tutti i popoli che sono nelle province del re Assuero. Perché quello che la regina ha fatto sarà noto a tutte le donne e le indurrà a disprezzare i propri mariti. Esse diranno: "Il re Assuero aveva ordinato che si conducesse alla sua presenza la regina Vasti e lei non vi è andata".
Memucàn rispose alla presenza del re e dei prìncipi: "La regina Vasti ha mancato non solo verso il re, ma anche verso tutti i capi e tutti i popoli che sono nelle province del re Assuero.
Perché quello che la regina ha fatto sarà noto a tutte le donne e le indurrà a disprezzare i propri mariti.
Esse diranno: "Il re Assuero aveva ordinato che si conducesse alla sua presenza la regina Vasti e lei non vi è andata". D'ora innanzi le principesse di Persia e di Media che verranno a conoscere la condotta della regina, ne parleranno a tutti i prìncipi del re e ne nascerà gran disprezzo e collera.
Se così sembra bene al re, venga da lui emanato un editto reale da scriversi fra le leggi di Persia e di Media, e sia irrevocabile, per il quale Vasti non potrà più comparire alla presenza del re Assuero, e il re conferisca la dignità di regina a un'altra migliore di lei.
Quando
l'editto emanato dal re sarà conosciuto nell'intero suo regno, per quanto
vasto, tutte le donne renderanno onore ai loro mariti, dal più grande al più
piccolo". La cosa parve buona al re e ai prìncipi. Il re fece come
aveva detto Memucàn: mandò lettere a tutte le province del regno, a ogni
provincia secondo il suo modo di scrivere e a ogni popolo secondo la sua
lingua, perché ogni marito fosse padrone in casa sua e potesse esprimersi nella
lingua del suo popolo.
La fanciulla piacque a Egài e conquistò il suo favore: egli si preoccupò di darle i cosmetici e il vitto; le diede sette ancelle scelte nella reggia e assegnò a lei e alle sue ancelle l'alloggio migliore nell'harem.
La fanciulla piacque a Egài e conquistò il suo favore: egli si preoccupò di darle i cosmetici e il vitto; le diede sette ancelle scelte nella reggia e assegnò a lei e alle sue ancelle l'alloggio migliore nell'harem.
Mardocheo tutti i giorni passeggiava davanti al cortile dell'harem per sapere se Ester stava bene e come la trattavano.
La cosa fu risaputa da Mardocheo, che avvertì la regina Ester, ed Ester ne parlò al re in nome di Mardocheo.
E la cosa fu registrata nel libro delle cronache, alla presenza del re.
3 Dopo questi fatti, il re Assuero rese grande Aman, figlio di Ammedàta, l'Agaghita, lo innalzò e pose il suo seggio al di sopra di tutti i prìncipi che erano con lui. Tutti i ministri del re, che stavano alla porta del re, si inginocchiavano e si prostravano davanti ad Aman, perché così aveva ordinato il re a suo riguardo. Ma Mardocheo non s'inginocchiava né si prostrava. I ministri del re, che stavano alla porta del re, dissero a Mardocheo: "Perché trasgredisci l'ordine del re?".
Il re disse ad Aman: "Il denaro sia per te: al popolo fa' pure quello che ti sembra opportuno".
Una copia dell'editto, che doveva essere promulgato in ogni provincia, fu resa nota a tutti i popoli, perché si tenessero pronti per quel giorno. I corrieri partirono in tutta fretta per eseguire l'ordine del re e il decreto fu promulgato nella cittadella di Susa. Mentre il re e Aman stavano
4 Quando Mardocheo seppe quello che era accaduto, si stracciò le vesti, si coprì di sacco e di cenere e uscì in mezzo alla città, emettendo alte e amare grida; giunse fin davanti alla porta del re, poiché a nessuno che fosse coperto di sacco era permesso entrare per la porta del re. In ogni provincia, dovunque venissero promulgati l'ordine e l'editto del re, ci fu grande desolazione fra i Giudei: digiuno, pianto, lutto e a molti facevano da letto il sacco e la cenere. Le ancelle di Ester e i suoi eunuchi vennero a riferire la cosa e la regina ne fu molto angustiata; mandò vesti a Mardocheo, perché se le mettesse e si togliesse di dosso il sacco, ma egli non le accettò.
