lunedì 15 agosto 2022

21 agosto : Entrare per “la porta stretta”

21 agosto 2022

Entrare per “la porta stretta”


Gesù si rifiuta di rispondere alla domanda riguardo al numero di coloro che si salveranno: la questione della salvezza non si pone infatti in termini generali, non si pone innanzitutto per gli altri, ma si pone “per me”.
Dipende dalla mia accettazione o dal mio rifiuto della salvezza che Gesù mi offre.
Il cammino verso la salvezza consiste nel seguire Gesù: egli è la via. Lo sforzo di entrare per “la porta stretta” è lo sforzo di seguire il cammino intrapreso da Gesù, cioè il cammino verso Gerusalemme, il cammino verso il Calvario. Il Calvario fu solo una tappa nel cammino verso la destinazione finale, una tappa di grande sofferenza, di tenebre e di solitudine, ma che sboccò direttamente su un mondo di luce e di gioia, illuminato dal sole nascente di Pasqua, vivente della gioia della risurrezione.
L’ingresso al sepolcro di Gesù, nella basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme, è basso e stretto, all’interno l’ambiente è angusto e buio: eppure, proprio da qui la risurrezione, in tutta la sua potenza irresistibile, levò il masso e aprì le tombe riempiendo il mondo di luce e di vita.
Il punto in cui si incontrano i due bracci della croce è stretto e basso, ma i bracci indicano i quattro punti cardinali, i quattro venti del mondo. Là Gesù “stese le braccia fra il cielo e la terra, in segno di perenne alleanza” ed estese la sua offerta dell’amore e della salvezza di Dio a tutti gli uomini, ad oriente e ad occidente, a settentrione e a mezzogiorno, invitando ogni uomo e ogni donna, di ogni età e di ogni razza, di ogni colore e di ogni lingua, a partecipare al banchetto del regno di Dio.
La porta stretta è il mezzo per uscire dalle angustie di un mondo senza amore; essa è l’apertura verso l’amore senza confini, verso il perdono e la misericordia.
 

Intenzioni Sante Messe

DOMENICA 21      XX Domenica del Tempo Ordinario. Ore 9.00. Tosato Sante e genitori; Bragagnolo Regina e Def. Fam. Spanesi. Ore 11.00: Pro Populo.

Lunedì  22            Ore 8.00: .

MARTEDì  23         Ore 18.00:  .

MERCOLEDì  24 Ore 8.00:  .  

GIOVEDì  25 Ore 18.00:  .

VENERDì  26 Ore 8.00:  .

SABATO  27 Ore 19.00: Nicoletti  Lino, Massarotto Gino, Settimo Lidia  e Zanon Regina; Salmaso Virginio e Reffo Armida; Mazzon Tiziano e Gazzola Rosalia; Rizzato Dina; Scapin Mario, Anna e Bruno; Tonello Dante e Fam. Def..

DOMENICA  28 XXI Domenica del Tempo Ordinario. Ore 9.00. Bertapelle Luca; Badan Bruno; Ciscato Luigi. Ore 11.00: Pro Populo.


Incontri

Martedì ore 21.00 Incontro-prove per  il gruppo della  Corale parrocchiale.

Avvisi

· Oggi, terza domenica del mese, secondo l’impegno di carità che ci siamo dati raccogliamo gli alimenti per i poveri. Trovate quindi alle porte della chiesa i cesti per il vostro dono per i poveri; quello che si raccoglie viene poi mensilmente portato ad alcune famiglie che  sono più bisognose. Un ringraziamento sincero per tutti coloro che portano il loro dono per i poveri. Ringrazio anche coloro che lasciano il loro dono nella cesta vicino alla cassa al supermercato a Cavino. 

· Domenica 28 agosto, dopo la messa delle ore 9.00, coi ministri straordinari porteremo la Comunione agli ammalati.

 

DUE DONAZIONI ALLA NOSTRA PARROCCHIA

Una famiglia ha donato alla parrocchia una Casula (paramento liturgico che il celebrante indossa nella celebrazione dell’Eucaristia) di colore verde per le domeniche del Tempo Ordinario.

