Il messaggio del Vescovo Claudio per il mese di maggio e gli appuntamenti di preghiera
Il vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, in occasione del primo maggio invia un messaggio che si estende a tutto il mese tradizionalmente dedicato al mondo del lavoro e alla devozione a Maria.
Si inizierà proprio il 1° maggio con la celebrazione della messa, in forma non pubblica e senza partecipazione di fedeli, da un luogo simbolo, l’ospedale di Schiavonia, grazie alla disponibilità dell’Ulss 6 Euganea. La messa sarà trasmessa in diretta youtube dal canale della Diocesi di Padova e in diretta televisiva da Tv7 Triveneta (canale 12 del digitale terrestre) alle ore 10.
Poi durante il mese di maggio verrà proposta, sempre in diretta youtube e televisiva ma sul canale 88 del digitale terrestre (Tv7 Azzurra), ogni mercoledì alle ore 20.30 e sabato alle ore 11, la preghiera del rosario guidata dal vescovo Claudio da diversi santuari mariani del territorio diocesano.
Poi durante il mese di maggio verrà proposta, sempre in diretta youtube e televisiva ma sul canale 88 del digitale terrestre (Tv7 Azzurra), ogni mercoledì alle ore 20.30 e sabato alle ore 11, la preghiera del rosario guidata dal vescovo Claudio da diversi santuari mariani del territorio diocesano.
Di seguito il messaggio del vescovo Claudio e il calendario delle dirette.
IL MESSAGGIO
Mese di maggio: preghiera e lavoro
Il vescovo Claudio guida la preghiera per il mondo del lavoro ai tempi del coronavirus
Il vescovo Claudio guida la preghiera per il mondo del lavoro ai tempi del coronavirus
Maggio fa il suo ingresso con la festa del Primo maggio. Il giorno di ingresso, come un portale che abbiamo costruito in questi secoli (dal 1890), impone alla mia attenzione il mondo del lavoro, il lavoro degli uomini e delle donne, i diritti dei lavoratori acquisiti con lotte, l’importanza del lavoro presentato dalla nostra Costituzione come fondamento della Repubblica, la qualità del lavoro come segno della dignità dei lavoratori.
Lo so, non è una ricorrenza religiosa ma una festa civile, e quest’anno più che mai sembra che questa giornata debba avere il tono dell’augurio e della speranza per tutti: che il lavoro possa essere festa! Festa per le famiglie perché trovino sicurezza e prospettive, festa per i progetti di vita sognati dai giovani perché possano realizzarsi... Festa per tutti!
Può essere anche occasione bella di preghiera per stare con il cammino degli uomini e delle donne e arricchire la storia di una dimensione spirituale esprimendo la certezza che la fatica di ogni essere umano è inscritta nel cammino del realizzarsi del Regno di Dio.
Nel lavoro siamo chiamati a integrare, a “mettere insieme” fede e vita, cioè realizzare una vita credente e una fede vissuta. Si lavora per vivere bene, con dignità, ma anche la preghiera è per vivere bene, con dignità. Preghiera e lavoro, ora et labora secondo l’adagio benedettino, sono per la vita, per dare qualità alla vita.
Per la vita, in tutte le sue manifestazioni e in tutti i suoi stadi, Dio si è fatto servo: lo abbiamo visto in Gesù e ci viene raccontato nei Vangeli. Ne siamo convinti fino al punto da non aver avuto dubbi che per difendere la vita, tanto amata da Dio, si dovessero sospendere sia le celebrazioni religiose che gran parte delle attività lavorative.
Per la vita, in tutte le sue manifestazioni e in tutti i suoi stadi, Dio si è fatto servo: lo abbiamo visto in Gesù e ci viene raccontato nei Vangeli. Ne siamo convinti fino al punto da non aver avuto dubbi che per difendere la vita, tanto amata da Dio, si dovessero sospendere sia le celebrazioni religiose che gran parte delle attività lavorative.
Quest’anno tutti noi abbiamo compreso l’importanza del lavoro soprattutto nel campo della salute e della protezione dei più deboli. Abbiamo applaudito per sostenere gli operatori sanitari, i medici e gli infermieri in particolare, ma anche gli operatori della protezione civile, del volontariato sociale e anche delle nostre Caritas. Abbiamo posto fiducia nelle autorità civili, soprattutto negli amministratori, attenendoci alle loro indicazioni. Adesso è il momento dell’attesa di sostegni e aiuti finanziari per le attività economiche e sociali e guardiamo al Governo, all’Europa, al mondo intero. Stiamo anche sperimentando un sentimento di attesa – come quando in Avvento si aspetta il Natale – verso i risultati della ricerca scientifica e del vaccino!
Resta comunque un po’ di timore, di apprensione che qualcosa sia più grande di noi e ci sfugga.
