sabato 11 marzo 2023

Signore, dammi quest’acqua.... 12 marzo 2023

   12 marzo 2023

3^ Domenica di QUARESIMA

Signore, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete»?


La conversazione di Gesù con la Samaritana si svolge sul tema dell’“acqua viva”. 
Quest’acqua è indispensabile alla vita, e non è sorprendente che, nelle regioni del Medio Oriente dove regna la siccità, essa sia semplicemente il simbolo della vita e, anche, della salvezza dell’uomo in un senso più generale.
Questa vita, questa salvezza, si possono ricevere solo aprendosi per accogliere il dono di Dio.
 È questa la convinzione dell’antico Israele come della giovane comunità cristiana.
 E l’autore dei Salmi parla così al suo Dio: “È in te la sorgente della vita” (Sal 036,10).
 Ecco la sua professione di fede: “Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio” (Sal 042,2). 
La salvezza che Dio porta viene espressa con l’immagine della sorgente che zampilla sotto l’entrata del tempio e diventa un grande fiume che trasforma in giardino il deserto della Giudea e fa del mar Morto un mare pieno di vita (Ez 47,1-12).
Gesù vuole offrire a noi uomini questa salvezza e questa vita.
 Per calmare definitivamente la nostra sete di vita e di salvezza. “Io, sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10).
 

Intenzioni Sante Messe

DOMENICA  12      III Domenica di Quaresima. Ore 9.30: Bragagnolo Antonio e Caterina; Morosinotto Franco (anniv.); Scapin Samuele e Arino; Fabian Adriano; Bussolaro Talita e Fam. Def.; Favaro Ottorino e Bussolaro Maria; Caon Giuseppe e Mariarosa.

Lunedì  13 Ore 8.00:  Barban Agostino e Maria.

MARTEDì  14 Ore 15.00:  Mazzon Tiziano e Scapin Bruno.

MERCOLEDì  15 Ore  8.00:  Peron Paolina (anniversario).

GIOVEDì  16 Ore 15.00: Gallato Antonio, Virgilio Umberto e Perusin Andrea; Scapin Luigina, Suor Elena e don Liberio.

VENERDì  17 Ore 8.00:  .

SABATO 18 Ore 18.30:   Cavinato Ottorino e Mozzo Antonietta; Def. Fam. Bedin Fulvio; Rizzolo Elvio; Cavinato Palmira e Fam. Def.; Cavinato Lucia (anniv.); Cavinato Gina e Rosso Dante; Cavinato Antonio; Bovo Bruno; Sorelle Caon Giovanni e Rosina.

DOMENICA 19 IV domenica di Quaresima. Ore 9.30:  Armando, Maria e Luca Bertapelle; Dalle Fratte Ivo; Def. Fam. Spanesi; Bertapelle Marcello; Rizzato Rizzieri; Schiavo Virginia (Teresa); Bedin Giuseppe; Gallo Pericle; Filippi Ennio e Bedin Olinda; Caon Zita.

Incontri

Martedì ore 21.00 Incontro-prove per  il gruppo della Corale parrocchiale.

Avvisi

· Oggi, alle ore 14.30, in sala Borsi, le donne del NOI Cavino, organizzano la Tombola per i nonni della terza età.

·  La prossima settimana sarò fuori sede da lunedì a venerdì pomeriggio per gli esercizi spirituali; per la messa quotidiana mi sostituisce don Francesco.

· Lunedì 13 marzo, alle ore 20.30, a Bronzola, si terrà il secondo incontro del corso per accompagnatori dei genitori dell’Iniziazione Cristiana.

· Col Consiglio Pastorale, dopo aver ascoltato i coordinatori dei gruppi sinodali della nostra parrocchia, si propone di dare inizio ad un gruppo liturgico che si mette in ascolto-prega-medita e riflette sulla Parola della liturgia domenicale; vi invito allora il venerdì 17, in sala Borsi, alle ore 21.00, al Gruppo  della Parola.

· Domenica 19 Marzo, quarta domenica di Quaresima, durante la Santa messa ci sarà la seconda Grande Preghiera di Intercessione per i ragazzi dell’Ultima Quaresima, accompagniamo  questi ragazzi con la nostra preghiera.

