sabato 8 febbraio 2025

Sulla tua parola getterò le reti ..09 feb. 2025

  9 febbraio 2025 

Sulla tua parola getterò le reti

Prima di essere la pietra su cui Cristo avrebbe fondato la sua Chiesa, Pietro-Simone è stato colui che ha percorso per intero il cammino pieno di passione impulsiva ed insieme di incertezze verso il suo Signore.
 Egli è stato in questo modo colui che ha percorso, prima di noi, l’itinerario che a ciascuno di noi è chiesto di percorrere.
Simone era un pescatore: ciascuno ha il suo lavoro e a ciascuno può capitare di faticare nel buio di tante notti e di non prendere nulla.
Ma interviene quella Presenza che chiede di lavorare sulla sua parola, cioè di vivere la propria esistenza all’interno di quell’avvenimento potente che è Cristo Signore e allora il nostro lavoro e la nostra esistenza trovano una fecondità mai prima conosciuta.
 In questo stesso momento ciascuno di noi percepisce la propria distanza da quell’abbraccio misericordioso ed insieme la propria estrema vicinanza.
Non saremo chiamati a fare altre cose, ma a farle per un altro scopo. Così Pietro continuerà ad essere pescatore, ma da allora in poi sarà pescatore di uomini

Intenzioni Sante Messe

SABATO  08         Ore 18.30 Agostini Francesca, Innocente e Genoveffa; Cavarzan Angela; Favaro Agostino (settimo); Facco Lucia (anniversario).

DOMENICA  09       V Domenica del Tempo Ordinario. Ore 9.30.  Bertapelle Armando, Maria e Luca; Tonello Dante; Agostini Sereno e Dorina; Maggiolo Fabio, nonni e Dalla Bona Ruggero. Ore 11.00:  Pro Populo.

Lunedì  10    Ore  8.00:  .

MARTEDì  11   Ore  15.00:  .

MERCOLEDì  12 Ore  8.00:  Rina, Antonietta, Rita e Marina..

GIOVEDì  13   Ore  15.00:   ; Ore 20.00:  Pasquetto Norma (settimo).

VENERDì  14 Ore  8.00:  Tonello Silvano.

SABATO  15 Ore 18.30:  Def. Fam. Bedin Fulvio; Rizzato Rizzieri; Schiavo Virginia (Teresa); Cavinato Ottorino e Mozzo Antonietta; Cavinato Albano, Dirce, Giovanni, Lucia, Suor Luisa e Maria; Cavinato Gino e Ida.

DOMENICA  16 VI Domenica del Tempo Ordinario. Ore 9.30.  Bertapelle Pietro, Agnese, Mario, Agnese, Gemma e Delfina; Scapin Samuele e Arino; Spanesi Ugo; Dalle Fratte Ivo e Giuseppe; Scapin Antonio e Fam. Def.; Badan Bruno e Diego; Favaro Luigi e Fam. Def.; Gallo Pericle, Tonello Giorgio e Scapin Angela (anniversario).  Ore 11.00:  Pro Populo.

 

Incontri

Martedì  ore 21.00    Incontro-prove per  il gruppo della Corale parrocchiale.

 

Avvisi

· Martedì 11 febbraio  celebriamo la Giornata Mondiale del Malato, alle ore 15.00 una santa messa per i malati (quelli che possono muoversi!) con la possibilità dell’Unzione dei Malati, dopo la santa Messa le volontarie del NOI donne, offrono ai malati il te in sala Borsi…

· Mercoledì 12  febbraio, alle ore 21.00, in Centro Parrocchiale a Fratte ci sarà un incontro  formazione Missionaria con la testimonianza di Stefania Beccaro, di Mwanga  onlus.

· Giovedì 13 febbraio, alle ore 21.00, in sala Borsi, sono invitati tutti i referenti delle associazioni della nostra parrocchia per  ascoltarsi, coordinarsi e mettere le basi di un calendario parrocchiale.

· Sabato 15  febbraioalle ore 16.00, in chiesa ci sarà la seconda celebrazione penitenziale con la  consegna del Precetto dell’Amore,  per i ragazzi del Primo Discepolato 3^ tappa (ragazzi di 4^ elementare).

· Domenica 16 febbraio, è  la terza domenica del mese, secondo l’impegno di Carità che ci siamo dati, raccoglieremo gli alimenti per i poveri che fanno riferimento alla nostra parrocchia.

