sabato 21 novembre 2020

Il regno di Cristo è fondato sull’amore: 2 novembre 2020

  22 novembre 2020 

Solennità di CRISTO RE DELL'UNIVERSO 
 Il regno di Cristo è fondato sull’amore

Conosciamo questo testo che, ai giorni nostri, è uno dei più citati e discussi. Per alcuni esso riassume quasi tutto il Vangelo. Questa tendenza non dipende da una moda o da una certa ideologia, ma corrisponde a qualcosa di assai più profondo che già esiste in noi. Quando siamo colpiti e sorpresi da un’idea, da un avvenimento o da una persona, sembriamo dimenticare tutto il resto per non vedere più che ciò che ci ha colpiti.
Cerchiamo una chiave in grado di aprire tutte le porte, una risposta semplice a domande difficili.
Se leggiamo questo passo del Vangelo con questo spirito, il solo criterio di giudizio, e di conseguenza di salvezza o di condanna, è la nostra risposta ai bisogni più concreti del nostro prossimo.
Poco importa ciò che si crede e come si crede, poco importa la nostra appartenenza o meno a una comunità istituzionale, poco importano le intenzioni e la coscienza, ciò che conta è agire ed essere dalla parte dei poveri e dei marginali.
Eppure, questa pagina del Vangelo di san Matteo è inscindibile dal resto del suo Vangelo e del Vangelo intero. In Matteo troviamo molti “discorsi” che si riferiscono al giudizio finale. Colui che non si limita a fare la volontà di Dio attraverso le parole non sarà condannato (Mt 7,21-27).
Colui che non perdona non sarà perdonato (Mt 6,12-15; 1-35). Il Signore riconoscerà davanti a suo Padre nei cieli colui che si è dichiarato per lui davanti agli uomini (Mt 10,31-33). La via della salvezza è la porta stretta (Mt 7,13). Per seguire Cristo bisogna portare la propria croce e rinnegare se stessi.
 Colui che vuole salvare la propria vita la perderà (Mt 16,24-26). San Marco ci dice anche: Colui che crederà e sarà battezzato, sarà salvato. Colui che non crederà sarà condannato (Mc 16,15-16).
Queste parole ci avvertono di non escludere dal resoconto finale la nostra risposta ai doni soprannaturali e alla rivelazione. Guarire le piaghe del mondo, eliminare le miserie e le ingiustizie, tutto questo fa parte integrante della nostra vita cristiana, ma noi non rendiamo un servizio all’umanità che nella misura in cui, seguendo il Cristo, liberiamo noi stessi e liberiamo gli altri dalla schiavitù del peccato. Allora solamente il suo regno comincerà a diventare realtà.
 

Intenzioni Sante Messe

DOMENICA  22       Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo. Ore 9.00: Peruzzo Romeo; Giordana e Def. Fam. Spanesi; Bedin Tecla, Luigi e Assunta; Bertapelle Pietro, Agnese, Gemma e Delfina; Favaro Agnese; Bovo Bruno. Ore 11.00: Pro Populo.

LUNEDì  23   Ore. 8.00:  .

MARTEDì  24 Ore 15.00:  Barban Carlo e Cesarina.

MERCOLEDì 25 Ore 8.00: .

GIOVEDì  26 Ore 15.00:  .

VENERDì  27 Ore 8.00:  .

SABATO 28 Ore 18.30: Beghin Guerriero; Salmaso Virginio e Reffo Armida; Mozzo Antonietta in Cavinato; Cavinato Ottorino; Pedron Sergio e Fam. Def.;Rizzato Dina.

DOMENICA 29 I Domenica di Avvento. Ore 9.00: Bertapelle Pietro, Agnese, Gemma e Delfina; Favaro Agnese. Ore 11.00: Pro Populo.

Avvisi

·  Oggi celebriamo la festa di Cristo Re dell’Universo, è anche l’ultima domenica del Tempo Ordinario; è l’ultima domenica in cui usiamo l’attuale Messale, libro che norma tutte le formule della preghiera liturgica, libro d’altare che usa per lo più il sacerdote per le diverse liturgie ma che nella nuova traduzione (la terza) ha delle novità anche per i fedeli, nelle parti in cui sono coinvolti, per le prime volte proietteremo le diverse formule e/o risposte nel grande schermo sulla sinistra del presbiterio; Per chi lo desidera ci sono dei fogli nell’espositore della buona stampa con le formule o parole nuove.