Ma non è per questi timori che guardiamo a Dio, come se non riuscendo a venirne a capo da soli “provassimo” a rivolgerci a Lui: sarebbe una rinuncia alle nostre responsabilità di uomini, di lavoratori, di scienziati. E anche la relazione con Dio avrebbe bisogno di qualche precisazione.
Questi sentimenti devono provocarci verso un impegno umano ancora più forte e serio. Tutti noi vogliamo sostenere i ricercatori e gli scienziati, incoraggiare i politici a guardare al bene comune, allearci a tutti i livelli per creare maggiore forza nel combattere il Covid-19 e contenere i danni provocati da questa emergenza a livello sanitario, economico e finanziario e di conseguenza sociale.
Eppure nel mio cuore di cristiano c’è anche l’immagine del mese di maggio dedicato dalla tradizione popolare a Maria, Madre del Signore. È il mese dei rosari nelle case, nelle vie o nelle borgate, soprattutto in campagna, mese di preghiera, di incontri, di mazzi di rose portati alle immagini della Madonna nei capitelli lungo le strade. Quest’anno c’è anche lo spazio in casa, quotidiano, dell’“angolo bello”.
Possiamo pregare insieme l’Ave Maria con una decina, con il rosario; invocare lo Spirito Santo, ricordare il mondo del lavoro così necessario e vitale.
Possiamo pregare insieme l’Ave Maria con una decina, con il rosario; invocare lo Spirito Santo, ricordare il mondo del lavoro così necessario e vitale.
Maria è immagine del cristiano che accoglie Dio Padre, non per convincerlo o per usarlo ma per fargli spazio nella vita. Maria lo accoglie in se stessa e si rende disponibile al suo disegno e ai suoi progetti di bene e di amore per la vita.
Della vita degli uomini fanno parte il lavoro, l’intelligenza umana, la scienza, la capacità di organizzarsi e di guardare al futuro, la sensibilità politica, l’amore verso il creato.
Fare spazio a Dio, come Maria, è dare qualità a tutto ciò che è umano: accoglierlo, come Maria, per restare umani nello scorrere del tempo e degli eventi, sia quelli favorevoli che quelli difficili. Per far spazio a Dio anche nel tempo e nelle energie dedicati al nostro lavoro.
Chi vorrà reciterà le Ave Maria. Come dire a Maria, Madre del Signore: “Aiutaci a lasciar spazio al Signore”. Lo farò anch’io recandomi in alcuni dei Santuari che la nostra storia ha eretto a testimonianza che la fede in Dio ha aiutato nelle difficoltà: ha dato coraggio, conforto, intuizioni... E lo farò a nome di tutte le nostre comunità, soprattutto di chi è stato più colpito, e anche per i nostri tanti defunti.
Il primo maggio però partirò da un ospedale che è diventato un po’ il simbolo di questa emergenza, del lavoro instancabile di molti e anche dell’accoglienza: quello di Schiavonia!
C’è un altro arricchimento in questo incontrarsi di fede e vita nel maggio dell’anno del Covid-19. Riguarda la consapevolezza del limite dell’uomo che mi ricorda quello imposto nel giardino terrestre.
L’uomo è uomo, la più bella delle creature, ma non è Dio, non è il Creatore. Pregare è collocarsi nei confini della creatura e non del Creatore. Pregare è umiltà dell’uomo di fronte a Dio. Pregare è lasciarsi ispirare da cose alte, divine, rispettandole non possedendole. Pregare è rimanere con una speranza viva perché la vita è nelle mani di Dio, del Padre buono che è nei cieli, e non si identifica solo con quella di questa terra.
È come dire a Maria: “Aiutami a essere pienamente umano anche in mezzo alle preoccupazioni”. Sempre, “adesso e nell’ora della nostra morte”. Per noi il Signore è uno solo e in Lui solo poniamo la nostra Speranza.
Noi siamo nella sua vigna “i suoi lavoratori” generativi cioè liberi, creativi, partecipativi, solidali. Lo diciamo fermandoci in preghiera.
Noi siamo nella sua vigna “i suoi lavoratori” generativi cioè liberi, creativi, partecipativi, solidali. Lo diciamo fermandoci in preghiera.
+ Claudio Cipolla,
vescovo di Padova
vescovo di Padova
Fonte: Ufficio stampa Diocesi di Padova La Difesa del Popolo
LETTERA DEL SANTO PADRE FRANCESCO
A TUTTI I FEDELI PER IL MESE DI MAGGIO 2020
A TUTTI I FEDELI PER IL MESE DI MAGGIO 2020
è ormai vicino il mese di maggio, nel quale il popolo di Dio esprime con particolare intensità il suo amore e la sua devozione alla Vergine Maria. È tradizione, in questo mese, pregare il Rosario a casa, in famiglia. Una dimensione, quella domestica, che le restrizioni della pandemia ci hanno “costretto” a valorizzare, anche dal punto di vista spirituale.