· Domenica 16 febbraio, alle ore 14.30, in sala Borsi, le volontarie del Noi donne propongono la Tombola per i nonni della terza età.

· Domenica 16 febbraio, il Gruppo ‘Cavemose fora’ organizza il pomeriggio in Patronato, dalle ore 16.00, in Centro Parrocchiale animazione per i piccoli e gli adulti...

· Il gruppo NOI Donne,  ringrazia per la generosità della comunità di Cavino, la scorsa domenica hanno raccolto € 397,00,  che saranno  devoluti al Centro aiuto alla Vita di Cmpd...



«Eccomi, manda me!»

l racconto della vocazione di Isaia – un profeta vissuto otto secoli prima di Cristo – è ambientato nella cornice luminosa e solenne del tempio, dove risplendono la santità e la gloria di Dio («Santo, santo, santo il Signore degli eserciti! Tutta la terra è piena della sua gloria»).
 Il profeta riconosce la propria indegnità di fronte alla chiamata che ha ricevuto («Un uomo dalle labbra impure io sono»). Ma Dio gli pone su queste stesse labbra una parola piccola piccola (“Eccomi”), ma ricca di efficacia (“Manda me!”). 
La chiamata di Simon Pietro si colloca nella cornice della vita quotidiana di pescatore, che scorre sul lago di Tiberiade. 
Dopo una notte di fatica e di insuccesso («Abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla») interviene Gesù con l’efficacia prodigiosa della sua parola («Prendi il largo e gettate le reti per la pesca») e con la promessa di trasformare il lavoro di pescatore sul lago di Tiberiade nella missione di portare la salvezza a quel lago che d’ora in poi sarà il mondo degli uomini («Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini»). 
È la salvezza annunciata da Paolo, dagli apostoli e oggi dalla Chiesa (II Lettura).
don Primo Gironi, ssp, biblista




PRIMA LETTURA (Is 6,1-2.3-8)

Eccomi, manda me!

Dal libro del profeta Isaìa

Nell’anno in cui morì il re Ozìa, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio. Sopra di lui stavano dei serafini; ognuno aveva sei ali. Proclamavano l’uno all’altro, dicendo:
«Santo, santo, santo il Signore degli eserciti!
Tutta la terra è piena della sua gloria».
Vibravano gli stipiti delle porte al risuonare di quella voce, mentre il tempio si riempiva di fumo. E dissi:
«Ohimè! Io sono perduto,
perché un uomo dalle labbra impure io sono
e in mezzo a un popolo
dalle labbra impure io abito;
eppure i miei occhi hanno visto
il re, il Signore degli eserciti».
Allora uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall’altare. Egli mi toccò la bocca e disse:
«Ecco, questo ha toccato le tue labbra,
perciò è scomparsa la tua colpa
e il tuo peccato è espiato».
Poi io udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?». E io risposi: «Eccomi, manda me!».
Parola di Dio


SALMO RESPONSORIALE (Sal 137)

Rit: Cantiamo al Signore, grande è la sua gloria.

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo.

Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.

Ti renderanno grazie, Signore, tutti i re della terra,
quando ascolteranno le parole della tua bocca.
Canteranno le vie del Signore:
grande è la gloria del Signore!
La tua destra mi salva.

Il Signore farà tutto per me.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l’opera delle tue mani.


SECONDA LETTURA (1Cor 15,1-11)
Così predichiamo e così avete creduto.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Vi proclamo, fratelli, il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi e dal quale siete salvati, se lo mantenete come ve l’ho annunciato. A meno che non abbiate creduto invano!
A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto, cioè
che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture
e che fu sepolto
e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture
e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.
In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto.
Io infatti sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio, però, sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana. Anzi, ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me.
Dunque, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto.
Parola di Dio.
Forma breve (1Cor 15, 3-8.11):
Dalla lettera prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, a voi ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto, cioè  che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture
e che fu sepolto
e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture
e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.
In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto.
Dunque, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto.
Parola di Dio


Canto al Vangelo (Mt 4,19)

Alleluia, alleluia.
Venite dietro a me, dice il Signore,
vi farò pescatori di uomini.