Il Falegname Ivano Massarotto ha offerto e installato la copertura del portone sul lato sud della nostra chiesa che risultava danneggiato dall’acqua e dal sole, la ricopertura è stata realizzata con perline in legno.

A queste due famiglie va il mio personale ringraziamento ma anche il ringraziamento di tutta la comunità parrocchiale  in quanto questi doni sono fatti per il bene di tutta la parrocchia.




 















LA CHIAMATA UNIVERSALE ALLA SALVEZZA



Il profeta Isaìa (I Lettura) evidenzia l’universalità della salvezza, annunciando il pellegrinaggio di tutti i popoli – giudei e pagani – verso la città santa, Gerusalemme, ove vedranno la gloria del Signore, che dona pace e salvezza, e ne diventeranno i testimoni. Dio vuole fare di tutti noi un’offerta a lui gradita. Nel contesto del viaggio pasquale verso Gerusalemme, Gesù Maestro (Vangelo) insegna ai suoi discepoli che tutti sono chiamati a partecipare al banchetto pasquale della vita nuova – a sedere a mensa nel regno di Dio –, passando attraverso la porta stretta della croce, cioè della conversione, della pratica del Vangelo, del perdono reciproco, dell’amore donato senza limiti, della fedeltà alla propria vocazione, disposti anche a perdere la vita per salvarla. L’autore della lettera agli Ebrei (II Lettura) ci offre una meditazione sulla pedagogia divina. Come un padre buono corregge i suoi figli perché vuole il loro bene, così il Padre tenerissimo ci pota, ci ammonisce attraverso la sua Parola e le prove della vita perché non deviamo dalla via santa del Vangelo. Beati noi invitati al banchetto eucaristico, in cui ci è dato il pegno della gloria futura!

don Francesco Dell’Orco


Nessuno può considerare la sua appartenenza a Cristo come garanzia di una facile salvezza. 

Questa, infatti, è una grazia che va accolta e condivisa in una vita spesa per Dio e per i fratelli.


Prima lettura      Is 66,18-21
Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutte le genti.
 
Dal libro del profeta Isaìa
 
Così dice il Signore:
«Io verrò a radunare tutte le genti e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria.
Io porrò in essi un segno e manderò i loro superstiti alle popolazioni di Tarsis, Put, Lud, Mesec, Ros, Tubal e Iavan, alle isole lontane che non hanno udito parlare di me e non hanno visto la mia gloria; essi annunceranno la mia gloria alle genti.
Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutte le genti come offerta al Signore, su cavalli, su carri, su portantine, su muli, su dromedari, al mio santo monte di Gerusalemme – dice il Signore –, come i figli d’Israele portano l’offerta in vasi puri nel tempio del Signore.
Anche tra loro mi prenderò sacerdoti levìti, dice il Signore».
Parola di Dio
 
 
Salmo responsoriale     Sal 116
 
Tutti i popoli vedranno la gloria del Signore.
 
Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode.
 
Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre.
 
 
Seconda lettura    Eb 12,5-7.11-13
Il Signore corregge colui che egli ama.
 
 Dalla lettera agli Ebrei
 
Fratelli, avete già dimenticato l’esortazione a voi rivolta come a figli:
«Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore
e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui;
perché il Signore corregge colui che egli ama
e percuote chiunque riconosce come figlio».
È per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non viene corretto dal padre? Certo, sul momento, ogni correzione non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo, però, arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati.
Perciò, rinfrancate le mani inerti e le ginocchia fiacche e camminate diritti con i vostri piedi, perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire.
Parola di Dio
 
Canto al Vangelo (Gv 14,6)

Alleluia, alleluia.

Io sono la via, la verità e la vita, dice il Signore;
nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.

 
 
Vangelo      Lc 13,22-30
Verranno da oriente a occidente e siederanno a mensa nel regno di Dio.
 
