domenica 20 agosto 2017

«DONNA, GRANDE È LA TUA FEDE! AVVENGA COME DESIDERI»

20 AGOSTO 2017

Accogliamo una grande lezione da Gesù, nel Vangelo: il dono del Signore è per chi chiede con fiducia. Solo la fede dà accesso al pane dei figli sia per Israele sia per i pagani, come per la donna Cananea. 
Tocchiamo qui con mano l’universalità della salvezza.

«DONNA, GRANDE È LA TUA FEDE! AVVENGA COME DESIDERI»


LA salvezza non è un privilegio e Dio non fa distinzioni tra uomini di differenti popoli, culture, razze e lingue. Sembra il filo conduttore della Liturgia della Parola odierna. Il brano del Vangelo di Matteo mette in luce la grande fede della donna cananea che implora Gesù di liberare sua figlia da un demonio. In un primo momento il Messia non esaudisce le preghiere, ma lo fa solo dopo l’intercessione degli apostoli e la perseveranza della donna, che chiede insistentemente e con fiducia. 
L’episodio mostra come con Cristo la salvezza diventi universale e raggiunga ogni uomo della terra, non solo i membri del popolo eletto. Tutte le nazioni, infatti, saranno riunite nella Gerusalemme celeste, fondata non più in Sion, ma sul Messia. Per potervi abitare occorre una condizione: la fede. Il profeta Isaia nella prima lettura già aveva intravisto che con l’avvento del Messia il tempio sarebbe diventato «casa di preghiera per tutti i popoli». In essa Dio riunirà non solo i dispersi di Israele, ma anche tutti gli altri uomini. L’apostolo Paolo nella seconda lettura ci ricorda che la misericordia e la salvezza di Dio sono irrevocabili. 
Nicola Gori


«BEATI I PERSEGUITATI PER LA GIUSTIZIA»

IL martirio è la testimonianza della fede e dell’amore a Cristo. Il martire è colui che, perseguitato come Cristo, vive e muore come Cristo, con i sentimenti di amore e di perdono, di fiducia totale nel Signore e di abbandono nelle sue mani.
 Questi è proclamato “beato”. 
Martiri sono considerati non soltanto quelli che vengono messi a morte espressamente per la fede in Cristo, ma anche quelli che danno la vita per amore del prossimo, come san Massimiliano Maria Kolbe (1894-1941); quelli che vengono uccisi perché difendono i diritti degli oppressi, come il beato Oscar Romero.
Vi sono due forme di persecuzione. 
La prima è la persecuzione cruenta, operante oggi più che nel passato, in tanti Paesi intolleranti, che incarcerano, torturano, uccidono barbaramente i cristiani. 
C’è un’altra forma di persecuzione, più subdola, che mette in azione un sistematico dileggio culturale nei confronti della fede, tende ad emarginare i cristiani e si serve dei mass media per diffondere in modo massiccio una mentalità atea. 
Per noi cristiani dell’Occidente, il pericolo più grave è l’assuefazione al clima di secolarismo diffuso. Il sangue dei cristiani potrà destarci? 
Da http://www.la-domenica.it/xx-domenica-del-tempo-ordinario-2017/

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