· Domenica 19 marzo è la terza domenica del mese, secondo l’impegno di Carità che ci siamo dati, raccoglieremo gli alimenti per i poveri che fanno riferimento alla nostra parrocchia; troverete quindi alla porta della chiesa i cesti…

· Chi pota il proprio ulivo in questo periodo, è invitato a portare i rami più belli vicino al campanile per organizzare la processione della Domenica delle Palme che quest’anno cade il 2 aprile.


LE TAPPE DEL SINODO: Marzo 2023: La presidenza, individua le proposte che verranno discusse in Assemblea sinodale. CONTINUIAMO A PREGARE ...

 

Cristo Gesù, 

acqua che disseta in eterno


L’acqua, la luce, la vita sono i doni battesimali che, in queste tre ultime domeniche di Quaresima, rivelano la premura di Dio per noi, sue creature. 
L’acqua è il dono che Dio fa al suo popolo assetato nel deserto (I Lettura). L’acqua che la donna di Samaria attinge al pozzo di Giacobbe rivela in lei una sete più profonda da placare, un vuoto interiore da colmare e un desiderio cocente di pienezza che rendono inquieta la sua esistenza. 
Quest’acqua attinta ogni giorno le avrebbe procurato nuova sete: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete». Non così l’acqua viva attinta al “poz- zo spirituale” che è Gesù: «Chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno» (Vangelo).
 È, questa, la promessa messianica fatta anche a tutti noi e realizzata nel dono dell’acqua viva del nostro battesimo, l’acqua che «ha riversato nei nostri cuori l’amore di Dio per mezzo dello Spirito» (II Lettura). Come la donna di Samaria, oggi sarai anche tu grato per questo dono? Saprai chiedere con lei: «Signore, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete»?
don Primo Gironi, ssp, biblista 

Senza la fede in Dio il mondo avanza in un deserto arido, privo di speranza e di ogni possibilità di salvezza. 
Gesù Cristo è l’acqua che ci disseta e che irriga i nostri deserti. Lui è la nostra salvezza e la nostra speranza. 
Oggi siamo invitati a meditare sul nostro battesimo, il dono divino che è alla base della nostra dignità cristiana e che ci incorpora a Cristo.


Prima lettura    Es 17,3-7
Dacci acqua da bere.
 
Dal libro dell’Èsodo
 
In quei giorni, il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua; il popolo mormorò contro Mosè e disse: «Perché ci hai fatto salire dall’Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?».
Allora Mosè gridò al Signore, dicendo: «Che cosa farò io per questo popolo? Ancora un poco e mi lapideranno!».
Il Signore disse a Mosè: «Passa davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani d’Israele. Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e va’! Ecco, io starò davanti a te là sulla roccia, sull’Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà».
Mosè fece così, sotto gli occhi degli anziani d’Israele. E chiamò quel luogo Massa e Merìba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla prova il Signore, dicendo: «Il Signore è in mezzo a noi sì o no?».
Parola di Dio
 
 
Salmo responsoriale   Sal 94
 
Ascoltate oggi la voce del Signore: non indurite il vostro cuore.
 
Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.
 
Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.
 
Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere».
 
 
 Seconda lettura    Rm 5,1-2.5-8
L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito che ci è stato dato.
 
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
 
Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio.
La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.
Parola di Dio
 
Canto al Vangelo (Gv 4,42.15)

Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Signore, tu sei veramente il salvatore del mondo;
dammi dell’acqua viva, perché io non abbia più sete.

 
Vangelo       Gv 4,5-42
Sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna.
  
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
 
In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani.
Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?».
Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero».
Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».
In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui.
Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».
Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».
Parola del Signore.




3a domenica di Quaresima - 12 marzo 2023

Entro nel testo

Dal Vangelo di Giovanni

In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samaria chiamata Sicar, […] e sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: «Dammi da bere!», tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva?». Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore - gli dice la donna -, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». 