VANGELO (Lc 5,1-11)
Lasciarono tutto e lo seguirono.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Parola del Signore



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INIZIATIVE    IN PARROCCHIA 



 e locali


Messaggio del Santo Padre Francesco per la 28^ 
 Giornata Mondiale del Malato –
 11 febbraio 2025

«La speranza non delude» (Rm 5,5) e ci rende forti nella tribolazione
Cari fratelli e         sorelle    !
      Celebriamo la XXXIII Giornata Mondiale del Malato nell’Anno Giubilare 2025, in cui la Chiesa ci invita a farci “pellegrini di speranza”. In questo ci accompagna la Parola di Dio che, attraverso San Paolo, ci dona un messaggio di grande incoraggiamento: «La speranza non delude» (Rm 5,5), anzi, ci rende forti nella tribolazione.
Sono espressioni consolanti, che però possono suscitare, specialmente in chi soffre, alcune domande. Ad esempio: come rimanere forti, quando siamo toccati nella carne da malattie gravi, invalidanti, che magari richiedono cure i cui costi sono al di là delle nostre possibilità? Come farlo quando, oltre alla nostra sofferenza, vediamo quella di chi ci vuole bene e, pur standoci vicino, si sente impotente ad aiutarci? In tutte queste circostanze sentiamo il bisogno di un sostegno più grande di noi: ci serve l’aiuto di Dio, della sua grazia, della sua Provvidenza, di quella forza che è dono del suo Spirito (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 1808).
Fermiamoci allora un momento a riflettere sulla presenza di Dio vicino a chi soffre, in particolare sotto tre aspetti che la caratterizzano: l’incontro, il dono e la condivisione.
1. L’incontro. Gesù, quando invia in missione i settantadue discepoli (cfr Lc 10,1-9), li esorta a dire ai malati: «È vicino a voi il regno di Dio» (v. 9). Chiede, cioè, di aiutare a cogliere anche nell’infermità, per quanto dolorosa e difficile da comprendere, un’opportunità d’incontro con il Signore. Nel tempo della malattia, infatti, se da una parte sentiamo tutta la nostra fragilità di creature – fisica, psicologica e spirituale –, dall’altra facciamo esperienza della vicinanza e della compassione di Dio, che in Gesù ha condiviso le nostre sofferenze. Egli non ci abbandona e spesso ci sorprende col dono di una tenacia che non avremmo mai pensato di avere, e che da soli non avremmo mai trovato.
La malattia allora diventa l’occasione di un incontro che ci cambia, la scoperta di una roccia incrollabile a cui scopriamo di poterci ancorare per affrontare le tempeste della vita: un’esperienza che, pur nel sacrificio, ci rende più forti, perché più consapevoli di non essere soli. Per questo si dice che il dolore porta sempre con sé un mistero di salvezza, perché fa sperimentare vicina e reale la consolazione che viene da Dio, fino a «conoscere la pienezza del Vangelo con tutte le sue promesse e la sua vita» (S. Giovanni Paolo II, Discorso ai giovani, New Orleans, 12 settembre 1987).
2. E questo ci porta al secondo spunto di riflessione: il dono. Mai come nella sofferenza, infatti, ci si rende conto che ogni speranza viene dal Signore, e che quindi è prima di tutto un dono da accogliere e da coltivare, rimanendo «fedeli alla fedeltà di Dio», secondo la bella espressione di Madeleine Delbrêl (cfr La speranza è una luce nella notte, Città del Vaticano 2024, Prefazione).
Del resto, solo nella risurrezione di Cristo ogni nostro destino trova il suo posto nell’orizzonte infinito dell’eternità. Solo dalla sua Pasqua ci viene la certezza che nulla, «né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio» (Rm 8,38-39). E da questa “grande speranza” deriva ogni altro spiraglio di luce con cui superare le prove e gli ostacoli della vita (cfr Benedetto XVI, Lett. enc. Spe salvi, 27.31). Non solo, ma il Risorto cammina anche con noi, facendosi nostro compagno di viaggio, come per i discepoli di Emmaus (cfr Lc 24,13-53). Come loro, anche noi possiamo condividere con Lui il nostro smarrimento, le nostre preoccupazioni e le nostre delusioni, possiamo ascoltare la sua Parola che ci illumina e infiamma il cuore e riconoscerlo presente nello spezzare del Pane, cogliendo nel suo stare con noi, pur nei limiti del presente, quell’“oltre” che facendosi vicino ci ridona coraggio e fiducia.
3. E veniamo così al terzo aspetto, quello della condivisione. I luoghi in cui si soffre sono spesso luoghi di condivisione, in cui ci si arricchisce a vicenda. Quante volte, al capezzale di un malato, si impara a sperare! Quante volte, stando vicino a chi soffre, si impara a credere! Quante volte, chinandosi su chi è nel bisogno, si scopre l’amore! Ci si rende conto, cioè, di essere “angeli” di speranza, messaggeri di Dio, gli uni per gli altri, tutti insieme: malati, medici, infermieri, familiari, amici, sacerdoti, religiosi e religiose; là dove siamo: nelle famiglie, negli ambulatori, nelle case di cura, negli ospedali e nelle cliniche.
Ed è importante saper cogliere la bellezza e la portata di questi incontri di grazia e imparare ad annotarseli nell’anima per non dimenticarli: conservare nel cuore il sorriso gentile di un operatore sanitario, lo sguardo grato e fiducioso di un paziente, il volto comprensivo e premuroso di un dottore o di un volontario, quello pieno di attesa e di trepidazione di un coniuge, di un figlio, di un nipote, o di un amico caro. Sono tutte luci di cui fare tesoro che, pur nel buio della prova, non solo danno forza, ma insegnano il gusto vero della vita, nell’amore e nella prossimità (cfr Lc 10,25-37).
Cari malati, cari fratelli e sorelle che prestate la vostra assistenza ai sofferenti, in questo Giubileo voi avete più che mai un ruolo speciale. Il vostro camminare insieme, infatti, è un segno per tutti, «un inno alla dignità umana, un canto di speranza» (Bolla Spes non confundit, 11), la cui voce va ben oltre le stanze e i letti dei luoghi di cura in cui vi trovate, stimolando e incoraggiando nella carità «la coralità della società intera» (ibid.), in una armonia a volte difficile da realizzare, ma proprio per questo dolcissima e forte, capace di portare luce e calore là dove più ce n’è bisogno.
Tutta la Chiesa vi ringrazia per questo! Anch’io lo faccio e prego per voi affidandovi a Maria, Salute degli infermi, attraverso le parole con cui tanti fratelli e sorelle si sono rivolti a Lei nel bisogno:
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio.
Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova,
e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.
Vi benedico, assieme alle vostre famiglie e ai vostri cari, e vi chiedo, per favore, di non dimenticarvi di pregare per me.
Roma, San Giovanni in Laterano, 14 gennaio 2025
Francesco








