sabato 18 marzo 2023

Il Signore è mia luce e mia salvezza, 19 marzo 2022

   19 marzo 2023

IV DOMENICA DI QUARESIMA - LAETARE (ANNO A)


Il Signore è mia luce e mia salvezza,

La “luce” è uno dei simboli originali delle Sacre Scritture. Essa annuncia la salvezza di Dio. Non è senza motivo che la luce è stata la prima ad essere creata per mettere un termine alle tenebre del caos (Gen 1,3-5). 
Ecco la professione di fede dell’autore dei Salmi: “Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura?” (Sal 28,1). 
E il profeta dice: “Alzati, Gerusalemme, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te” (Is 60,1). Non bisogna quindi stupirsi se il Vangelo di san Giovanni riferisce a Gesù il simbolo della luce. Già il suo prologo dice della Parola divina, del Logos: “In lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta” (Gv 1,4-5). La luce è ciò che rischiara l’oscurità, ciò che libera dalla paura che ispirano le tenebre, ciò che dà un orientamento e permette di riconoscere la meta e la via. Senza luce, non c’è vita.
Il racconto della guarigione del cieco è una “storia di segni” caratteristica di san Giovanni. Essa mette in evidenza che Gesù è “la luce del mondo” (v. 5, cf. 8, 12), che egli è la rivelazione in persona e la salvezza di Dio - offerte a tutti.
 

Intenzioni Sante Messe

DOMENICA  19      IV Domenica di Quaresima. Ore 9.30: Armando, Maria e Luca Bertapelle; Dalle Fratte Ivo; Def. Fam. Spanesi; Bertapelle Marcello; Rizzato Rizzieri; Schiavo Virginia (Teresa); Bedin Giuseppe; Gallo Pericle; Filippi Ennio e Bedin Olinda; Caon Zita.

Lunedì  20    Ore 8.00:  Barban Giuliano, Fabio e Dino.

MARTEDì  21 Ore 15.00: Varosi Marcella e Rossetto Giuliano; Baldin Luciano e Nives.

MERCOLEDì  22 Ore  8.00:  Tonello Silvano.

GIOVEDì  23 Ore 15.00: Cavinato Leonunzio e Fam. Def.; Bortolato Carlo e Giulia.

VENERDì  24 Ore 8.00:  .

SABATO 25 Ore 18.30:   Salmaso Virginio e Reffo Armida; Def. Fam. Stefani e Libralon.

DOMENICA 26 V Domenica di Quaresima. Ore 9.30: Bertapelle Pietro, Agnese, Gemma, Delfina, Mario e Favaro Agnese; Nicoletti Lino, e Fam. Def., Zanon Regina, Pasquale, Carraro Maria, Marchetto Bruno, Massarotto Gino e Settimo Livia; Badan Bruno; Maggiolo Fabio e nonni; Caon Don Felice; Def. Fam. Betto; Fassina Giuseppe.


Incontri

Martedì ore 21.00 Incontro-prove per  il gruppo della Corale parrocchiale.

Avvisi

· Oggi,  raccogliamo gli alimenti per i poveri che fanno riferimento alla nostra parrocchia; trovate quindi alla porta della chiesa i cesti per il vostro dono…

· Nel pomeriggio alle ore 15.00, in Centro parrocchiale, l’incontro per i genitori e i ragazzi della Prima Evangelizzazione (ragazzi di 1^ elementare).

· Venerdì 24, alle ore 21.00, in sala Borsi, ci sarà l’incontro del Gruppo  della Parola.

· Venerdì 24 marzo, si terrà la Via Crucis vicariale da S. Andrea a Campodarsego, in memoria dei Missionari Martiri della nostra diocesi.

· Domenica  26 marzo, la CEI propone una Colletta Nazionale per i terremotati di Turchia e Siria, al termie delle Sante messe troverete alle porte della chiesa i cesti per la vostra offerta.

· Domenica 26 marzo V domenica di Quaresima, durante la Santa messa ci sarà la terza Grande Preghiera di Intercessione per i ragazzi dell’Ultima Quaresima, accompagniamo  questi ragazzi con la nostra preghiera.

· Domenica 26 marzo, dopo la messa delle 9.30, coi ministri straordinari porteremo la Comunione agli ammalati.

· Domenica 26 marzo, alle ore 15.00, in Centro parrocchiale, l’incontro per i genitori e i ragazzi del Primo Discepolato 2^ tappa (ragazzi di 4^ elementare).

· Chi pota il proprio ulivo in questo periodo, è invitato a portare i rami più belli vicino al campanile per organizzare la processione della Domenica delle Palme che quest’anno cade il 2 aprile.