Mi lascio ispirare

Imbarazzo Chiamati ad essere sorgente

Gesù arriva da un lungo viaggio, fuori dalla Giudea in terra straniera, è mezzogiorno, l’ora più calda durante la quale solo le persone ‘emarginate’ uscivano. Si siede presso il pozzo senza secchio per attingere acqua, affaticato. Ed è proprio in quel momento che giunge la Samaritana con la sua storia, con la sua vita. Di fronte a lei si mostra in tutta la sua umanità, bisognoso di aiuto. Questa condizione permette così ad entrambi di vivere pienamente l’incontro, ponendosi in ascolto e dialogando, a partire da una necessità condivisala sete! Gesù fa una semplice richiesta, che suscita però qualcosa di inaspettato: un imbarazzo che apre ad un desiderio più grande. Partendo da quella sete materiale apre il cuore della donna al dono dell’acqua viva, che toglie per sempre la sete. Accogliendo le nostre fragilità e povertà, il Signore ci mostra che questo è il punto di partenza per lasciarsi dissetare dal suo amore e diventare così sorgenti di quell’acqua viva che è Dio stesso. Un imbarazzo iniziale di mostrarsi bisognosi apre all’ascolto e al desiderio di cambiamento, apre ad una conversione che ci viene chiesta ora, nell’oggi delle nostre vite. Ecco allora che la Samaritana lasciando l’anfora riconosce di essere diventata lei stessa sorgente dell’amore del Signore e corre in città ad annunciare la gioia di essersi sentita accolta, dissetata ed inviata.

Rifletto...

  • So riconoscere la presenza del Signore nelle persone che mi circondano e che vogliono il mio bene, e così affidarmi e lasciarmi guidare da Lui nella quotidianità di tutti i giorni?

  • Il Signore mi chiama a lasciare le mie sicurezze per annunciarlo con la mia vita. Riconosco di essere chiamato ad essere sorgente del suo amore?

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Imbarazzo, vergogna: emozioni sociali

L’imbarazzo è un’emozione vissuta frequentemente nelle interazioni quotidiane; lo si prova solitamente quando, anche inconsapevolmente, si violano quelle norme di comportamento e di deferenza sociale presenti nelle interazioni fra individui. Mostrare imbarazzo non è da considerarsi una disfunzionalità, ma una modalità di comportamento capace di ristabilire quelle relazioni sociali che appaiono compromesse; sostanzialmente è un modo per chiedere scusa, attraverso il linguaggio non verbale, al fine di evitare un giudizio troppo severo. Mentre l’imbarazzo è legato ad una situazione contingente, diversa è la vergogna, un’emozione molto più intensa e duratura che nasce in seguito ad un’autovalutazione di inadeguatezza rispetto a standard di condotta ai quali si aderisce personalmente. La persona che si vergogna, infatti, prova un profondo turbamento, si sente confusa, disorientata e presa soprattutto da un desiderio di fuga perché sente che ciò che è costretta a mostrare di sé è inadeguato e sgradevole, traducendosi spesso in una bassa autostima. Entrambi questi stati d’animo indicano quanto per ciascuno di noi sia importante il contesto interpersonale e, se consapevolizzati, possono orientarci alla costruzione di rapporti sempre più autentici, basati sul rispetto reciproco, sulla cura della fragilità umana, volti più alla cooperazione che alla prestazione e alla competizione.

Una voce dalla Thailandia

La lingua thai al primo approccio mi affascinava per i suoni, la musicalità e la dolcezza… poi è diventata un muro da arrampicare con tanti scivoloni che mi mettevano davanti alla faticosa realtà di dover reinventarmi. Le persone mi parlavano con gentilezza e spesso l’unica risposta era un sorriso. Il colore rosso sulle guance davanti alle prime parole balbettate con fierezza, ma che diventavano occasione di risate vere e proprie. Oggi, dopo 13 anni, ancora sento la distanza tra quello che vorrei comunicare e quello che riesco a dire. Non è solo per la lingua, è questione di cultura e tradizioni. Presiedere l’Eucaristia e commentare la Parola davanti ai fedeli è certo un dono, ma nello stesso tempo una fonte di imbarazzo. Mi fa percepire quell’inadeguatezza davanti alla ricchezza della Parola che si condivide. Alla fine il mistero di quello che celebro mi supera e l’imbarazzo provato mi insegna l’umiltà. Resta lo stupore davanti a Lui e un desiderio di silenzio accogliente. Si condivide così la realtà di essere uniti in Lui oltre ogni spazio, parola, religione, cultura e tradizione.

don Raffaele - Fidei donum

La parola “misericordia” è composta da due parole: miseria e cuore. Il cuore indica la capacità di amare; la misericordia è l’amore che abbraccia la miseria della persona. È un amore che “sente” la nostra indigenza come se fosse propria, con lo scopo di liberarcene. (Papa Francesco)