Atac si recò da Mardocheo sulla piazza della città, davanti alla porta del re. Mardocheo gli narrò quello che gli era accaduto e gli indicò la somma di denaro che Aman aveva promesso di versare al tesoro reale per far distruggere i Giudei; gli diede anche una copia dell'editto promulgato a Susa per il loro sterminio, perché lo mostrasse a Ester, la informasse di tutto e le ordinasse di presentarsi al re, per chiedergli grazia e per intercedere in favore del suo popolo.
Allora Ester fece rispondere a Mardocheo: "Va', raduna tutti i Giudei che si trovano a Susa: digiunate per me, non mangiate e non bevete per tre giorni, notte e giorno. Anche io, con le mie ancelle, digiunerò nello stesso modo; dopo entrerò dal re, sebbene ciò sia contro la legge e, se dovrò perire, perirò!".
Il re andò dunque con Aman al banchetto che Ester aveva preparato. Il re disse a Ester, mentre si beveva il vino: "Qual è la tua richiesta? Ti sarà concessa. Che desideri? Fosse anche la metà del regno, sarà fatto!".
Aman quel giorno uscì lieto e con il cuore contento, ma quando alla porta del re vide Mardocheo che non si alzava né si muoveva per lui, fu preso d'ira contro di lui. Tuttavia Aman si trattenne, andò a casa e mandò a chiamare i suoi amici e Zeres, sua moglie. Aman parlò loro della magnificenza delle sue ricchezze, del gran numero dei suoi figli, di quanto il re aveva fatto per renderlo grande e come l'aveva innalzato sopra i capi e i ministri del re. isse ancora: "Inoltre la regina Ester, al banchetto che ha preparato, ha invitato soltanto me a fianco del re; anche per domani sono invitato da lei con il re.
Il re andò dunque con Aman al banchetto che Ester aveva preparato.
Aman quel giorno uscì lieto e con il cuore contento, ma quando alla porta del re vide Mardocheo che non si alzava né si muoveva per lui, fu preso d'ira contro di lui.
Ma tutto questo non mi basta, finché vedrò Mardocheo, il Giudeo, restar seduto alla porta del re".
Rut
Questo piccolo libro narra le vicende di Rut, una straniera che diventa figlia di Israele e prende posto nella genealogia del re Davide.
Elimèlec e Noemi nel paese di Moab (
Elimèlec e Noemi nel paese di Moab (1,1-5)
Noemi e Rut tornano a Betlemme (
Noemi e Rut tornano a Betlemme (1,6-22)
Rut, la spigolatrice, nei campi di Booz (
Rut, la spigolatrice, nei campi di Booz (2,1-23)
Rut e Booz: l'incontro decisivo (
Rut e Booz: l'incontro decisivo (3,1-18)
Il riscatto e le nozze (
Il riscatto e le nozze (4,1-22).
Le caratteristiche
Il libro di Rut rappresenta un gioiello dell'arte narrativa biblica: per la freschezza e insieme la complessità dell'intreccio, reso particolarmente vivace dai numerosi dialoghi, che occupano più della metà del libro, per l'uso sapiente delle tecniche stilistiche ebraiche, con il ricorso a parallelismi, assonanze, giochi di parole, e soprattutto per l'abilità del narratore nel delineare, in un misto di pathos e ironia, il profilo dei personaggi, la cui profonda umanità e dignità non cancella elementi di sottile ambiguità.
Rut
Poi Elimèlec, marito di Noemi, morì ed essa rimase con i suoi due figli. Questi sposarono donne moabite: una si chiamava Orpa e l'altra Rut. Abitarono in quel luogo per dieci anni.