 

LE TAPPE DEL SINODO: 
Marzo 2023: La presidenza, individua le proposte
 che verranno discusse in Assemblea sinodale. 
CONTINUIAMO A PREGARE ...

Cristo Gesù, guarigione e luce degli uomini


L’elezione di Davide e la sua unzione a re d’Israele ci ricordano che nel battesimo anche noi siamo stati scelti da Dio e rivestiti della dignità regale (I Lettura). 
Il battesimo è chiamato anche “illuminazione”, perché colloca il battezzato nell’ambito della luce, come avviene nella guarigione dell’uomo cieco fin dalla nascita (Vangelo). 
La luce è la prima realtà creata da Dio. E Dio la partecipa a noi suoi figli perché la manifestiamo con la testimonianza della nostra vita: «Ora siete luce nel Signore: comportatevi come figli della luce» (II Lettura). 
Il battesimo è considerato una nuova creazione: Gesù che fa del fango e lo spalma sugli occhi del cieco compie due gesti battesimali simbolici che ci riportano alla prima creazione, quella dell’uomo plasmato dalla polvere/fango del suolo (cf. Gen 1,27; 2,7). 
Anche per noi ogni domenica Gesù prepara quel fango miracoloso che è la sua Parola, che ci guarisce e ci illumina. Anche per noi rinnova oggi i gesti del nostro battesimo, aprendo i nostri orecchi e i nostri occhi con il dono di una nuova luce.
don Primo Gironi, ssp, biblista


Siamo “figli della luce” e l’episodio del cieco nato ci rammenta che nel battesimo abbiamo accolto la persona di Gesù, vera luce del mondo. Confermiamo oggi la nostra scelta: accogliere la luce o rifiutarla. 
La solennità di S. Giuseppe si celebra domani, lunedì 20 marzo.
 Auguri a tutti i papà!

Prima lettura     1Sam 16,1.4.6-7.10-13
Davide è consacrato con l’unzione re d’Israele.
 
Dal primo libro di Samuele
 
In quei giorni, il Signore disse a Samuele: «Riempi d’olio il tuo corno e parti. Ti mando da Iesse il Betlemmita, perché mi sono scelto tra i suoi figli un re». Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato.
Quando fu entrato, egli vide Eliàb e disse: «Certo, davanti al Signore sta il suo consacrato!». Il Signore replicò a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l’ho scartato, perché non conta quel che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore».
Iesse fece passare davanti a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripeté a Iesse: «Il Signore non ha scelto nessuno di questi». Samuele chiese a Iesse: «Sono qui tutti i giovani?». Rispose Iesse: «Rimane ancora il più piccolo, che ora sta a pascolare il gregge». Samuele disse a Iesse: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui». Lo mandò a chiamare e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto.
Disse il Signore: «Àlzati e ungilo: è lui!». Samuele prese il corno dell’olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi.
Parola di Dio
 
 
Salmo responsoriale   Sal 22
 
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
 
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia.
 
Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.
 
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.
 
Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.
 
 
Seconda lettura    Ef 5,8-14
Risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà.
 
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
 
Fratelli, un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità.
Cercate di capire ciò che è gradito al Signore. Non partecipate alle opere delle tenebre, che non danno frutto, ma piuttosto condannatele apertamente. Di quanto viene fatto in segreto da [coloro che disobbediscono a Dio] è vergognoso perfino parlare, mentre tutte le cose apertamente condannate sono rivelate dalla luce: tutto quello che si manifesta è luce. Per questo è detto:
«Svégliati, tu che dormi,
risorgi dai morti
e Cristo ti illuminerà».
Parola di Dio
 

Canto al Vangelo (Gv 8,12)
 
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Io sono la luce del mondo, dice il Signore;
chi segue me, avrà la luce della vita.

 
Vangelo    Gv 9,1-41
Andò, si lavò e tornò che ci vedeva.
 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
 
In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo».
Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.
Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, me lo ha spalmato sugli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so».
Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!».
Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.
Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui. Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane».
Parola del Signore.


4a domenica di Quaresima - 19 marzo 2023

Entro nel testo

Dal Vangelo di Giovanni

In quel tempo Gesù passando, vide un uomo cieco dalla nascita (e disse): «[…] Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe» - che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: «Va’ a Sìloe e lavati!». Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so». 