Perciò ho pensato di proporre a tutti di riscoprire la bellezza di pregare il Rosario a casa nel mese di maggio. Lo si può fare insieme, oppure personalmente; scegliete voi a seconda delle situazioni, valorizzando entrambe le possibilità. Ma in ogni caso c’è un segreto per farlo: la semplicità; ed è facile trovare, anche in internet, dei buoni schemi di preghiera da seguire.
Inoltre, vi offro i testi di due preghiere alla Madonna, che potrete recitare al termine del Rosario, e che io stesso reciterò nel mese di maggio, spiritualmente unito a voi. Le allego a questa lettera così che vengano messe a disposizione di tutti.
Cari fratelli e sorelle, contemplare insieme il volto di Cristo con il cuore di Maria, nostra Madre, ci renderà ancora più uniti come famiglia spirituale e ci aiuterà a superare questa prova. Io pregherò per voi, specialmente per i più sofferenti, e voi, per favore, pregate per me. Vi ringrazio e di cuore vi benedico.
Roma, San Giovanni in Laterano, 25 aprile 2020 Festa di San Marco Evangelista
Papa Francesco
Papa Francesco e il mese di maggio: “Pregare il Rosario a casa e in famiglia”
O Maria, Tu risplendi sempre nel nostro cammino come segno di salvezza e di speranza.
Noi ci affidiamo a Te, Salute dei malati, che presso la croce sei stata associata al dolore di Gesù, mantenendo ferma la tua fede.
Tu, Salvezza del popolo romano, sai di che cosa abbiamo bisogno e siamo certi che provvederai perché, come a Cana di Galilea, possa tornare la gioia e la festa dopo questo momento di prova.
Aiutaci, Madre del Divino Amore, a conformarci al volere del Padre e a fare ciò che ci dirà Gesù, che ha preso su di sé le nostre sofferenze e si è caricato dei nostri dolori per condurci, attraverso la croce, alla gioia della risurrezione.
Amen.
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.
«Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio».
Nella presente situazione drammatica, carica di sofferenze e di angosce che attanagliano il mondo intero, ricorriamo a Te, Madre di Dio e Madre nostra, e cerchiamo rifugio sotto la tua protezione.
O Vergine Maria, volgi a noi i tuoi occhi misericordiosi in questa pandemia del coronavirus, e conforta quanti sono smarriti e piangenti per i loro cari morti, sepolti a volte in un modo che ferisce l’anima. Sostieni quanti sono angosciati per le persone ammalate alle quali, per impedire il contagio, non possono stare vicini. Infondi fiducia in chi è in ansia per il futuro incerto e per le conseguenze sull’economia e sul lavoro.
Madre di Dio e Madre nostra, implora per noi da Dio, Padre di misericordia, che questa dura prova finisca e che ritorni un orizzonte di speranza e di pace. Come a Cana, intervieni presso il tuo Figlio Divino, chiedendogli di confortare le famiglie dei malati e delle vittime e di aprire il loro cuore alla fiducia.
Proteggi i medici, gli infermieri, il personale sanitario, i volontari che in questo periodo di emergenza sono in prima linea e mettono la loro vita a rischio per salvare altre vite. Accompagna la loro eroica fatica e dona loro forza, bontà e salute.
Sii accanto a coloro che notte e giorno assistono i malati e ai sacerdoti che, con sollecitudine pastorale e impegno evangelico, cercano di aiutare e sostenere tutti.
Vergine Santa, illumina le menti degli uomini e delle donne di scienza, perché trovino giuste soluzioni per vincere questo virus.
Assisti i Responsabili delle Nazioni, perché operino con saggezza, sollecitudine e generosità, soccorrendo quanti mancano del necessario per vivere, programmando soluzioni sociali ed economiche con lungimiranza e con spirito di solidarietà.
Maria Santissima, tocca le coscienze perché le ingenti somme usate per accrescere e perfezionare gli armamenti siano invece destinate a promuovere adeguati studi per prevenire simili catastrofi in futuro.
Madre amatissima, fa’ crescere nel mondo il senso di appartenenza ad un’unica grande famiglia, nella consapevolezza del legame che tutti unisce, perché con spirito fraterno e solidale veniamo in aiuto alle tante povertà e situazioni di miseria. Incoraggia la fermezza nella fede, la perseveranza nel servire, la costanza nel pregare.
O Maria, Consolatrice degli afflitti, abbraccia tutti i tuoi figli tribolati e ottieni che Dio intervenga con la sua mano onnipotente a liberarci da questa terribile epidemia, cosicché la vita possa riprendere in serenità il suo corso normale.
Ci affidiamo a Te, che risplendi sul nostro cammino come segno di salvezza e di speranza, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.
Amen.