sabato 2 maggio 2020

LA TENEREZZA DEL BUON PASTORE


3 maggio 2020                    4^  DOMENICA di PASQUA

LA TENEREZZA DEL BUON PASTORE 

Gesù si presenta come il Mediatore tra Dio e gli uomini. Egli è “la porta” dell’ovile.
Non ci è dato di incontrare Dio in modo immediato. 
Non possiamo stabilire noi il modo in cui comunicare con lui.
Dio si rivela e si dona a noi attraverso il Cristo che vive nella Chiesa.

 Raggiungiamo la comunione con lui mediante la strumentalità della Chiesa in cui è presente e opera Cristo.
Gesù non è soltanto il Mediatore del di-svelarsi e dell’offrirsi di Dio a noi. 

È la realtà stessa del Verbo divino che ci raggiunge, ci illumina con la fede, ci trasforma con la grazia, ci guida con la sua parola, i suoi sacramenti e la sua autorità.
Egli è la “porta” e il “Pastore” che “cammina innanzi” alle pecore.
Gesù, come Buon Pastore, ci conosce per nome, ci ama e per noi offre la propria vita in una dilezione che si spinge sino alla fine.
Noi credenti siamo chiamati ad “ascoltare la sua voce” e a “seguirlo” senza porre condizioni.
Egli ci conduce al “pascolo”. È la croce, dopo la quale, però, giunge la gioia senza limiti e senza fine: una gioia che ha le sue anticipazioni anche nell'esistenza terrena.





Intenzioni Sante Messe

DOMENICA  03       4 Domenica di Pasqua.
                 Caon Zita; Bertapelle Armando; Stefan Arduino e Stefan Moreno; Bertapelle Pietro, Agnese, Gemma e Delfina; Tonello Dante; Sato Armando, Bruna e Paolo.
LUNEDì  04

MARTEDì  05

MERCOLEDì 06

GIOVEDì  07

VENERDì 08

SABATO 09 Agostini Sereno e Dorina

DOMENICA 10 5 Domenica di Pasqua.
            Caon Zita; Tosato Alice (anniv.); Cavinato Carlo e Ballan Anna; Nicoletti Lino; Bertapelle Pietro, Agnese, Gemma e Delfina;  Sato Armando, Bruna e Paolo.




Avvisi


· L’ ultimo  DPCM del presidente del Consiglio del 26.04.2020 vieta ancora ogni forma di assembramento in luoghi pubblici o aperti al pubblico fino al 17 maggio, sono ammessi i riti funebri con la partecipazione di solo quindici persone; non ci sono ancora indicazioni da parte degli uffici della Curia Vescovile sulle modalità delle celebrazioni per cui tutti gli incontri parrocchiali, di catechesi le celebrazioni anche della S. Messa restano sospesi.

· Per quanto riguarda la tradizionale recita del rosario presso i capitelli avete visto le raccomandazioni da parte del Sindaco; vi invito ad osservarle con responsabilità.

· La chiesa rimane aperta ogni giorno, chi volesse fermarsi per una preghiera trova al centro un leggio con la Liturgia della Parola del giorno.

· In questo tempo in cui siamo costretti al distanziamento sociale, i catechisti suggeriscono ogni settimana materiali per la preghiera e la catechesi che i genitori possono realizzare e sperimentare coi loro ragazzi, invito tutti a ripensare le proprie convinzioni e a pensare che tutto quello che ci sta accadendo non è una sfortuna da evitare ma una prova che ci chiede di aprire il cuore la mente per trovare modi sempre nuovi per esprimere, trasmettere e apprendere la vita di fede.

· Alcuni volontari sono riusciti a fare il loro giro per raccogliere le buste pasquali, altri invece hanno lasciato la busta nella cassetta della posta.
 Al momento sono rientrate 76 buste per un totale di € 832,00
Come ho già scritto in questo periodo in cui non ci sono celebrazioni le nostre entrate sono ridotte a zero… ma le bollette delle utenze continuano ad arrivare… (La bolletta del Gas del riscaldamento della chiesa di febbraio è stata di € 520,96). 
Ringrazio quindi tutti coloro che hanno fatto la loro generosa offerta e invito tutti gli altri (di solito le buste raccolte sono circa 220!) a consegnare la propria busta per  le necessità della parrocchia.

   

Prima Lettura        Dio lo ha costituito Signore e Cristo.

Dagli Atti degli Apostoli       At 2,14.36-41

[Nel giorno di Pentecoste,] Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta parlò così: «Sappia con certezza tutta la casa d'Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso». 
All'udire queste cose si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?».
 E Pietro disse loro: «Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e riceverete il dono dello Spirito Santo. Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro». 
Con molte altre parole rendeva testimonianza e li esortava: «Salvatevi da questa generazione perversa!». 
Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno furono aggiunte circa tremila persone.
                                        Parola di Dio

Salmo Responsoriale     Dal Sal 22 (23)

R. Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce. Rit.
Rinfranca l'anima mia.
Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza. Rit.
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca. Rit.
Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni. Rit.