Allora intraprese il cammino di ritorno dai campi di Moab con le sue nuore, perché nei campi di Moab aveva sentito dire che il Signore aveva visitato il suo popolo, dandogli pane. Partì dunque con le due nuore da quel luogo ove risiedeva e si misero in cammino per tornare nel paese di Giuda. Noemi disse alle due nuore: "Andate, tornate ciascuna a casa di vostra madre; il Signore usi bontà con voi, come voi avete fatto con quelli che sono morti e con me! Il Signore conceda a ciascuna di voi di trovare tranquillità in casa di un marito".
Noemi le disse: "Ecco, tua cognata è tornata dalla sua gente e dal suo dio; torna indietro anche tu, come tua cognata". Ma Rut replicò: "Non insistere con me che ti abbandoni e torni indietro senza di te, perché dove andrai tu, andrò anch'io, e dove ti fermerai, mi fermerò; il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio. Dove morirai tu, morirò anch'io e lì sarò sepolta. Il Signore mi faccia questo male e altro ancora, se altra cosa, che non sia la morte, mi separerà da te".
Vedendo che era davvero decisa ad andare con lei, Noemi non insistette più. Esse continuarono il viaggio, finché giunsero a Betlemme. Quando giunsero a Betlemme, tutta la città fu in subbuglio per loro, e le donne dicevano: "Ma questa è Noemi!". Ella replicava: "Non chiamatemi Noemi, chiamatemi Mara, perché l'Onnipotente mi ha tanto amareggiata! Piena me n'ero andata, ma il Signore mi fa tornare vuota.
Poi Elimèlec, marito di Noemi, morì ed essa rimase con i suoi due figli. Questi sposarono donne moabite: una si chiamava Orpa e l'altra Rut. Abitarono in quel luogo per dieci anni.
Allora intraprese il cammino di ritorno dai campi di Moab con le sue nuore, perché nei campi di Moab aveva sentito dire che il Signore aveva visitato il suo popolo, dandogli pane. Partì dunque con le due nuore da quel luogo ove risiedeva e si misero in cammino per tornare nel paese di Giuda. Noemi disse alle due nuore: "Andate, tornate ciascuna a casa di vostra madre; il Signore usi bontà con voi, come voi avete fatto con quelli che sono morti e con me! Il Signore conceda a ciascuna di voi di trovare tranquillità in casa di un marito". E le baciò. Ma quelle scoppiarono a piangere e le dissero: "No, torneremo con te al tuo popolo". Noemi insistette: "Tornate indietro, figlie mie! Perché dovreste venire con me? Ho forse ancora in grembo figli che potrebbero diventare vostri mariti? Tornate indietro, figlie mie, andate! Io sono troppo vecchia per risposarmi. Se anche pensassi di avere una speranza, prendessi marito questa notte e generassi pure dei figli, vorreste voi aspettare che crescano e rinuncereste per questo a maritarvi? No, figlie mie; io sono molto più amareggiata di voi, poiché la mano del Signore è rivolta contro di me". Di nuovo esse scoppiarono a piangere.
Noemi le disse: "Ecco, tua cognata è tornata dalla sua gente e dal suo dio; torna indietro anche tu, come tua cognata". Ma Rut replicò: "Non insistere con me che ti abbandoni e torni indietro senza di te, perché dove andrai tu, andrò anch'io, e dove ti fermerai, mi fermerò; il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio. Dove morirai tu, morirò anch'io e lì sarò sepolta. Il Signore mi faccia questo male e altro ancora, se altra cosa, che non sia la morte, mi separerà da te".
Vedendo che era davvero decisa ad andare con lei, Noemi non insistette più. Esse continuarono il viaggio, finché giunsero a Betlemme. Quando giunsero a Betlemme, tutta la città fu in subbuglio per loro, e le donne dicevano: "Ma questa è Noemi!". Ella replicava: "Non chiamatemi Noemi, chiamatemi Mara, perché l'Onnipotente mi ha tanto amareggiata! Piena me n'ero andata, ma il Signore mi fa tornare vuota. Perché allora chiamarmi Noemi, se il Signore si è dichiarato contro di me e l'Onnipotente mi ha resa infelice?". Così dunque tornò Noemi con Rut, la moabita, sua nuora, venuta dai campi di Moab. Esse arrivarono a Betlemme quando si cominciava a mietere l'orzo.