+ Dal Vangelo secondo Luca
 
In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme.
Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”.
Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».
Parola del Signore



I TEMI DEL SINODO DIOCESANO


I temi presentati sono il frutto del lavoro di lettura, analisi e sintesi della Commissione preparatoria.
La Commissione, dopo aver ascoltato attentamente le voci contenute nelle tremila pagine di relazione degli Spazi di dialogo  parrocchiali e di ambito, offre alla Diocesi queste piste di lavoro, delineate a partire da quelle tematiche che, tra tutte, sono emerse con maggiore forza.

Questi temi diventano ora i contenuti da affidare ai Gruppi di discernimento sinodale e saranno successivamente accompagnati anche da domande e provocazioni per renderli attinenti al contesto pastorale della nostra Diocesi. Sono le piste di riflessione che guideranno l’individuazione delle “proposizioni”, cioè le prospettive ecclesiali, gli obiettivi pastorali e le proposte di cambiamento da discutere in Assemblea sinodale.

EVANGELIZZAZIONE E CULTURA

EVANGELIZZAZIONE E CULTURA
Un arricchimento reciproco

 

La Chiesa abita la terra e vive la fede immersa nell’oggi, confrontandosi quotidianamente con il mondo del lavoro, della scuola e della formazione, gli ambienti sociali e culturali, gli aspetti cruciali della globalizzazione. Anche oggi la Chiesa è chiamata ad incarnarsi in questo tempo, ad arricchirsi e lasciarsi trasformare dalla vita degli uomini e delle donne di oggi per continuare ad essere fedele alla propria missione evangelizzatrice.

LA CHIESA E GLI AMBITI DI VITA

LA CHIESA E GLI AMBITI DI VITA 
Un legame costitutivo

 

Il legame tra la fede e i vissuti delle persone (nascita, scelte, relazioni affettive, crescita personale, studio, lavoro, cittadinanza, fragilità, morte…), tra la fede e tutti gli ambiti sociali e culturali va considerato come costitutivo e rilevante. Essere cristiani significa ascoltare e condividere le medesime opportunità e fatiche di tutte le persone, per costruire insieme una società fraterna.
Come raccontare meglio la presenza del Signore attraverso la vita dei cristiani? Come comunicare meglio le tante esperienze di formazione, volontariato, servizio? Come evitare la frammentazione nelle proposte formative, la dispersione di risorse, la poca conoscenza delle opportunità offerte?      

IL BISOGNO DI SPIRITUALITÀ

IL BISOGNO DI SPIRITUALITA’
Una ricerca vitale

La ricerca di spiritualità è una ricerca esistenziale, costitutiva della natura umana. Le domande che sorgono dalla fragilità, dal lutto, dall’abbandono, dalla solitudine interpellano i singoli, le famiglie, le comunitàLa ricerca di spiritualità si esprime come bisogno di una vita più piena e ricca di senso, come desiderio di relazione con una realtà trascendente che apre all’invocazione. Sarà importante per le comunità cristiane riconoscere che  giovani e adulti percepiscono una frattura tra il piano antropologico e quello teologico, tra la salute e la fede, tra la felicità e la beatitudine. Come fare esperienza di una ricomposizione tra la vita spirituale e la vita quotidiana, in questo contesto culturale e sociale?

LA LITURGIA

LA LITURGIA
Il desiderio di incontrare il Signore e i fratelli

 

Nei fedeli si avverte il desiderio di incontrare il Signore e i fratelli e la domanda autentica di testimoniare la propria fede in Gesù. Emerge il bisogno che i momenti celebrativi siano un’occasione di incontro accogliente, dove sentirsi a casa e protagonisti, con la partecipazione di tutta l’assemblea. E’ importante ridare senso ai riti della Liturgia per conoscerli, riconoscerli e innestarli nella vita quotidiana.