Mi lascio ispirare

Gioia Un incontro che ti cambia

Questa domenica è chiamata tradizionalmente la domenica laetare, la domenica in cui ci ricordiamo e anticipiamo la gioia della Pasqua che ci attende. Cerchiamo allora di leggere il testo del Vangelo sotto l’angolatura della gioia. La vita di un cieco e per di più fin dalla nascita non doveva essere molto bella: il dover dipendere da qualcuno, il chiedere l’elemosina, l’intralciare il cammino della gente. Quel giorno però quel cieco sperimenta la gioia di essere visto. Gesù, tra le tante persone, nota lui, che è nel bisogno, che è fragile. A causa di Gesù quell’uomo esce dall’anonimato ed è messo al centro di molteplici attenzioni: discepoli, farisei, famiglia. Per il cieco, è il caso di dirlo, l’incontro con Gesù gli cambia la vita. Il cieco non riacquista la vista che ha perduto, ma è oggetto di un atto di creazione: gli viene data per la prima volta la vista e dunque sperimenta la gioia di vedere, con tutto ciò che comporta: completezza di vita, indipendenza motoria, possibilità di incrociare sguardi e di riconoscere persone, riempirsi gli occhi della bellezza del creato. Nello spazio e nel tempo di un incontro gli si aprono anche, progressivamente, gli occhi della fede e compie tutto un cammino interiore che gli permette di esprimere un’ulteriore gioia: la gioia di testimoniare che gli fa dire senza paura ai Farisei: «non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla».

Rifletto...

  • Il mio sguardo sa cogliere in mezzo ai tanti che frequento chi ha più bisogno di un incoraggiamento, di una mano, di un sorriso? 

  • Si vede da come parlo, da come vivo che ho incontrato il Signore e che Lui è importante per me?

Image

La gioia scaturisce da ciò che ha valore

Intorno al secondo-terzo mese di vita del bambino, fa la sua comparsa un importante indicatore positivo dello sviluppo psico-affettivo, che viene definito “sorriso sociale”: è un collante importantissimo nella costruzione del legame affettivo tra il bambino e chi si prende cura di lui e prepara l’emergere della gioia. Se la gioia, nelle sue forme caratteristiche, si manifesta nell’infante in seguito alla gratificazione dei bisogni essenziali, con la crescita e lo sviluppo psicologico appare sempre più come emozione che segue alla soddisfazione di un desiderio e alla realizzazione di uno scopo. Nei giovani adulti si fa strada la capacità di gioire legata ad un orizzonte di valori non solo di lavoro e vita sociale, ma anche culturale, estetico e spirituale. Viktor Frankl, terapeuta viennese fondatore della Logoterapia, ha messo in luce che la vera gioia scaturisce per effetto di atteggiamenti del cuore, che possiamo coltivare per cospargere di pensieri ed azioni virtuose la nostra vita quotidiana. Infine ricordiamo, soprattutto nel tempo di crescente complessità che stiamo vivendo, che la gioia spirituale può convivere anche con la sofferenza e la difficoltà: infatti non è una fuga dalla realtà, ma un orientamento della realtà stessa, che viene illuminata e attirata in forza di un autodistanziamento e un’autotrascendenza.

Una voce dall'Etiopia

“Le gioie vere sono quelle più semplici”, diceva un vecchio canto ispirato alla vita di San Francesco d’Assisi. Volevo condividere con voi un fatto che porto nel cuore e che mi ha aiutato a credere nella gioia semplice. Quest’estate dopo una intensa stagione di visite e di momenti formativi per i nostri giovani è giunta la notizia della morte di un amico e missionario che per sei anni ha vissuto qui ad Adaba, dove anche noi oggi ci troviamo, don Giuseppe Ghirelli, della Diocesi di Anagni-Alatri. Una delle cose più difficili che abbiamo dovuto fare è stata quella di comunicare la notizia ai ragazzi della “Casa Famiglia” che vivono con noi. I pianti, le grida e la tristezza che hanno invaso la casa non sono descrivibili: immaginate cosa significhi perdere un padre, quale don Giuseppe è stato per ciascuno di loro. Dentro a questa tenebra ciò che però ha brillato con più forza è stata la luce dell’affetto, della vicinanza e della speranza che ciascuno di questi ragazzi orfani e poveri ha saputo donarsi reciprocamente. Questa credo sia quella gioia semplice e forte che vince ogni tristezza, anche la morte.

don Stefano - Fidei donum

La gioia non si può fermare: deve andare avanti perché è una virtù pellegrina. È un dono che cammina, che cammina sulla strada della vita, cammina con Gesù: predicare, annunziare Gesù, la gioia, allunga la strada e allarga la strada. […] Questa è la gioia del cristiano: il cristiano canta con la gioia, e cammina, e porta questa gioia. Anche se questa gioia a volte è un po’ nascosta dalla croce, canta e cammina. (Papa Francesco)