Seconda Lettura   Siete tornati al pastore delle vostre anime.

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo     1Pt 2,20b-25

Carissimi, se, facendo il bene, sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio.
 A questo infatti siete stati chiamati, perché anche Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme: egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca; insultato, non rispondeva con insulti, maltrattato, non minacciava vendetta, ma si affidava a colui che giudica con giustizia
Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti.
 Eravate erranti come pecore, ma ora siete stati ricondotti al pastore e custode delle vostre anime.
               Parola di Dio

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.
Io sono il buon pastore, dice il Signore,
conosco le mie pecore
e le mie pecore conoscono me.
(Gv 10,14)
Alleluia.

Vangelo      Io sono la porta delle pecore.


Dal Vangelo secondo Giovanni     Gv 10,1-10

In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. 
Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. 
E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. 
Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
 Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. 
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo.
 Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza».
                               Parola del Signore


57a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni


MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA 57ª GIORNATA MONDIALE   DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI
(3 maggio 2020)


Cari fratelli e sorelle!
Il 4 agosto dello scorso anno, nel 160° anniversario della morte del santo Curato d’Ars, ho voluto offrire una Lettera ai sacerdoti, che ogni giorno spendono la vita per la chiamata che il Signore ha rivolto loro, al servizio del Popolo di Dio.
In quell’occasione, ho scelto quattro parole-chiave – dolore, gratitudine, coraggio e lode – per ringraziare i sacerdoti e sostenere il loro ministero. Ritengo che oggi, in questa 57ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, quelle parole si possano riprendere e rivolgere a tutto il Popolo di Dio, sullo sfondo di un brano evangelico che ci racconta la singolare esperienza capitata a Gesù e Pietro durante una notte di tempesta sul lago di Tiberiade (cfr Mt 14,22-33).
Dopo la moltiplicazione dei pani, che aveva entusiasmato la folla, Gesù ordina ai suoi di salire sulla barca e di precederlo all’altra riva, mentre Egli avrebbe congedato la gente. L’immagine di questa traversata sul lago evoca in qualche modo il viaggio della nostra esistenza. La barca della nostra vita, infatti, avanza lentamente, sempre inquieta perché alla ricerca di un approdo felice, pronta ad affrontare i rischi e le opportunità del mare, ma anche desiderosa di ricevere dal timoniere una virata che conduca finalmente verso la giusta rotta. Talvolta, però, le può capitare di smarrirsi, di lasciarsi abbagliare dalle illusioni invece che seguire il faro luminoso che la conduce al porto sicuro, o di essere sfidata dai venti contrari delle difficoltà, dei dubbi e delle paure.
Succede così anche nel cuore dei discepoli, i quali, chiamati a seguire il Maestro di Nazaret, devono decidersi a passare all’altra riva, scegliendo con coraggio di abbandonare le proprie sicurezze e di mettersi alla sequela del Signore. Questa avventura non è pacifica: arriva la notte, soffia il vento contrario, la barca è sballottata dalle onde, e la paura di non farcela e di non essere all’altezza della chiamata rischia di sovrastarli.
Il Vangelo ci dice, però, che nell’avventura di questo non facile viaggio non siamo soli. Il Signore, quasi forzando l’aurora nel cuore della notte, cammina sulle acque agitate e raggiunge i discepoli, invita Pietro ad andargli incontro sulle onde, lo salva quando lo vede affondare, e infine sale sulla barca e fa cessare il vento.
La prima parola della vocazione, allora, è gratitudine. Navigare verso la rotta giusta non è un compito affidato solo ai nostri sforzi, né dipende solo dai percorsi che scegliamo di fare. La realizzazione di noi stessi e dei nostri progetti di vita non è il risultato matematico di ciò che decidiamo dentro un “io” isolato; al contrario, è prima di tutto la risposta a una chiamata che ci viene dall’Alto. È il Signore che ci indica la riva verso cui andare e che, prima ancora, ci dona il coraggio di salire sulla barca; è Lui che, mentre ci chiama, si fa anche nostro timoniere per accompagnarci, mostrarci la direzione, impedire che ci incagliamo negli scogli dell’indecisione e renderci capaci perfino di camminare sulle acque agitate.
Ogni vocazione nasce da quello sguardo amorevole con cui il Signore ci è venuto incontro, magari proprio mentre la nostra barca era in preda alla tempesta. «Più che una nostra scelta, è la risposta alla chiamata gratuita del Signore» (Lettera ai sacerdoti, 4 agosto 2019); perciò, riusciremo a scoprirla e abbracciarla quando il nostro cuore si aprirà alla gratitudine e saprà cogliere il passaggio di Dio nella nostra vita.