· Oggi 22 novembre è la Giornata nazionale di sensibilizzazione sulle offerte per il sostentamento del clero diocesano, Papa Francesco dice che la Chiesa è una famiglia, ecco allora che tutti, ognuno secondo le proprie possibilità, contribuiscono al sostentamento dei sacerdoti, perché possano continuare a svolgere il loro compito di prendersi cura delle comunità cristiane. Non si tratta qui dell’8 x mille, quella è una tassa che paghiamo già e che decidiamo che in quella proporzione venga destinata alla Chiesa Cattolica, qui si tratta di offerte libere che possono essere anche dedotte nella dichiarazione dei redditi fino ad un massimo di 1032,91 euro l’anno: sono un segno di appartenenza alla chiesa… nell’espositore della buona stampa dépliant con maggiori spiegazioni…

· Lunedì 23 novembre, alle ore 20.00, in sala Borsi, ci sarà l’incontro del Gruppo liturgico - lettori parrocchiali, invito alla puntualità...

· Ogni sabato dalle ore 16.00, sono in chiesa a disposizione per le confessioni.

· Domenica prossima è la Prima domenica di Avvento, è la prima domenica dell’Anno liturgico che inizia con la preparazione al Natale. Invito tutti grandi e piccoli a partecipare alla messa domenicale e ad approfittare delle opportunità che la liturgia ci offre per crescere nella fede in Gesù che ci salva dal male. Ricordo anche che la messa è uno dei modi in cui completiamo la catechesi...

 







 
Prima lettura  Ez 34,11-12.15-17
Voi siete mio gregge, io giudicherò tra pecora e pecora.
 
Dal libro del profeta Ezechièle
Così dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine.
Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia.
A te, mio gregge, così dice il Signore Dio: Ecco, io giudicherò fra pecora e pecora, fra montoni e capri.
Parola di Dio
 
 
Salmo responsoriale   Sal 22
 
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
 
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare.
Ad acque tranquille mi conduce.
 
Rinfranca l’anima mia,
mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
 
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.
 
Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.
 
 
Seconda lettura    1Cor 15,20-26.28
Consegnerà il regno a Dio Padre, perché Dio sia tutto in tutti.
 
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita.
Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo.
Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza.
È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte.
E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anch’egli, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.
Parola di Dio
 
Canto al Vangelo (Mc 11,9.10)
 
Alleluia, alleluia.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!
 
 
Vangelo      Mt 25,31-46
Siederà sul trono della sua gloria e separerà gli uni dagli altri.
 
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
Parola del Signore






La “regalità sociale” di Cristo La vita militante del cristiano: gridare al mondo la signoria di Cristo

È da tempo che la riflessione sulla “regalità” di Cristo si muove quasi esclusivamente nell’orizzonte della teologia della salvezza: Cristo è re perché è il servo che si dona fino alla morte per la nostra liberazione dal male e il suo trono è la croce. Se questo è certamente vero, non si può eludere un altro aspetto, che è quello che portò all’istituzione della solennità di «Cristo Re»: il Cristo pasquale è anche il Signore glorificato che siede alla destra del Padre, è Signore del tempo e della storia, è «Re dei re e Signore dei signori» (Ap 19,16), è «la chiave, il centro e il fine di tutta la storia umana» (Gaudium et spes, n. 10). Il recupero di questo aspetto della “regalità” di Cristo porta indubbiamente anche a una rivalutazione del carattere “militante” dell’identità cristiana, poiché la fedeltà a Gesù Cristo, il riconoscimento del suo dominio, significa «ridire, anzi “gridare” al mondo» la sua signoria (Rosarium Virginis Mariae). Se questo non ci risparmierà lo scontro e la sofferenza, non va però dimenticato il sostegno, allo stesso tempo soave ed energico, di Maria, la «Madre del re» (Ad caeli Reginam): «Per mezzo della ss. Vergine Maria – infatti – Gesù Cristo venne nel mondo, ancora per mezzo di lei deve regnare nel mondo» (san Luigi Maria Grignion da Montfort). San Giovanni Paolo II ha sottolineato con vigore l’importanza di una lettura sociale, significativa e incisiva, della centralità cosmica e storica di Cristo (cfr. Enciclica Redemptor hominis n. 1). La sua regalità si estende, per risanarla, su ogni realtà storica e umana. Per questo, all’inizio del suo pontificato, ricordò ai credenti il loro dovere di fare spazio a Cristo in ogni aspetto della vita sociale: «Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo». don Michele G. D’Agostino, ssp

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