2 Noemi aveva un parente da parte del marito, un uomo altolocato della famiglia di Elimèlec, che si chiamava Booz. Rut, la moabita, disse a Noemi: "Lasciami andare in campagna a spigolare dietro qualcuno nelle cui grazie riuscirò a entrare". Le rispose: "Va' pure, figlia mia".
Ella soggiunse: "Possa rimanere nelle tue grazie, mio signore! Poiché tu mi hai consolato e hai parlato al cuore della tua serva, benché io non sia neppure come una delle tue schiave".
Poi, al momento del pasto, Booz le disse: "Avvicìnati, mangia un po' di pane e intingi il boccone nell'aceto". Ella si mise a sedere accanto ai mietitori. Booz le offrì del grano abbrustolito; lei ne mangiò a sazietà e ne avanzò. Poi si alzò per tornare a spigolare e Booz diede quest'ordine ai suoi servi: "Lasciatela spigolare anche fra i covoni e non fatele del male. Anzi fate cadere apposta per lei spighe dai mannelli; lasciatele lì, perché le raccolga, e non sgridatela".
La suocera le chiese: "Dove hai spigolato oggi? Dove hai lavorato? Benedetto colui che si è interessato di te!". Rut raccontò alla suocera con chi aveva lavorato e disse: "L'uomo con cui ho lavorato oggi si chiama Booz". Noemi disse alla nuora: "Sia benedetto dal Signore, che non ha rinunciato alla sua bontà verso i vivi e verso i morti!".
Ella rimase dunque con le serve di Booz a spigolare, sino alla fine della mietitura dell'orzo e del frumento, e abitava con la suocera
Ella soggiunse: "Possa rimanere nelle tue grazie, mio signore! Poiché tu mi hai consolato e hai parlato al cuore della tua serva, benché io non sia neppure come una delle tue schiave".
Poi, al momento del pasto, Booz le disse: "Avvicìnati, mangia un po' di pane e intingi il boccone nell'aceto". Ella si mise a sedere accanto ai mietitori. Booz le offrì del grano abbrustolito; lei ne mangiò a sazietà e ne avanzò. Poi si alzò per tornare a spigolare e Booz diede quest'ordine ai suoi servi: "Lasciatela spigolare anche fra i covoni e non fatele del male. Anzi fate cadere apposta per lei spighe dai mannelli; lasciatele lì, perché le raccolga, e non sgridatela".
La suocera le chiese: "Dove hai spigolato oggi? Dove hai lavorato? Benedetto colui che si è interessato di te!".
Ella rimase dunque con le serve di Booz a spigolare, sino alla fine della mietitura dell'orzo e del frumento, e abitava con la suocera.
3 Un giorno Noemi, sua suocera, le disse: "Figlia mia, non devo forse cercarti una sistemazione, perché tu sia felice? Ora, tu sei stata con le serve di Booz: egli è nostro parente e proprio questa sera deve ventilare l'orzo sull'aia. Làvati, profùmati, mettiti il mantello e scendi all'aia.
Scese all'aia e fece quanto la suocera le aveva ordinato. Booz mangiò, bevve e con il cuore allegro andò a dormire accanto al mucchio d'orzo. Allora essa venne pian piano, gli scoprì i piedi e si sdraiò.
Verso mezzanotte quell'uomo ebbe un brivido di freddo, si girò e vide una donna sdraiata ai suoi piedi.