LE FAMIGLIE

LE FAMIGLIE
L’attuale complessità ci interpella                                                                                            

 

Le relazioni e la famiglia rappresentano un “terreno santo” (cfr. Es 3, 5), il luogo prioritario e privilegiato degli affetti dove prendersi cura l’uno dell’altro; dove è ancora possibile trasmettere valori, diritti e doveri fondamentali. La famiglia è la prima dimensione di comunità, un porto accogliente e sicuro. Le realtà sono molteplici: ci sono famiglie tradizionali, famiglie con coppie separate, divorziate, risposate, di persone omosessuali; famiglie allargate o ristrette, composte anche da una sola persona, situazioni di vedovanza… Tali esperienze trovano spazi di confronto e di accoglienza nelle proposte e nei cammini pastorali?

I GIOVANI E LE NUOVE GENERAZIONI

I GIOVANI E LE NUOVE GENERAZIONI
Profezia per la Chiesa di Padova                                                                                                    

 

La realtà dei giovani risulta complessa e vitale, a loro va riservata un’attenzione preferenziale. Nei giovani riscontriamo il desiderio di aggregazione, di stare insieme, la ricerca di un nuovo senso di appartenenza rispetto alla “struttura parrocchiale classica”. Un bel segno è la loro sensibilità per le tematiche sociali, ambientali, per la giustizia e la solidarietà, da cui potrebbero partire percorsi capaci di approfondire il Vangelo. Oggi il giovane ha un diverso senso di appartenenza rispetto ai legami classici (strutture patronato-chiesa, famiglia…), crediamo che vada riconsiderato il valore della “condivisione della fede” come elemento che può promuovere legame: i giovani sono alla ricerca di spiritualità, ma le nostre parrocchie fanno fatica ad accompagnare questa ricerca.  Come attivare occasioni di dialogo intergenerazionale di fede? Quali connotazioni potrebbero avere? La Chiesa, pensata, strutturata e soprattutto come oggi si manifesta nell’immaginario comune interessa ai giovani? Quale profezia per la Chiesa di oggi può nascere dai giovani?

L’IDENTITÀ E I COMPITI DEI FEDELI LAICI

L’IDENTITA’ E I COMPITI DEI FEDELI LAICI
La consapevolezza della dignità battesimale                                                                             

 

Il compito essenziale dei fedeli laici consiste nella testimonianza del Vangelo nei luoghi e nei contesti quotidiani dell’esistenza. Tanti laici si spendono, con tanta generosità per il bene della Chiesa in ruoli, servizi, gruppi, attività, esperienze di responsabilità. Riflettere sull’identità e sui compiti dei laici non può che partire dalla consapevolezza del tanto bene già in atto. Alla fonte di questa identità c’è il sacramento del Battesimo che contraddistingue ogni credente.

L’IDENTITÀ E I COMPITI DEI PRESBITERI

L’IDENTITA’ E I COMPITI DEI PRESBITERI
Un ripensamento necessario

 

Nelle parrocchie e tra i presbiteri stessi si avverte il desiderio di esprimere un’identità del presbitero più autentica, valorizzandone il ministero di pastore e di guida spirituale. L’identità del presbitero e i suoi compiti sono ripensabili solo se rivisti assieme a quelli dei laici e delle comunità.
Va quindi  ritrovata una chiarezza organizzativa per le parrocchie. Come si sperimenta spesso nelle cooperazioni missionarie forse è giunto il momento di provare esperienze di vita fraterna tra i presbiteri e di valutare anche quella tra i presbiteri con diaconi permanenti, famiglie e laici? Potrebbe essere utile potenziare la formazione condivisa tra presbiteri e laici? Come precisare e qualificare l’identità e il compito dei diaconi permanenti, una presenza sempre più apprezzata e crescente?