Alla scoperta del nostro Battesimo

Attorno ai brani evangelici che ci sono proposti nelle tre ultime domeniche di Quaresima (III, IV, V del ciclo Anno A), la Chiesa antica modellava il cammino dei catecumeni, come erano chiamati coloro che si preparavano a ricevere il battesimo (insieme con la cresima e l’eucaristia) nella Notte di Pasqua. Sono testi ricchi di parole e di segni che rivelano la profonda spiritualità del Vangelo secondo Giovanni che li contiene e per questo considerato “il Vangelo spirituale”. Da una parte questi testi ci guidano alla comprensione del ricco simbolismo dei segni del nostro battesimo: l’acqua (III domenica: vangelo della samaritana), la luce (IV domenica: vangelo della guarigione del cieco nato), la vita (V domenica: vangelo della risurrezione di Lazzaro). L’acqua è il segno della vittoria pasquale di Cristo sul peccato e sulla morte: è “l’acqua viva” in cui ci immerge il nostro battesimo.

La luce è l’ambito di Cristo risorto, simboleggiato nel Cero pasquale posto accanto al fonte battesimale, da dove illumina tutta l’esistenza del battezzato. La vita ha origine dalla risurrezione di Cristo, che nel battesimo ci spoglia dell’uomo vecchio (il peccato) e ci riveste di lui, uomo nuovo. Dall’altra parte questi testi ci presentano un itinerario di fede che conduce gradualmente alla piena conoscenza di Gesù Figlio di Dio e Salvatore, come professiamo nel nostro battesimo.

È l’itinerario della samaritana, che vede in Gesù prima un giudeo e uno più grande di Giacobbe, poi un profeta e infine lo riconosce come Messia e Salvatore. È anche l’itinerario del cieco nato, che giunge alla piena fede in Gesù “Figlio dell’uomo” (uno dei titoli di Gesù) attraverso la gradualità della sua conoscenza (“un uomo di nome Gesù”, “un profeta”). È l’itinerario che rispecchia la gradualità con cui il catecumeno giungeva alla fede in Gesù. Ma è anche l’itinerario che ognuno di noi è chiamato a percorrere, sull’esempio dei personaggi proposti da questi brani evangelici.

ùdon Primo Gironi, ssp, biblista

Calendario liturgico: 13-19 Marzo 2023

13 L L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente. Ogni pregiudizio, sia religioso o culturale, è di ostacolo all’accoglienza della rivelazione di Dio in Cristo. S. Sabino; S. Cristina; S. Ansovino. 2Re 5,1-15a; Sal 41 e 42; Lc 4,24-30

14 M Ricòrdati, Signore, della tua misericordia. È capace di misericordia solo chi riconosce quella di Dio e si sente perdonato da lui. S. Matilde; S. Paolina; B. Giacomo Cusmano. Dn 3,25.34-43; Sal 24; Mt 18,21-35

15 M Celebra il Signore, Gerusalemme. Il Nuovo Testamento ha le sue radici nel Primo; non lo annulla, ma ne mostra il culmine: Gesù Cristo. S. Zaccaria; S. Luisa de Marillac. Dt 4,1.5-9; Sal 147; Mt 5,17-19.

16 G Ascoltate oggi la voce del Signore: non indurite il vostro cuore. Cristo mostra la sua potenza: scaccia il demonio, instaura il regno di Dio e porta la redenzione. Ss. Ilario e Taziano; S. Eriberto; B. Giovanni Sordi. Ger 7,23-28; Sal 94; Lc 11,14-23

17 V Io sono il Signore, tuo Dio: ascolta la mia voce. Il Signore fonde in un unico e solo comandamento l’amore per Dio e quello per i fratelli. S. Patrizio; S. Geltrude; B. Corrado. Os 14,2-10; Sal 80; Mc 12,28b-34

18 S Voglio l’amore e non il sacrificio. Il modo con cui si prega indica come si vive e come ci si rapporta con Dio, con sé stessi e con gli altri. S. Cirillo di Gerusalemme; S. Frediano; S. Edoardo. Os 6,1-6; Sal 50; Lc 18,9-14.

19 D IV Domenica di Quaresima / A. IV sett. di Quaresima / A - IV sett. del Salterio. B. Andrea Gallerani. 1Sam 16,1b.4a.6-7.10-13; Sal 22; Ef 5,8-14; Gv 9,1-41.
Elide Siviero



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