Calendario liturgico: (10-16 febbraio 2025)

10 L        S. Scolastica (m, bianco). Gioisca il Signore per tutte le sue creature. Bastava sfiorare Cristo per essere guariti. Quanto più efficace è essere immersi in lui con il Battesimo. S. SilvanoB. Luigi Stepinac.
Gen 1,1-19; Sal 103; Mc 6,53-56.


11 M     O Signore, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra! I farisei sono ipocriti, cioè attori, che badano solo all’apparenza e non alla gloria di Dio. B.V. Maria di Lourdes (mf); S. SotereS. Pasquale I.
Gen 1,20–2,4a; Sal 8; Mc 7,1-13. Oggi è la Giornata del malato.


12 M      Benedici il Signore, anima mia! Non sono le cose a essere buone o cattive. Sono le intenzioni che vengono dal cuore a renderle tali. Ss. Martiri di AbiteneS. Benedetto di AnianeB. Ombelina.
Gen 2,4b-9.15-17; Sal 103; Mc 7,14-23.


13 G    Beato chi teme il Signore. La donna straniera arriva a professare una fede che i discepoli di Cristo ancora non conoscono. S. MartinianoS. BenignoB. Giordano di Sassonia.
Gen 2,18-25; Sal 127; Mc 7,24-30.


14 V
SS. CIRILLO E METODIO patr. d’Europa (f, bianco). Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo. I cristiani devono andare nel mondo per annunciare l’avvento del regno di Dio, forti solo della mitezza di Cristo, agnello di Dio. S. Antonino.        At 13,46-49; Sal 116; Lc 10,1-9.


15 S   Signore, tu sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione. Il pane che sazia è segno profetico dell’Eucaristia, vero nutrimento di coloro che seguono Cristo. Ss. Faustino e GiovitaS. Claudio La Colombière.
Gen 3,9-24; Sal 89; Mc 8,1-10.

L 15-18 febbraio: Giubileo degli artisti.


16 D      VI Domenica del T.O. / C.
VI sett. del T.O. - II sett. del Salterio. S. GiulianaB. Nicola Paglia.
Ger 17,5-8; Sal 1; 1Cor 15,12.16-20; Lc 6,17.20-26.


Elide Siviero

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