IL VOLTO DELLE PARROCCHIE

IL VOLTO DELLE PARROCCHIE
Stare nella transizione e nel processo

 

Il volto delle parrocchie è in forte transizione,  nel guado ecclesiale e sociale,  chiedendoci di stare nel processo più che pretendere di fissare una volta per tutte un modello.   In prospettiva futura, il volto delle parrocchie si profila contrassegnato da una alta qualità dell’incontro con Cristo, nel mettere al centro la Parola e l’Eucaristia, nella presenza di laici qualificati e con ministerialità riconosciute non solo attinenti ai servizi intra-ecclesiali. Rilevante la loro presenza nella gestione dei beni e delle strutture, risorse preziose da valorizzare per l’azione pastorale.   L’attenzione al contesto della vita umana e sociale chiede di cogliere il bene in atto in una ospitalità dell’azione dello Spirito già presente in ciascuno e che sprona a un annuncio umile ma convinto.

LE PARROCCHIE E LO STILE EVANGELICO

LE PARROCCHIE E LO STILE EVANGELICO
Una casa fraterna e ospitale

 

La parrocchia così come la conosciamo è ancora il luogo adeguato per vivere delle relazioni significative e incontrare il Signore? Ad oggi mantiene questa caratteristica relazionale.  Non sono i numeri che contano ma il piacere di cercarsi, ascoltarsi, accogliersi.  In questo momento storico, si possono sperimentare anche  altre forme di crescita, formazione e coinvolgimento diverse (movimenti, associazioni, ecc.). Le diverse forme di vita consacrata con la molteplicità dei loro carismi operanti nelle parrocchie e nella Diocesi sono un dono prezioso.  Quale contributo possono offrire alla Chiesa di Padova? Le parrocchie inoltre sono chiamate a lasciarsi interpellare dalle “novità” del nostro tempo come la presenza sempre maggiore di cristiani di altre confessioni, di persone di religioni diverse da quella cristiana, di persone con altre lingue e culture.

LE PRIORITÀ PASTORALI

LE PRIORITA’ PASTORALI
L’annuncio al centro

 

In una comunità cristiana impegnata nell’annuncio del Vangelo è sentito il bisogno di andare all’essenziale. Va ripensata  la pastorale, passando da una pastorale di “conservazione” ad una pastorale di evangelizzazione e di missione. Le proposte parrocchiali risultano spesso scollegate dalla vita e dalle aspettative delle persone: è come se non fosse previsto l’aggancio per andare in profondità, per scoprire il cuore della fede e condividerlo. Bisogna qualificare le proposte, senza guardare i numeri, far partire il nuovo e non ridurci al fare. Emerge la necessità di rompere schemi ripetitivi  e ripensare l’impianto organizzativo, lasciando più spazio alle domande delle persone e all’annuncio del Vangelo. La vita delle parrocchie ha bisogno di mettere al centro le relazioni e la vita comunitaria: l’ascolto e l’annuncio di Gesù, infatti, si incarna nell’incontro ed è favorito da un clima di condivisione.

LA COMUNICAZIONE DELLA FEDE

LA COMUNICAZIONE DELLA FEDE
L’azione corale di tutta la comunità

 

La comunicazione della fede è l’azione corale di tutta la comunità e dovrebbe essere un’esperienza che si vive fin da subito in famiglia, con il coinvolgimento di ogni ambito pastorale presente in parrocchia. Un modello di comunicazione della fede nella nostra diocesi è il rinnovato cammino di Iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi (ICFR), iniziato nell’anno pastorale 2013/2014. Emerge la necessità di ritornare all’essenziale, all’ascolto della Parola di Dio, da accogliere nel silenzio, sempre più difficile da trovare e da valorizzare anche nelle celebrazioni liturgiche. Le prassi di comunicazione della fede maturate in altri luoghi del mondo e in contesti missionari possono essere significative per il nostro tempo? Quale contributo ci può venire dai fidei donum e dall’ampia esperienza missionaria della nostra diocesi?