Arrivata dalla suocera, questa le chiese: "Com'è andata, figlia mia?". Ella le raccontò quanto quell'uomo aveva fatto per lei e aggiunse: "Mi ha anche dato sei misure di orzo, dicendomi: "Non devi tornare da tua suocera a mani vuote"". Noemi disse: "Sta' tranquilla, figlia mia, finché non sai come andrà a finire la cosa. Di certo quest'uomo non si darà pace, finché non avrà concluso oggi stesso questa faccenda"
Scese all'aia e fece quanto la suocera le aveva ordinato. Booz mangiò, bevve e con il cuore allegro andò a dormire accanto al mucchio d'orzo. Allora essa venne pian piano, gli scoprì i piedi e si sdraiò.
Verso mezzanotte quell'uomo ebbe un brivido di freddo, si girò e vide una donna sdraiata ai suoi piedi. Domandò: "Chi sei?". Rispose: "Sono Rut, tua serva. Stendi il lembo del tuo mantello sulla tua serva, perché tu hai il diritto di riscatto". Egli disse: "Sii benedetta dal Signore, figlia mia! Questo tuo secondo atto di bontà è ancora migliore del primo, perché non sei andata in cerca di uomini giovani, poveri o ricchi che fossero. Ora, figlia mia, non temere! Farò per te tutto quanto chiedi, perché tutti i miei concittadini sanno che sei una donna di valore. È vero: io ho il diritto di riscatto, ma c'è un altro che è parente più stretto di me. Passa qui la notte e domani mattina, se lui vorrà assolvere il diritto di riscatto, va bene, lo faccia; ma se non vorrà riscattarti, io ti riscatterò, per la vita del Signore! Rimani coricata fino a domattina".
Arrivata dalla suocera, questa le chiese: "Com'è andata, figlia mia?". Ella le raccontò quanto quell'uomo aveva fatto per lei e aggiunse: "Mi ha anche dato sei misure di orzo, dicendomi: "Non devi tornare da tua suocera a mani vuote"". Noemi disse: "Sta' tranquilla, figlia mia, finché non sai come andrà a finire la cosa. Di certo quest'uomo non si darà pace, finché non avrà concluso oggi stesso questa faccenda".
4 Booz dunque salì alla porta della città e lì si sedette. Ed ecco passare colui che aveva il diritto di riscatto e del quale Booz aveva parlato. Booz lo chiamò: "Vieni a sederti qui, amico mio!". Quello si avvicinò e si sedette. Poi Booz prese dieci degli anziani della città e disse loro: "Sedete qui". Quelli si sedettero. Allora Booz disse a colui che aveva il diritto di riscatto: "Il campo che apparteneva al nostro fratello Elimèlec, lo mette in vendita Noemi, tornata dai campi di Moab. Ho pensato bene di informartene e dirti: "Compralo davanti alle persone qui presenti e davanti agli anziani del mio popolo". Se vuoi riscattarlo, riscattalo pure; ma se non lo riscatti, fammelo sapere. Infatti, oltre a te, nessun altro ha il diritto di riscatto, e io vengo dopo di te".
Allora Booz disse agli anziani e a tutta la gente: "Voi siete oggi testimoni che io ho acquistato tutto quanto apparteneva a Elimèlec, a Chilion e a Maclon dalle mani di Noemi, e che ho preso anche in moglie Rut, la moabita, già moglie di Maclon, per mantenere il nome del defunto sulla sua eredità, e perché il nome del defunto non scompaia tra i suoi fratelli e alla porta della sua città. Voi ne siete oggi testimoni".
Gli anziani aggiunsero:
Gli anziani aggiunsero:
"Il Signore renda la donna,
che entra in casa tua, come Rachele e Lia,
le due donne che edificarono la casa d'Israele.
Procùrati ricchezza in Èfrata,
fatti un nome in Betlemme!
La tua casa sia come la casa di Peres,
che Tamar partorì a Giuda,
grazie alla posterità
che il Signore ti darà da questa giovane!".
Così Booz prese in moglie Rut. Egli si unì a lei e il Signore le accordò di concepire: ella partorì un figlio.