Quando i discepoli vedono Gesù avvicinarsi camminando sulle acque, inizialmente pensano che si tratti di un fantasma e hanno paura. Ma subito Gesù li rassicura con una parola che deve sempre accompagnare la nostra vita e il nostro cammino vocazionale: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!» (v. 27). Proprio questa è la seconda parola che vorrei consegnarvi: coraggio.
Ciò che spesso ci impedisce di camminare, di crescere, di scegliere la strada che il Signore traccia per noi sono i fantasmi che si agitano nel nostro cuore. Quando siamo chiamati a lasciare la nostra riva sicura e abbracciare uno stato di vita – come il matrimonio, il sacerdozio ordinato, la vita consacrata –, la prima reazione è spesso rappresentata dal “fantasma dell’incredulità”: non è possibile che questa vocazione sia per me; si tratta davvero della strada giusta? Il Signore chiede questo proprio a me?
E, via via, crescono in noi tutte quelle considerazioni, quelle giustificazioni e quei calcoli che ci fanno perdere lo slancio, ci confondono e ci lasciano paralizzati sulla riva di partenza: crediamo di aver preso un abbaglio, di non essere all’altezza, di aver semplicemente visto un fantasma da scacciare.
Il Signore sa che una scelta fondamentale di vita – come quella di sposarsi o consacrarsi in modo speciale al suo servizio – richiede coraggio. Egli conosce le domande, i dubbi e le difficoltà che agitano la barca del nostro cuore, e perciò ci rassicura: “Non avere paura, io sono con te!”. La fede nella sua presenza che ci viene incontro e ci accompagna, anche quando il mare è in tempesta, ci libera da quell’accidia che ho già avuto modo di definire «tristezza dolciastra» (Lettera ai sacerdoti, 4 agosto 2019), cioè quello scoraggiamento interiore che ci blocca e non ci permette di gustare la bellezza della vocazione.
Nella Lettera ai sacerdoti ho parlato anche del dolore, ma qui vorrei tradurre diversamente questa parola e riferirmi alla fatica. Ogni vocazione comporta un impegno. Il Signore ci chiama perché vuole renderci come Pietro, capaci di “camminare sulle acque”, cioè di prendere in mano la nostra vita per metterla al servizio del Vangelo, nei modi concreti e quotidiani che Egli ci indica, e specialmente nelle diverse forme di vocazione laicale, presbiterale e di vita consacrata. Ma noi assomigliamo all’Apostolo: abbiamo desiderio e slancio, però, nello stesso tempo, siamo segnati da debolezze e timori.
Se ci lasciamo travolgere dal pensiero delle responsabilità che ci attendono – nella vita matrimoniale o nel ministero sacerdotale – o delle avversità che si presenteranno, allora distoglieremo presto lo sguardo da Gesù e, come Pietro, rischieremo di affondare. Al contrario, pur nelle nostre fragilità e povertà, la fede ci permette di camminare incontro al Signore Risorto e di vincere anche le tempeste. Lui infatti ci tende la mano quando per stanchezza o per paura rischiamo di affondare, e ci dona lo slancio necessario per vivere la nostra vocazione con gioia ed entusiasmo.
Infine, quando Gesù sale sulla barca, il vento cessa e le onde si placano. È una bella immagine di ciò che il Signore opera nella nostra vita e nei tumulti della storia,specialmente quando siamo nella tempesta: Egli comanda ai venti contrari di tacere, e le forze del male, della paura, della rassegnazione non hanno più potere su di noi.
Nella specifica vocazione che siamo chiamati a vivere, questi venti possono sfiancarci. Penso a coloro che assumono importanti compiti nella società civile, agli sposi che non a caso mi piace definire “i coraggiosi”, e specialmente a coloro che abbracciano la vita consacrata e il sacerdozio. Conosco la vostra fatica, le solitudini che a volte appesantiscono il cuore, il rischio dell’abitudine che pian piano spegne il fuoco ardente della chiamata, il fardello dell’incertezza e della precarietà dei nostri tempi, la paura del futuro. Coraggio, non abbiate paura! Gesù è accanto a noi e, se lo riconosciamo come unico Signore della nostra vita, Egli ci tende la mano e ci afferra per salvarci.
E allora, pur in mezzo alle onde, la nostra vita si apre alla lode. È questa l’ultima parola della vocazione, e vuole essere anche l’invito a coltivare l’atteggiamento interiore di Maria Santissima: grata per lo sguardo di Dio che si è posato su di lei, consegnando nella fede le paure e i turbamenti, abbracciando con coraggio la chiamata, Ella ha fatto della sua vita un eterno canto di lode al Signore.
Carissimi, specialmente in questa Giornata, ma anche nell’ordinaria azione pastorale delle nostre comunità, desidero che la Chiesa percorra questo cammino al servizio delle vocazioni, aprendo brecce nel cuore di ogni fedele, perché ciascuno possa scoprire con gratitudine la chiamata che Dio gli rivolge, trovare il coraggio di dire “sì”, vincere la fatica nella fede in Cristo e, infine, offrire la propria vita come cantico di lode per Dio, per i fratelli e per il mondo intero. La Vergine Maria ci accompagni e interceda per noi.
Roma, San Giovanni in Laterano,














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