L’ORGANIZZAZIONE PARROCCHIALE E TERRITORIALE

L’ORGANIZZAZIONE PARROCCHIALE E TERRITORIALE
Le parrocchie e gli altri livelli di collaborazione

 

L’identità delle parrocchie è molto sentita e si percepisce il desiderio che diventino sempre più una famiglia: un luogo “caldo” a cui si appartiene, un riferimento importante, anche se non esaustivo. I confini territoriali e fisici sono ancora l’occasione prevalente per una buona esperienza di Chiesa? Quale valore hanno o possono avere i vicariati?  I luoghi in cui si fa esperienza forte di servizio, formazione, preghiera, è possibile che diventino luogo di appartenenza e di fede? Quale rapporto con alcuni ambienti significativi della carità, missionarietà  e spiritualità, che vedono spesso la presenza di consacrati e consacrate, avvertiti come un’opportunità preziosa? Quale rapporto con i movimenti ecclesiali?

LE STRUTTURE E LA SOSTENIBILITÀ ECONOMICA

LE STRUTTURE E LA SOSTENIBILITA’ ECONOMICA
La gestione ordinaria e straordinaria tra opportunità e criticità                                                                                                                                                                                            

Il valore dei molti beni ricevuti in eredità e custodia: vengono da una storia che ci precede, sono importanti anche nel presente e vanno resi significativi anche per il futuro. È un elemento positivo sul quale pensare la loro sostenibilità economica. Altro elemento positivo è un rinnovato invito alla sobrietà e ad una Chiesa più povera: ciò significa non farsi possedere dai beni stessi ma utilizzarli in funzione del bene comune. È necessario individuare dei criteri per definire cosa è davvero essenziale rispetto ai beni e alle strutture parrocchiali, cosa non lo è più e cosa è alienabile e c’è l’esigenza di una maggiore responsabilità nell’utilizzo delle risorse in tutti gli ambiti pastorali. È il tempo, non rinviabile, delle scelte coltivando una pazienza attiva nella maturazione dei processi.



Calendario liturgico:22-28 Agosto 2022

22 L B.V. Maria Regina (m, bianco). Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore. I farisei e gli scribi tradiscono il loro ruolo di guide spirituali e la fiducia di chi si affida a loro. S. Filippo Benizi. 2 Ts 1,1-5.11b-12; Sal 95; Mt 23,13-22.


23 M Vieni, Signore, a giudicare la terra. Gesù ci invita a fare verità sulla nostra vita interiore, per una testimonianza liberata da ogni simulazione e ipocrisia. S. Rosa da Lima (mf); S. Flaviano. 2Ts 2,1-3a.13-17; Sal 95; Mt 23,23-26.

24 M S. Bartolomeo ap. (f, rosso). I tuoi santi, Signore, dicono la gloria del tuo regno. Natanaele, che la tradizione identi- fica con Bartolomeo, è l’israelita autentico che incontra Gesù e lo riconosce come il Messia atteso. S. Giovanna Antida Thouret. Ap 21,9b-14; Sal 144; Gv 1,45-51.

25 G Benedirò il tuo nome per sempre, Signore. Questo è il tempo dell’attesa, della vigilanza. Il cristiano è chiamato a vigilare, fermo nella fede. S. Luigi (Ludovico) IX (mf); S. Giuseppe Calasanzio (mf). 1Cor 1,1-9; Sal 144; Mt 24,42-51.

26 V Dell’amore del Signore è piena la terra. Sant’Agostino dice che l’olio delle lampade è l’amore per Dio e per i fratelli. Nessuno può amare al posto tuo. S. Anastasio; S. Eleuterio. 1Cor 1,17-25; Sal 32; Mt 25,1-13.

27 S S. Monica (m, bianco). Beato il popolo scelto dal Signore. I talenti che abbiamo ricevuto da Dio vanno fatti fruttificare. Verrà il giorno in cui ci verrà chiesto conto di come li avremo utilzzati. S. Rufo; S. Narno. 1Cor 1,26-31; Sal 32; Mt 25,14-30.

28 DXXII Domenica del T.O. / C. XXII sett. del Tempo Ordinario - II sett. del Salterio. S. Agostino. Sir 3,19-21.30-31 (NV); Sal 67; Eb 12,18-19.22-24a; Lc 14,1.7-14

Elide Siviero

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