E le donne dicevano a Noemi: "Benedetto il Signore, il quale oggi non ti ha fatto mancare uno che esercitasse il diritto di riscatto. Il suo nome sarà ricordato in Israele! Egli sarà il tuo consolatore e il sostegno della tua vecchiaia, perché lo ha partorito tua nuora, che ti ama e che vale per te più di sette figli".
Questa è la discendenza di Peres: Peres generò Chesron, Chesron generò Ram, Ram generò Amminadàb, Amminadàb generò Nacson, Nacson generò Salmon, Salmon generò Booz, Booz generò Obed, Obed generò Iesse e Iesse generò Davide.
Il Signore cerca cuori docili!
Oggi è la Domenica della Parola di Dio, la cui celebrazione quest’anno è illuminata da un passaggio della Prima lettera di Giovanni: «Vi annunciamo ciò che abbiamo veduto» (1Gv 1,3).
Un testo che lega, inequivocabilmente, l’annuncio della Parola a un’esperienza di fede vissuta e incarnata. Ciò di cui lo scrittore sacro si presenta quale testimone oculare è il “Verbo della vita”, Gesù Cristo, che “era da principio”, cioè all’opera quale creatore già al principio del mondo, in quanto Verbo, Parola eternamente preesistente (Gv 1,1).
In ebraico, non a caso, per esprimere la vitalità della Parola di Dio, si usa il termine dabar, che indica una Parola che plasma, che crea, che si fa carne, evento, ponendoci di fronte a un Volto, prima di metterci davanti a un testo. L’esperienza di fede dell’autore della Prima lettera di Giovanni non è quindi solo fondata su racconti o convincimenti personali, oppure dall’aver visto qualcosa, ma sgorga con vigore dall’aver toccato con mano una realtà tangibile! Non la generica manifestazione di qualcosa di divino, ma la stessa Incarnazione del Verbo.
Calendario liturgico: 23-29 Gennaio 2023
23 L Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie. I pregiudizi su Gesù degli scribi, che ignorano l’agire misericordioso di Dio, allontanano dalla verità. S. Emerenziana; S. Ildefonso di Toledo; S. Amasio. Eb 9,15.24-28; Sal 97; Mc 3,22-30.
24 M S. Francesco di Sales (m, bianco). Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà. C’è una nuova famiglia attorno a Gesù composta da coloro che ascoltano e mettono in pratica la Parola. B. Paola Gambara Costa. Eb 10,1-10; Sal 39; Mc 3,31-35.
25 M Conversione di S. Paolo ap. (f, bianco). Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo. La predicazione dei discepoli è accompagnata da segni dell’amore di Dio per il prossimo. S. Anania. At 22,3-16 opp. At 9,1-22; Sal 116; Mc 16,15-18.
26 G Ss. Timoteo e Tito (m, bianco). Annunciate a tutti i po- poli le meraviglie del Signore. Comunione, condivisione, ospitalità è lo stile di vita dei discepoli nei luoghi di missione. S. Paola; S. Alberico. 2Tm 1,1-8 opp. Tt 1,1-5; Sal 95; Lc 10,1-9.
27 V La salvezza dei giusti viene dal Signore. Il regno di Dio è come un piccolo granello di senape che cresce e diventa grande in forza dell’amore. S. Angela Merìci (mf); S. Vitaliano; S. Giuliano da Sora. Eb 10,32-39; Sal 36; Mc 4,26-34
28 S S. Tommaso d’Aquino (m, bianco). Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo. Perché aver paura? Nelle tempeste della nostra vita affidiamoci con fede a Gesù. B. Olimpia (Olga) Bidà. Eb 11,1-2.8-19; Cant. Lc 1,68-75; Mc 4,35-41.
29 D IV Domenica del T.O. / A. IV sett. del Tempo Ordinario / A - IV sett. del Salterio. Ss. Papia e Mauro; S. Sulpicio Severo. Sof 2,3; 3,12-13; Sal 145; 1Cor 1,26-31; Mt 5,1-12a. Luc
Lucia Giallorenzo
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