ALLA SCOPERTA DEL NOSTRO BATTESIMO

Attorno ai brani evangelici che ci sono proposti nelle tre ultime domeniche di Quaresima (III, IV, V del ciclo Anno A), la Chiesa antica modellava il cammino dei catecumeni, come erano chiamati coloro che si preparavano a ricevere il battesimo (insieme con la cresima e l’eucaristia) nella Notte di Pasqua. Sono testi ricchi di parole e di segni che rivelano la profonda spiritualità del Vangelo secondo Giovanni che li contiene e per questo considerato “il Vangelo spirituale”. Da una parte questi testi ci guidano alla comprensione del ricco simbolismo dei segni del nostro battesimo: l’acqua (III domenica: vangelo della samaritana), la luce (IV domenica: vangelo della guarigione del cieco nato), la vita (V domenica: vangelo della risurrezione di Lazzaro). L’acqua è il segno della vittoria pasquale di Cristo sul peccato e sulla morte: è “l’acqua viva” in cui ci immerge il nostro battesimo.

La luce è l’ambito di Cristo risorto, simboleggiato nel Cero pasquale posto accanto al fonte battesimale, da dove illumina tutta l’esistenza del battezzato. La vita ha origine dalla risurrezione di Cristo, che nel battesimo ci spoglia dell’uomo vecchio (il peccato) e ci riveste di lui, uomo nuovo. Dall’altra parte questi testi ci presentano un itinerario di fede che conduce gradualmente alla piena conoscenza di Gesù Figlio di Dio e Salvatore, come professiamo nel nostro battesimo.

È l’itinerario della samaritana, che vede in Gesù prima un giudeo e uno più grande di Giacobbe, poi un profeta e infine lo riconosce come Messia e Salvatore. È anche l’itinerario del cieco nato, che giunge alla piena fede in Gesù “Figlio dell’uomo” (uno dei titoli di Gesù) attraverso la gradualità della sua conoscenza (“un uomo di nome Gesù”, “un profeta”). È l’itinerario che rispecchia la gradualità con cui il catecumeno giungeva alla fede in Gesù. Ma è anche l’itinerario che ognuno di noi è chiamato a percorrere, sull’esempio dei personaggi proposti da questi brani evangelici.

ùdon Primo Gironi, ssp, biblista









Calendario liturgico: 20-26 Marzo 2023

20 L S. Giuseppe (s, bianco). In eterno durerà la sua discendenza. Dio ha voluto affidare gli inizi della nostra redenzione alla custodia premurosa di san Giuseppe. S. Martino; S. Giovanni Nepomuceno. 2Sam 7,4-5a.12-14a.16; Sal 88; Rm 4,13.16-18.22; Mt 1,16.18-21.24a opp. Lc 2,41-51a

21 M Dio è per noi rifugio e fortezza. Solo Gesù, e non le superstizioni o il rispetto pedissequo della Legge, è capace di rinnovare la nostra vita. S. Serapione; S. Nicola di Flüe; S. Benedetta C. Frassinello. Ez 47,1-9.12; Sal 45; Gv 5,1-16

22 M Misericordioso e pietoso è il Signore. Non si può negare la storicità di Gesù, e la fede ci chiede di riconoscerlo come Dio in mezzo a noi. S. Epafrodito; S. Lea; S. Benvenuto Scotivoli. Is 49,8-15; Sal 144; Gv 5,17-30

23 G Ricordati di noi, Signore, per amore del tuo popolo. Gesù termina il suo discorso con una domanda che chiede a ciascuno di esaminare l’autenticità e la sincerità della propria fede. S. Turibio di Mogrovejo; S. Gualtiero; S. Ottone. Es 32,7-14; Sal 105; Gv 5,31-47

24 V Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato. Gesù fa un ultimo sforzo per invitare i suoi avversari a meditare sulla sua persona e sulle sue opere. S. Caterina di Svezia; B. Giovanni dal Bastone; B. Maria Karlowska. Sap 2,1a.12-22; Sal 33; Gv 7,1-2.10.25-30

25 S Annunciazione del Signore (s, bianco). Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà. La disponibilità di Maria è l’eco del sì del Figlio al Padre, perché la salvezza entri nella storia. S. Lucia Filippini. Is 7,10-14; 8,10c; Sal 39; Eb 10,4-10; Lc 1,26-38


26 D V Domenica di Quaresima / A. V sett. di Quaresima / A - I sett. del Salterio. Ss. Baronzio e Desiderio. Ez 37,12-14; Sal 129; Rm 8,8-11; Gv 11,1-45.

Elide Siviero


Nessun commento:

Posta un commento